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Vincerla, tanto per cambiare

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Con quella di domani, ne mancano undici: è un po’ di tempo che, nel presentare gli impegni alabardati, si dicono lle stesse cose. Cioè che, per uscire dalla brutta situazione in cui era piombata, bisogna considerare ogni partita una finale per vincere qualcosa. Quindi, assolutamente da vincere.
Situazione talmente orrida qualche mese fa che, a quel punto, neanche chi era abituato a scommettere ci avrebbe giocato sopra qualcosa con una quota da vero investimento.
Poi, qualcosa è cambiato. Tesser e Delli Carri, loro si che ci hanno davvero scommesso sopra, si sono insediati al comando delle operazioni e la storia ha girato pagina.
Malgrado le serie positive alabardate, però, la situazione non è ancora migliorata al punto da poter guardare avanti con tranquillità: perchè, come sempre succede in questo campionato, a gennaio cambia tutto: le squadre rivoluzionano le rose, le più impelagate cominciano a far punti anche dove non ci si aspetta, quelle che guardano dall’alto della classifica magari si impigriscono ed allora, ecco che anche i migliori tentativi di risalita spesso devono fare i conti con una classifica che si evolve, se non in maniera anomala, almeno imprevista. Un po’ quello che deve constatare anche la Triestina, ormai lontana da quei sei punti che aveva quando l’ha raccolta Tesser: anche le altre corrono e sembra che non basti nemmeno vincere per tirarsi fuori da quella maledetta bassa classifica.

La partita con l’ Alcione, formazione neopromossa che si è costruita praticamente la salvezza nella prima parte di stagione, non sfugge alla regola: gli ospiti, anche se non in condizioni brillantissime, sono un complesso che offre una certa solidità e non scenderanno al “Rocco” per fare da comparsa.
Da aspettarsi, ma lo saranno tutte le partite fino alla fine, un confronto da battaglia con la Triestina che ha ormai preso sempre più coscienza delle sue qualità ma che fa ancora fatica a tramutare in gol il suo gioco. Il livello dei suoi giocatori è sicuramente superiore alla media del torneo ma, sul campo, la squadra si scontra con l’agonismo esasperato di qualche avversaria che rinuncia a giocare pur di portare a casa, più che lecitamente, qualcosa.

Non sfuggirà alla regola neppure questo confronto anche se gli avversari hanno qualcosa in più che potrebbe renderli ben più ostici da controllare: come tutte le partite, bisogna giocarla anche con una certa umiltà e senza mai perdere concentrazione. Tesser, sotto questo profilo, sa come tenere sotto pressione la squadra e non mancherà di farlo senza nemmeno ricorrere alle pretattiche tanto amate da qualcuno: per il tecnico alabardato non ci sono grandi segreti da custodire e, nel prepartita, se non succedono guai dell’ultimo minuto, non nasconde le sue intenzioni.
Rientra Correia dopo la squalifica per riprendersi la fascia di capitano e di anima della squadra: la difesa sembra intoccabile con il rientro di Frare dal primo minuto accanto a Silvestri con Balcot e Tonetto sulle rispettive fasce. Ai fianchi di Correia, Fiordilino e Ionita con Voca, Jonnson e Braima in possibile subentro, davanti D’Urso con Olivieri e Vertainen mentre per Udoh e Cortinovis si prospetta l’utilizzo dopo l’ora di gioco.

Si gioca alle 15, dirigerà l’arbitro con nome e cognome più lungo in assoluto, Jules Roland Andeng Tona Mbei di Cuneo.