(Photo Credit Sito Ufficiale Pallacanestro Trieste)
PALLACANESTRO TRIESTE – ELACHEM VIGEVANO 1955 103-57
Pallacanestro Trieste:Obljubech 2, Bossi 5, Filloy 7, Rolli 3, Reyes 15, Deangeli 2, Ruzzier 1, Camporeale 2, Campogrande 3, Candussi 26, Ferrero 23, Brooks 14. Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schlitzer.
Elachem Vigevano 1955: Leardini 6, Bettanti ne, Smith 8, Wideman 6, Bertoni ne, Ceron 0, D’Alessandro ne, Strautmanis 2, Bertetti 12, Battistini 8, Rossi 8, Peroni 7. Allenatore: A. Valentini. Assistenti: G. Lazzarini, L. Bruni.
Parziali: 27-9 /35-8 / 19-17 / 22-23
Progressivi: 27-9 / 62-17 / 81-34 / 103-57
Arbitri: S. Ursi, F. Bonotto, A. Cassinadri
Trieste domina dall’inizio alla fine il match casalingo contro Vigevano, andando a segno con tutti e 12 i giocatori scesi in campo, portandone 4 in doppia cifra, esibendo finalmente un Giancarlo Ferrero ed un Francesco Candussi capaci di fare la differenza. E, dopo quella che è sembrata un’era geologica, ripresentando in quintetto Justin Reyes, apparso già tonico e tirato a lucido, motivatissimo e, come prima dell’infortunio, a tratti letteralmente incontenibile. Ma al di là del +46 finale e del dominio indiscusso in ogni singola voce statistica (che potremmo riassumere nell’eloquente 145-34 nella valutazione finale, che era addirittura 98 a -1 al termine del primo tempo) e, bisogna dirlo, di una formazione avversaria letteralmente impiantata sul +2 iniziale, a sorprendere in positivo è l’atteggiamento mostrato dal primo all’ultimo minuto: un piglio autoritario e concentrato, un’intensità ed una concentrazione difensive inedite, un gioco offensivo organizzato e paziente, una distribuzione totale di responsabilità. Sembra ovviamente un’altra squadra rispetto a quella dimessa, giù di tono ed arruffona che aveva reso questo 2024 un autentico calvario. Non è misurabile, in questo senso, l’impatto anche morale, oltre che tecnico, del rientro di Justin Reyes, specie dopo averne saggiato lo stato di forma. Un rientro in grado di dare coraggio e far svoltare mentalmente i compagni. Ma, naturalmente, la presenza del partoricano non è sufficiente a spiegare una svolta di questa portata, arrivata, è giusto sottolinearlo, ancora senza poter contare su una pedina fondamentale come Giovanni Vildera.
La partita non ha letteralmente storia. Il monologo triestino fa da contraltare alla prestazione di una squadra ospite rinunciataria e distratta, sempre più frustrata a mano a mano che il gap nel punteggio si dilata, che si arrende davvero troppo presto subendo di conseguenza una lezione pesantissima. Anche perché Trieste non si ferma nemmeno quando capisce di potersi allenare e divertire senza alcun pericolo, mantiene anzi alta l’intensità difensiva al punto da arrivare alla fine del primo tempo sul 61-17, divario da campionati giovanili. Vigevano tenta con “le cattive” di fermare l’onda di piena biancorossa, arrivando velocemente al bonus in ognuno dei quarti, permettendo così a Trieste di andare in lunetta ben 22 volte contro le 3 degli ospiti. Per contro, finalmente Candussi disputa una partita intelligente, da unico lungo di ruolo, evitando di commettere i soliti falli ingenui e mantenendo alto il rendimento offensivo in ognuno dei 25 minuti spesi in campo. La reazione d’orgoglio lombarda nella ripresa non sortisce alcun effetto né scalfisce la sicurezza triestina, che si può permettere di regalare minuti importanti a tutti e tre i propri junior. Si finisce in controllo totale, con Bossi e Campogrande a fare da chiocce ed i protagonisti ad uscire fra gli scroscianti applausi di un poco numeroso ma almeno interamente supportivo pubblico triestino.
E’ come se, in una sorta di tabella di avvicinamento ai playoff, ad un mese da gara 1 la squadra avesse iniziato ad alzare i colpi, a compiere i primi test per misurare le proprie reali possibilità, a mandare messaggi forti e chiari alle avversarie dirette che già cominciavano ad escluderla dai possibili pericoli ed a snobbarne le qualità, conseguenza del resto inevitabile dopo alcune delle sconcertanti prestazioni negli ultimi tre mesi. Naturalmente, è ora indispensabile far sì che l’abbuffata pasquale contro Vigevano non rimanga un episodio: per riportare il pubblico al Palatrieste, per riaccendere la voglia di assistere alle partite da parte dei delusi tifosi triestini, quella contro i pavesi deve essere solamente il kickoff del percorso che deve portare la squadra a crescere costantemente per arrivare al massimo il 5 maggio e sparare nella post season tutte le sue cartucce. Anche perché, è bene non dimenticarlo, da dietro stanno arrivando fortissimo: a tre giornate dalla fine rimangono 6 i punti di vantaggio su Piacenza ed una straordinaria Cividale (che travolge al Palagesteco anche Cantù facendo filotto nella fase ad orologio), mentre Rimini, che gioca la sera di Pasqua con Casale, potrebbe avvicinarsi a 4 punti. In altre parole, è indispensabile un’altra vittoria per la matematica certezza del quinto posto, che metterebbe Rieti sulla strada triestina nei quarti di finale. Due punti che dovranno arrivare da una fra le due trasferte a Trapani (che se la vede bruttissima a Nardò imponendosi di uno) e Rieti, oppure nell’ultima sfida casalinga contro l’Urania Milano. Ma come detto, nel mese di aprile non sarà sufficiente portare a casa due punti e fare calcoli sul posizionamento nella griglia della post season: sarebbe evidentemente riduttivo rispetto alle tanto sbandierate ambizioni della società ed all’ostentato ottimismo di GM e coach. Sarà indispensabile, invece, acquisire in modo saldo e definitivo quell’equilibrio, quella chimica di squadra, quelle prestazioni tecniche, quella costanza di rendimento esibite contro la malcapitata squadra lombarda.
Intanto, finito il mese di marzo, rimangono ancora cinque giorni per vincere alla lotteria del mercato: in serie A, con cinque partite ancora da disputare, nessuna squadra ha già raggiunto (o perso definitivamente) i suoi obiettivi, nemmeno Brindisi e Pesaro in cui giocano -pochissimo- due fra i più ambiti profili su cui si sono puntati gli occhi degli scout di tutte le più ambiziose squadre di A2. Improbabile che da lì possa muoversi qualcuno, impossibile che nella seconda serie italiana arrivi Amar Alibegovic, nonostante i roboanti annunci provenienti dalla Sicilia occidentale. A questo punto, sarebbe forse opportuno “accontentarsi” di un comunitario o uno straniero già vistato, per i quali il mercato se non altro è molto più ampio: chiaramente dovrebbe alternarsi in uno dei due slot stranieri, ma avere una scorta, una rete di salvataggio nel caso di ulteriori infortuni potrebbe rivelarsi vincente nella fase finale della stagione, seppur con il rischio di non veder mai scendere in campo il nuovo arrivato, che però potrebbe almeno dare una svolta di intensità negli allenamenti, elevandone a dismisura la qualità. Per il momento, godiamoci quello che, per la sorpresa in positivo suscitata, appare il vero miglior acquisto, un Giancarlo Ferrero che se dovesse continuare sulla strada di crescita intrapresa da almeno tre partite potrebbe diventare un indispensabile valore aggiunto per Jamion Christian.
Risultati
Classifica
P | V | P | |||
---|---|---|---|---|---|
Unieuro Forlì | 48 | 29 | 24 | 5 | 82.8 |
Flats Service Fortitudo Bologna | 42 | 28 | 21 | 7 | 75.0 |
Apu Old Wild West Udine | 42 | 29 | 21 | 8 | 72.4 |
Tezenis Verona | 36 | 29 | 18 | 11 | 62.1 |
Pallacanestro Trieste | 34 | 29 | 17 | 12 | 58.6 |
RivieraBanca Basket Rimini | 28 | 28 | 14 | 14 | 50.0 |
UCC Assigeco Piacenza | 28 | 29 | 14 | 15 | 48.3 |
UEB Gesteco Cividale | 28 | 29 | 14 | 15 | 48.3 |
Sella Cento | 26 | 28 | 13 | 15 | 46.4 |
HDL Nardò Basket | 22 | 29 | 11 | 18 | 37.9 |
Agribertocchi Orzinuovi | 16 | 28 | 8 | 20 | 28.6 |
Umana Chiusi | 16 | 28 | 8 | 20 | 28.6 |