Triestina-Virtus Verona: 0-1 (61′ Mehic (V))
TRIESTINA: Matosevic, Moretti, Ciofani, Rizzo, Pavlev, Celeghin, Correia, Gunduz, Minesso, El Azrak
VIRTUS VERONA: Sibi, Mazzolo, Mehic, Ronco, Daffara, Begheldo, Vesentini, Metlika, Manfrin, Ceter, Gomez.
ARBITRO: Tona Mbei di Cuneo
Doppio salto carpiato indietro nel tempo per la Triestina, che torna improvvisamente ad assomigliare pericolosamente a quella inguardabile delle cinque sconfitte consecutive all’alba dell’era Bordin. Contro una Virtus Verona priva di ben 6 titolari (di cui due danno forfait pochi secondi prima del fischio d’inizio) il mister alabardato decide di schierare inspiegabilmente una formazione totalmente illogica, senza attaccanti di ruolo, forse dettata dal necessario turnover alla quarta partita in 14 giorni, ma privata di ogni possibilità di creare anche la più casuale delle occasioni da goal. L’Unione ci mette anche del suo, esibendo un atteggiamento svogliato, compassato e poco incisivo al cospetto di una squadra che, dal canto suo, ci mette tutta la forza della disperazione di chi è ancora alla ricerca di punti salvezza. E dire che, dopo aver decisamente rimesso il terzo posto nel mirino, la squadra rossoalabardata sembrava aver finalmente svoltato tornando a riaccendere l’entusiasmo e le speranze di un pubblico nel frattempo decisamente irritato per le scelte societarie di gennaio, entusiasmo dimostrato dai ben 400 spettatori giunti dal capoluogo giuliano di domenica sera, sicuramente poco rispettati da giocatori che affrontano l’impegno in modo approssimativo e confusionario. La Virtus Verona legittima un successo assolutamente meritato passando in vantaggio alla nona chiara occasione da goal, con Matosevic fino ad allora a compiere miracoli che impediscono un tracollo ancora più pesante. Nel primo tempo la Triestina non riesce a costruire alcunché ogni volta che arriva sulla tre quarti, limitandosi ad uno sterile palleggio che finisce invariabilmente con un errore all’ultimo passaggio. Bisogna attendere il termine della prima frazione per poter assistere al primo -ed ultimo- tentativo alabardato, peraltro arrivato in contropiede sugli sviluppi dell’ennesima respinta disperata dell’estremo difensore alabardato. Nel secondo tempo Bordin cerca di riequilibrare la formazione inserendo gradualmente prima Lescano poi D’Urso e Vallocchia, la Triestina perlomeno cerca di creare qualcosa ma è troppo tardi, perché la Virtus ha anche la personalità per controllare in modo organizzato ed autoritario il minimo vantaggio senza neppure ricorrere alle solite manfrine per guadagnare qualche secondo. Non c’è nemmeno il consueto forcing finale, non c’è l’assedio all’area che ci si poteva aspettare da una squadra ferita che gioca in casa ed è alla caccia di posizioni prestigiose in classifica. Gli otto minuti di recupero passano noiosi fra lanci fuori misura, contrasti a metà campo, tiri velleitari che finiscono a Cordenons e tanta, tanta frustrazione.
La versione Dottor Jeckill dell’Unione torna a far preoccupare in vista del rush finale in campionato, e soprattutto dei playoff. Non c’è ritorno al Rocco che tenga, è necessario imparare immediatamente dalle eresie tecnico tattiche sperimentate contro la Virtus e farne tesoro. Se questa squadra ha una virtù è quella di segnare tantissimi goal, se ha un difetto peggiore degli altri è quello di subirne davvero troppi: privarsi volontariamente, a lungo, di coloro che sono in grado di valorizzare le virtù, pur bisognosi di rifiatare, significa consegnare con ogni probabilità il risultato nelle mani di avversari di qualunque livello, alleggerirne il compito in difesa, farne salire il baricentro, dar loro coraggio. Non che questo possa bastare: è indispensabile tornare a reagire d’orgoglio, sei risultati positivi consecutivi non possono aver ridonato tranquillità ed atteggiamento compassato da missione compiuta. La Triestina con questa sconfitta potrebbe aver abdicato il terzo posto che le consentirebbe di saltare la prima fase ad eliminazione diretta nella post season, posizione che però, matematicamente, potrebbe ancora essere raggiunta (e comunque c’è anche da guardarsi alle spalle per evitare il rientro di Atalanta e Legnago), a patto di affrontare i tre impegni che rimangono -le trasferte a Gorgonzola e Padova e la partita in casa con il Novara- come se fossero vere e proprie finali.
La cronaca
Al 9′ è la Virtus Verona a sfiorare il goal: cross dalla sinistra di Ceter, il pallone attraversa tutta l’area superando anche Matosevic, la deviazione di piatto in scivolata di Gomez finisce di pochi centimetri a lato del palo destro. Al 12′ seconda grande occasione per gli ospiti: Manfin direttamente su punizione da lontanissimo impegna Matosevic in tuffo a terra, il portiere alabardato devia il pallone in calcio d’angolo. Al 18′ è nuovamente la Virtus a provarci, di nuovo con Manfrin, il cui tiro diagonale dal vertice sinistro dell’area verso il palo destro finisce di pochissimo a lato. C’è solo la Virtus: al 26′ Begheldo si libera un paio di metri fuori il limite dell’area e prova una conclusione a giro di interno destro verso l’angolino opposto che finisce sul fondo di pochi centimetri con Matosevic nettamente battuto. La prima vera conclusione dell’Unione verso la porta arriva al 34′ con El Azrak, che si incunea tutto solo dalla sinistra verso il centro e fa partire da una trentina di metri un tiro che viene deviato in corner da un difensore. Al 37′ un miracolo di Matosevic impedisce alla Virtus di passare in vantaggio: dopo una furiosa mischia in area, la palla viene servita da Manfrin a Daffara tutto solo a pochi centimetri dalla linea di porta in posizione un po’ defilata sulla destra, l’estremo difensore triestino respinge d’istinto. Sul ribaltamento di fronte, con rapido contropiede è Correa a mirare l’incrocio dei pali dal limite dell’area, ma Sibi toglie il pallone dal sette deviando sul fondo.
Bisogna attendere il 60′ per la prima occasione da goal, e tanto per cambiare è la Virtus a sfiorare la traversa di testa con Gomez. E’ solo il preludio del meritatissimo goal ospite: Mehic si inserisce in corsa in mezzo a due difensori, raccoglie un assist dalla sinistra e scaglia il pallone alle spalle di Matosevic. Al 70′ Lescano raccoglie a centro area un lunghissimo traversone dalla sinistra e di testa colpisce la traversa, con il pallone che successivamente finisce sul fondo. La Virtus amministra, la Triestina pasticcia. Sono 8 i minuti di recupero concessi, che passano invano.