Trieste conduce dall’inizio alla fine, e nonostante il veemente recupero dei sardi negli ultimi minuti, torna dal Palaserradimigni con due punti per la terza volta nelle ultime quattro partite sull’isola.
L’Allianz smarca anche l’ultima casella che le mancava in questo sorprendente inizio di stagione, quella delle vittorie in trasferta. Non che finora ci fossero state molte altre occasioni, dal momento che i biancorossi avevano sin qui viaggiato solo due volte, perdendo malamente a Pesaro e piuttosto nettamente a Bologna. Ma per confermarsi a livelli stratosferici in classifica, consolidando risultati e rendimento dopo le ultime due vittorie casalinghe consecutive, era essenziale una prestazione convincente ed autoritaria anche lontano dall’Allianz Dome. L’occasione, peraltro, non era fra le più facili, su un campo tradizionalmente ostico, al cospetto di una squadra in crisi, reduce da due rovesci consecutivi e con almeno un paio di giocatori -Mekowolu e Clemmons- oggetto di critiche piuttosto esplicite da parte del loro coach, e dunque bisognosa di una decisa reazione per tornare a fare punti in classifica e scacciare i fantasmi tornati dopo molte stagioni al vertice a disturbare il sonno del presidente Sardara.
I ragazzi di Ciani, però, non si fanno intimidire, e dettano il ritmo fin dal primo secondo di partita. Volano sullo 0-9 iniziale grazie anche ad una difesa concentrata ed intensa, dilatando a dismisura il gap grazie ad un secondo quarto da applausi a scena aperta in cui realizzano 33 punti, consolidandolo poi in terza frazione con Sassari in completa balia degli avversari, salvo poi deconcentrarsi negli ultimi 5-6 minuti nei quali concedono alla squadra di casa di rientrare dal -33 al -7 quando, però, il risultato è ormai ampiamente acquisito.
La partita non ha praticamente storia: il 108-79 di valutazione finale è di per sé esplicativo di un dominio durato 36 minuti. Trieste prevale sia in attacco, dove tira da due quasi con il 70%, che in difesa, con i piccoli assatanati a contenere la potenziale pericolosità dall’arco di Burnell e Logan ed i lunghi ad alternarsi ad occupare il pitturato, dove Mekowolu, osservato speciale in casa biancoblu, viene sovente bullizzato da Konate prima e Delia (con grandissimo mestiere soprattutto in attacco) poi, ma anche da un sostanzioso Andrejs Grazulis, che realizza il canestro della sicurezza nel finale, e da un Lever giudizioso ma che mostra di avere ancora grandi margini di miglioramento. L’ottima notizia per coach Ciani è il recupero a livelli siderali di forma del Lobito Fernandez, che pareva piuttosto indietro solo un paio di settimane fa ma che è tornato quel leader in grado di prendere per mano con sicurezza ed un certo grado di spavalderia la squadra. Il suo contropiede con palleggio dietro la schiena e passaggio no look in mezzo alla difesa per l’accorrente Lever lanciato alla schiacciata ad una mano è da cineteca: considerata anche la scientifica costanza di rendimento di Adrian Banks (il solito 24 di valutazione per lui, che non accorgendosi di essere alto 188 cm e pesare meno di 90 chili, conquista anche 8 rimbalzi in testa ai lunghi avversari) e la conferma della ritrovata vena realizzativa dall’arco di Daniele Cavaliero, Ciani si trova un pacchetto di guardie in grado di “ammortizzare” la giornata negativa di un impacciato Corey Sanders, confusionario in attacco e svagato in difesa, che viene giustamente fatto sedere nei momenti clou del match quando la maggiore esperienza dei veterani consente di incidere chirurgicamente nello stato confusionale sardo. Il coach concede 30 minuti in campo al suo personale “Mister Wolf”, il solutore di problemi Fabio Mian: una specie di coltellino svizzero, fastidioso in difesa e finalmente micidiale anche in attacco, dove è perfetto da due, realizza 4 bombe e piazza 4 assist. Se poi si ottengono 6 punti in 10 minuti con 3 su 3 al tiro fra cui una schiacciata prepotente anche da Lodo Deangeli, vengono spazzati via i timori della vigilia su una presunta difficoltà nelle rotazioni per l’assenza di Luca Campogrande, tenuto prudenzialmente a riposo dopo la scavigliata sofferta contro Napoli.
Trieste torna purtroppo a perdere troppi palloni, sebbene il dato finale di ben 19 turnover sia alimentato soprattutto dagli ultimi 4 minuti, in cui i biancorossi abbassano troppo presto la guardia battezzando conclusa la contesa contro avversari fino ad allora quasi rinunciatari, che però si riaccendono inaspettatamente, ma fortunatamente con colpevole ritardo, ed alzano considerevolmente i colpi in difesa aggredendo sistematicamente i portatori di palla. Un peccato non aver mantenuto un distacco più consistente da difendere per la differenza canestri nella partita di ritorno (Sassari sarà verosimilmente un’avversaria diretta di Trieste avendo obiettivi comuni), ma per gli effetti in classifica di questa vittoria, con la Dinamo lasciata quattro punti più sotto e Pesaro -sconfitta dalla Virtus- ultima a -8, quello del gap finale è un peccato veniale: per 24 ore, in attesa del risultato di Brindisi impegnata sul campo di Varese, l’Allianz si gode un clamoroso secondo posto dietro solamente all’Olimpia Milano.
Domenica prossima si torna all’Allianz Dome contro Varese: sebbene si giochi in notturna (palla a due alle 20:45) è arrivata l’ora che rifiorisca la luna di miele fra la città e la squadra. Questi ragazzi, la loro determinazione, la loro motivazione, il loro spirito di gruppo e di attaccamento alla maglia, oltre che, naturalmente, le loro qualità, meritano finalmente il sostegno “live” della loro gente.