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Una notte a Milano con Chris Wright

Tempo di lettura: 6 minuti

Dear Trieste,

     This past week, I had the opportunity to witness something special. Aside from Derthona earning their first win in Serie A against Brescia – which was a great game to watch. I got to see Chris on a different stage other than the basketball court. On Thursday evening, after his second practice, we packed the kids into the car and drove to Milan for a book launch. No, no it wasn’t my book launch – I would obviously have mine in Trieste (don’t worry I am working on it). It was the release of the book, Quando initial un nuovo viaggio, by Fillippo Martinelli Boneschi at the Teatro Franco Parenti.

     A neurologist in Milan asked Chris a couple years ago if he’d be interested in sharing his journey with Multiple Sclerosis. To my surprise, he agreed. We have always been reserved when it comes to discussing his condition publicly. Clearly, we didn’t want to scare off teams (yes, there were a few teams throughout his career that were weary of signing him due to MS). When he was first diagnosed he was focused on playing and proving to teams and leagues that he deserved to be on the court just like any other player. Then, it became very emotional to discuss this personal matter with other people who also have MS because it affects everyone differently. Finally, we were both really young and uncomfortable with the subject matter. We were growing our family, getting married, and traveling the world. So, at that time, it just didn’t feel right discussing it.

     Fast forward to Thursday night. The book was complete and the doctor invited us to listen and for Chris to answer a few questions regarding the chapter he was in. Chris sat upon the stage with medical professionals and gave his testimony as a person with this condition. I specifically worded it that way because he is a person with a great life, goals, and aspirations just like any other person, he just happens to have Multiple Sclerosis. 

     Chris discussed his journey with the disease. He explained how it affected him on and off the court and he gave advice to others on how to cope and succeed despite the diagnosis. I’ve always admired Chris for his confidence, but I realized that his confidence comes from his wonderful ability to plan and execute. And he’s right. You must have a well thought out plan, a support system, and the courage to attack. This isn’t just for people with MS – it’s for everyone. We all have obstacles to overcome, life is about figuring out how to maneuver through all of it. 

     As you all know, I am a big fan of my husband’s game, but after that night I realized he’s a great motivational speaker. I sat in the first row with CJ and scanned the room, looking at all of the people in the room listening intently and nodding their heads agreeing as he spoke. After the discussion, people lined up for his autograph and smiled and laughed with him. They thanked him for being a positive light against a disease that can be so dark at times and isolating. I can’t imagine having MS, but I’ve been with Chris since the year he was diagnosed. It’s a disease you can’t see (at times) and as someone who is always around, I sometimes forget he even has it. Seeing other people relate to him and be inspired by him was a moment that will truly be unforgettable.

     Chris is now in his 11th season. But that night I watched and listened to a man that wants to help, wants to lead by example, and wants to be the best human being he possibly can – I was proud, I remember feeling this way after watching him play professionally for the first time. And for that, I don’t care how many wins or great plays he makes.  

     Good luck this weekend against Brescia, we play Brindisi. I am sad that I am missing another year of Barcolana, it is one of my favorite things I got to experience while living in Trieste. 

With love, 

Erin Wright

Cara Trieste

La scorsa settimana ho avuto l’occasione di presenziare a qualcosa di speciale, oltre alla prima vittoria in serie A di Derthona contro Brescia, che comunque è stata una bellissima partita. Ho visto Chris su un palcoscenico diverso da un campo di pallacanestro. Giovedì sera, dopo il secondo allenamento, abbiamo caricato i bambini in macchina e siamo andati a Milano per il lancio di un libro. No, non era il lancio del mio libro – ovviamente lo farei a Trieste (non preoccupatevi, ci sto lavorando). Era per l’uscita del libro “Quando iniziai un nuovo viaggio” di Filippo Martinelli Boneschi al teatro Franco Parenti.

Un neurologo milanese un paio di anni fa chiese a Chris se fosse interessato nel condividere il suo viaggio con la sclerosi multipla. Con mia grande sorpresa, Chris accettò. Siamo sempre stati molto riservati quando si è trattato di parlare pubblicamente delle sue condizioni. Ovviamente non volevamo spaventare le squadre (sì, ci sono stati un po’ di clubs nella sua carriera che erano restii ad ingaggiarlo a causa della SM). Quando gli è stata diagnosticata, lui è rimasto concentrato sul suo gioco per dimostrare alle squadre ed ai campionati che lui meritava di stare in campo esattamente come ogni altro giocatore. Successivamente è stato molto emozionante parlare di questo argomento molto personale con altre persone con la stessa malattia, perché la SM agisce su ognuno in modo diverso. E comunque, eravamo entrambi molto giovani e parlare dell’argomento ci metteva a disagio. Stavamo creando una famiglia, ci stavamo per sposare, e giravamo il mondo. Quindi, a quel tempo, semplicemente non ci pareva giusto parlarne.


Avanti veloce fino a giovedì sera. Il libro è stato completato, il dottore ci ha invitato alla presentazione ed ha chiesto a Chris di rispondere a qualche domanda sul capitolo di cui è protagonista. Chris si è seduto sul palco assieme a medici professionisti ed ha portato la sua testimonianza come persona gravata da tale condizione. Ho usato proprio questa espressione perché lui è una persona con una bella vita, ha grandi obiettivi ed aspirazioni esattamente come altra persona, è solo capitato che fosse affetto dalla Sclerosi Multipla. 
Chris ha raccontato il suo percorso con la malattia. Ha spiegato come influisce su di lui dentro e fuori dal campo, ha dato consigli agli altri su come affrontarla e su come avere comunque successo nonostante la diagnosi. Ho sempre ammirato l’ottimismo di Chris, ma ho capito che il suo ottimismo deriva dalla sua eccezionale capacità di pianificare ed eseguire. Ed ha ragione lui. Devi avere un piano ben congegnato, un sistema che ti supporti ed il coraggio di rimanere all’attacco. Questo non vale solo per le persone con la SM, ma proprio per tutti. Tutti noi abbiamo ostacoli da superare, la vita consiste nel capire come agire per destreggiarsi fra di essi.


Come sapete, sono una grande fan del gioco di mio marito, ma dopo quella sera ho capito che è anche un grande motivatore. Ero seduta in prima fila con CJ ed ho osservato la sala, guardando tutta quella gente ascoltarlo attentamente ed annuire mentre parlava. Dopo la discussione, la gente si è messa in fila per il suo autografo e lui ha sorriso e riso con tutti. Lo hanno ringraziato per aver gettato una luce di positività su una malattia che a volte può essere così oscura e portatrice di solitudine. Non riesco nemmeno ad immaginare cosa possa voler dire avere la SM, ma sono rimasta con Chris da quando gliel’hanno diagnosticata. Non è una malattia visibile (quasi sempre) e come quasi tutti quelli che ci incontrano, qualche volta addirittura mi dimentico che ce l’abbia. Vedere la gente relazionarsi ed essere ispirata da lui è stato un momento che non dimenticherò. 


Chris è ora nella sua 11a stagione. Ma quella sera ho guardato ed ascoltato un uomo desideroso di aiutare, che vuole essere da esempio, che vuole essere il miglior essere umano possibile – ed ero orgogliosa, ricordo di essermi sentita così solo dopo averlo visto giocare da professionista per la prima volta. E per questo, proprio non mi interessa quante vittorie conquisti o quante belle giocate faccia.
Buona fortuna questo weekend contro Brescia, noi giochiamo contro Brindisi. Mi dispiace di perdermi un’altra Barcolana, è una delle cose che mi sono piaciute di più quando vivevo a Trieste. 

Con amore

Erin Wright