21 dicembre 2021 – 23 gennaio 2022. Cosa rappresentano queste due date? Sono i il giorno in cui era in programma Seregno-Triestina e quello in cui si è disputato il derby con il Padova. In mezzo trentatre giorni, in cui si è festeggiato Natale, poi, proprio prima di Capodanno, si è scoperto che quasi tutti i giocatori alabardati erano risultati positivi al covid, quindi ci si è messi in attesa che la situazione si normalizzasse, tra un rinvio ed un ricollocamento delle partite del calendario, fino al momento di riprendere finalmente a giocare.
Non che il periodo sia passato solo a controllare l’esito dei tamponi, perché c’erano anche le manovre di mercato che a gennaio, in casa alabardata, hanno sempre contato, senza dimenticare il bollettino medico, vista la lista degli indisponibili e dei lungo degenti.
Insomma, trentatre giorni più colorati di rosa, nel senso delle notizie che viravano al bello: giocatori che stavano uscendo dal contagio e che non sembravano risentirne, squadra che ritrovava vecchi interpreti sulla via del pieno recupero, un certo dichiarato interesse a guardarsi intorno per puntellare ancor meglio l’organico per puntare a posizioni di maggior rilievo.
Poi, sono bastati nove giorni per passare dall’ennesima illusione, all’ennesima delusione: Padova, Sudtirol, Lecco e, per concludere, Juventus hanno segnato l’ennesima stagione imperdonabile delle maglie alabardate.
Già, perché non si possono fare solo buone prestazioni se poi non si riescono a far punti: il calcio non transige con chi non sa vincere e la Triestina non lo sa più fare. Gennaio ha messo a nudo tutte le manchevolezze della squadra di Bucchi: la puntuale ripetitività dell’errore difensivo – pur unico – che non permette poi recuperi perché il gol è diventato una chimera, la mancanza di interpreti in ruoli fondamentali, piuttosto evidente, giocatori che non riescono a dar più quelle che un tempo erano le loro caratteristiche vincenti.
L’illusione dei successi di fine 2021, il corroborarsi di sopite speranze se ne sono andate con le fette dei panettoni natalizi e con le bollicine di fine anno per riportarci indietro nel tempo, all’obiettivo generico dei play-off di fine stagione, obiettivo che – più o meno – possono avere più d’una buona metà di formazioni al via. L’ultima partita, quella casalinga con le giovani riserve bianconere, fissa forse definitivamente il futuro alabardato: un campionato a difendere una posizione che – classifica alla mano – sarà quasi impossibile cambiare in meglio visti gli undici punti di distacco dal quarto posto: certo, nei play-off la squadra ci arriverà visti gli otto punti di vantaggio sull’ultima posizione disponibile anche se, viste le ultime partite, non c’è da metterci la mano sul fuoco.
Se ci si poteva poi aspettare che l’intervento sul mercato di gennaio potesse cambiar le cose, stavolta non è andata come il solito: la società ha sfoltito la rosa prima con le decisioni dei due giocatori brasiliani di andarsene (forse per opposti motivi) poi mandando due giovani a farsi esperienza e liberandosi di un acquisto che vien da chiedersi perché sia stato fatto, visto che l’interessato forse non ha mai avuto la voglia di salire al nord. Infine lasciando andare un giovane su cui sembrava dovesse puntare parecchio. Dalle cessioni alle acquisizioni in prestito, entrambe “targate” Venezia: un laterale di fascia, inglese, incrociato con la maglia del Seregno, un centrocampista finlandese che, fermo da parecchio, il Venezia manda a recuperare da noi. Proprio il mercato sembra voler confermare le intenzioni della società che, pur interessata a qualche nome di un minimo prestigio, non ha, probabilmente, voluto insistere: la sensazione è che non abbia ritenuto di investire per cercare la rincorsa alle migliori posizioni ormai inavvicinabili, rinunciando anche a sfoltire una rosa troppo datata che, a fine stagione, sfiorirà naturalmente (ma lascerà molti liberi, quindi senza possibilità di ricavarne nulla). Certo, magari poi con la scappatoia degli svincolati qualcosa potrà ancor accadere: ma la strada sembra segnata. Questi sono gli uomini che andranno fino alla fine, con i loro pregi, non eccezionali, e i loro molti limiti che, in un gioco di squadra che non trova mai, con lo stesso bioritmo, undici interpreti, finiscono per prevalere. Accontentarsi non è un verbo che piaccia ai tifosi: ma, al momento, sembra quello più adatto, anche se indigesto: poi, magari, ti arriva a far visita l’ultima della classe e qualcosa si riaccende…. Già, perchè il calcio, che è il più bel gioco del mondo, con un gol riesce a far dimenticare anche le cose peggiori.
IL PROSSIMO TURNO (5/2; 14.30)
Fiorenzuola-Padova
Giana Erminio-Juventus U23
Legnago-Piacenza
Mantova-Trento
Pergolettese-Seregno
Pro Patria-Lecco
Pro Vercelli-Virtus Vecomp
Renate-Sudtirol
Triestina-Pro Sesto
Feralpisalò-Albinoleffe (16.30)
LA CLASSIFICA
Sudtirol punti 56;
Padova 51;
Renate 46;
Feralpisalò 45;
Triestina 34;
Juventus U23 32;
Lecco 32;
Pro Vercelli 30;
Piacenza 29;
Trento 27;
Albinoleffe, Virtus Vecomp 26;
Fiorenzuola, Mantova, Pergolettese 25;
Sregno 24;
Pro Patria 23;
Legnago, Giana Erminio 19;
Pro Sesto 17.