Poche ore e ci siamo: inizia un’altra stagione dell’era Biasin-Milanese, un’altra stagione che si preannuncia difficile da decifrare perché le premesse sono sempre le solite, già sentite. L’approccio non è molto dissimile dai precedenti: una squadra che esce da una stagione poco convincente che viene confermata, salvo qualche ritocco e che già fa pensare, dopo l’eliminazione in Coppa, che – nel caso volesse recitare una parte importante – verso gennaio andrà modificata. Film già visto, che non fa prevedere finali da “happy end”. Oltretutto, una squadra che esce da un periodo in cui, per le ben note ragioni, i tifosi hanno dovuto guardarla da lontano: e a furia di non aver più l’appuntamento allo stadio, qualcuno finisce per non considerarlo più prioritario: tanto più se le condizioni vengono aggravate dai cosiddetti protocolli, poco amati sicuramente ma, inevitabili.
Insomma, una stagione difficile, da affrontare anche fuori dallo stadio: niente abbonamenti, impossibile predisporli, biglietti da acquistare di volta in volta, con procedure che molti non amano, tanto che basterà il minimo intoppo per rinunciare al rito domenicale di un tempo.
Già il contorno è difficile, figuriamoci poi se le prestazioni della squadra, nel periodo della preparazione, non entusiasmano tanto, aggravate anche dai molti, troppi, infortuni che sembrano colpire a turno i giocatori alabardati. Non tragga in inganno il numero fin troppo consistente dei giocatori visti all’opera, perché per un bel manipolo la storia dice che serviranno solo a riempire la panchina. Non ultima, la paura per un tampone risultato positivo: al momento, sembra, non abbia causato danni nell’attuale gruppo squadra ma l’anno passato insegna su quanto sia subdolo il virus e sui suoi effetti ritardati.
Certamente non è una squadra già definita e non è escluso che vi siano partenze e magari qualche arrivo prima dell’imminente fine del “mercato”. A vedere le convocazioni per la prima di campionato non ci si può che sorprendere per l’alto numero di difensori rispetto quello dei centrocampisti, solo tre di esperienza da serie C e per la lista degli infortunati da cui certi giocatori entrano, escono e rientrano di giorno in girono.
Cristian Bucchi non deve aver vita facile in questo momento: la squadra disponibile, giocoforza, è quella che ha perso con Trento in Coppa e quella verrà riproposta probabilmente contro il neopromosso Seregno che, fiutata la situazione, cercherà di mettere a segno il colpaccio, puntando su entusiasmo e spregiudicatezza di chi affronta per la prima volta il palcoscenico importante.
C’è Offredi in porta, con Martinez in attesa; Rapisarda è in un buon momento sulla destra, Lopez difficilmente verrà rischiato, quindi sulla sinistra rivedremo probabilmente Giannò che non è dispiaciuto.
I centrali: Volta e Ligi, uno destro e l’altro sinistro, in alternativa Capela. A meno che Riccardi, arrivato da poco, non convinca l’allenatore a farlo debuttare.
I due di centrocampo non possono che essere Giorio e Calvano come i tre più avanzati Petrella, Di Massimo e De Luca alle spalle di Gomez. Paulinho, Gatto e Procaccio possibili entranti, gli altri, solo in caso di estremo bisogno.Litteri, Sarno, Maracchi, Struna, Coppola li vedremo in tribuna assieme allo squalificato Natalucci (due giornate da scontare per la zuffa contro il Koper) chesarebbe tornato particolarmente utile.
Non è un buon approccio alla prima di campionato ma la speranza è che la squadra abbia fatto tesoro dell’ esperienza di una settimana fa con il Trento e sia magari capace di ripartire come fece dopo aver subito il gol. Sarebbe già un buon inizio. Poi c’è il problema del gol. Ma quello è tutt’altro discorso.