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Trieste non sa pensare da grande: già finita la Coppa Italia biancorossa

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Nuova fallimentare spedizione alle Final Eight di Coppa Italia, nuovo esame di maturità fallito: contro Tortona l’Allianz si arrende alla prima accelerazione degli avversari, spegnendosi senza apparente reazione dopo soli dieci minuti

Era già successo più volte in questa stagione: quando si tratta di azzannare il campionato, di confermarsi ai livelli di eccellenza ai quali ha dimostrato di poter ambire, di fare quel salto di qualità in grado di lanciarla nel gotha del basket italiano, Trieste si spegne, si perde, cede alla pressione, è come se preferisse rimanere nella comfort zone di un pur brillante anonimato, guardandosi preferibilmente alle spalle piuttosto che verso l’alto. Era successo, in casa, dopo tre vittorie consecutive contro i resti di Varese, è successo di nuovo con la sconfitta interna contro Reggio Emilia quando c’era la possibilità di entrare in scia alla Virtus. Senza contare le F8 di un anno fa o la serie playoff contro Brindisi. Cambiano gli attori, cambia la direzione tecnica, non cambia la sostanza: la Pallacanestro Trieste è ancora troppo “piccola”, e probabilmente ormai lo è solo nella propria testa.

Final Eight conquistate, non per caso, da terza. Ranking nobile, un roster esperto con gente che questa manifestazione l’ha già giocata più volte, qualcuno ha giocato tre finali, qualcun altro l’ha anche vinta, questa benedetta Coppa Italia. Power ranking, storia, esperienza, blasone, pronostici, conferenze stampa, giocatori indisponibili, altri appena arrivati. Alla palla a due, in una partita “win or go home”, tutto questo viene totalmente azzerato. Nel momento in cui la palla sale verso il cubone del palazzo pesarese le chiacchiere vanno a zero, conta la voglia, la determinazione, la motivazione, l’accanimento feroce nel voler azzannare il risultato. E, certo, conta anche il talento, ma il talento è niente se la testa non lo controlla e lo indirizza. E, appunto, la testa di Trieste, dalla panchina fino all’ultimo dei giocatori, dimostra di essere probabilmente rimasta in città. La reattività dell’Allianz, dopo dieci minuti discreti in cui Tortona smaltisce la sbornia da esordio, si dissolve come rugiada sotto il sole estivo alla prima accelerazione dei bianconeri. Quando Ramondino capisce che Trieste non sarebbe stata in grado di reagire, senza peraltro fare nulla di eccezionale, con percentuali appena discrete dal campo, e con Cain e Daum in panchina, carica a molla una banda di assatanati che si lanciano su ogni pallone sia in attacco che in difesa, fanno girare la palla intorno agli immobili difensori biancorosso/azzurri strappano loro letteralmente i palloni dalle mani, sporcano ogni linea di passaggio al compassato attacco avversario, incapace di cambiare ritmo, piantato in una ostinata quanto sterile serie di iniziative sporadiche e prive di ritmo. Tortona, semplicemente, osa. E’ ardita, sfrontata, prende scelte difficili (specie con un JP Macura che non ha letteralmente paura di niente e nessuno) ed ha la fortuna di indovinarle minando la già labile fiducia dei ragazzi di Ciani, che se non altro riescono a limitare i danni andando negli spogliatoi con dieci punti da recuperare, un battito di ciglia per una squadra normale nel basket moderno. Ed infatti, un paio di sprazzi di Adrian Banks riescono a scuoterla all’inizio del terzo quarto, in cui dimezza lo svantaggio riaprendo completamente la partita. In quel momento, riemerge uno dei peggiori difetti strutturali di questo roster: ogni volta che, in un modo o nell’altro, magari approfittando di un calo degli avversari più che per un proprio cambio di marcia, riesce a rimediare ad un disastro annunciato, si appaga e torna nel proprio bozzolo, come se la missione fosse già compiuta. Solo che mancano ancora 17 minuti al termine, e Tortona non ci sta per niente: è in quel momento che la squadra di Ramondino dimostra tutta la sua qualità, la quantità di soluzioni alternative pur con un roster in emergenza per le assenze di Wright e Tavernelli. Prima Jamarr Sanders, poi un infallibile Daum abbattono in un minuto certezze e morale dei triestini, che a quel punto trasformano la loro partita in un lunghissimo ed incommentabile garbage time. Finiscono sotto anche di 24, hanno il linguaggio del corpo di chi vorrebbe già essere sotto la doccia. Difendono a tre metri dall’avversario senza nemmeno alzare le braccia, con i piedi ben piantati sul parquet, tanto che Tortona dà l’impressione di prendersi gioco di loro provando soluzioni talvolta cervellotiche o inutilmente spettacolari. Alla fine, salvano perlomeno parte dell’onore grazie ad una quarta frazione da 29 punti (maturati, va detto, a partita ampiamente archiviata con difese da oratorio in agosto) ed una buona prestazione balistica di Luca Campogrande, che se non altro ne approfitta per un allenamento supplementare di tiro da tre.

Le giustificazioni di coach Ciani a fine partita, comprensibili nel loro intento di far quadrato intorno alla squadra, stavolta non convincono, e se ne rende conto anche lui. Il Covid, la mancanza di continuità negli allenamenti, un giocatore fondamentale arrivato da poche ore…. Tutto vero, ma siamo onesti. Questa squadra, con questo atteggiamento, la partita non l’avrebbe vinta nemmeno giocando 80 minuti con un Fernandez mai uscito dal roster e senza nessun problema sanitario.

I singoli, in una partita che fa storia a sé per la sua importanza e la sua peculiarità, non sono giudicabili se non inseriti nel contesto che abbiamo appena descritto. Banks, pur esibendo un tabellino di tutto rispetto, disputa una partita insufficiente per intensità difensiva e scelte offensive, sporadicamente trovate più per frustrazione e reazione che al termine di azioni pensate. Decisamente fuori fase Corey Davis, che non riesce a dare alcun ritmo all’attacco triestino, impiega sistematicamente 7-8 secondi per superare la linea di metà campo togliendo tempo prezioso per la costruzione di qualcosa di decente, fallisce tiri elementari, non coinvolge i compagni. E’ probabilmente debilitato dall’intervento al dente subito qualche giorno fa, che comunque non equivale all’amputazione di un piede, che se non altro giustificherebbe in modo plausibile una prestazione così molle e sbadata. Peraltro, come prevedibile, le sue difficoltà non vengono attenuate dalla collaborazione di un Ty-Shon Alexander che sembra un pulcino smarrito, sbaglia quasi tutto e finisce addirittura in terreno negativo per valutazione. Concediamo al nuovo arrivato le attenuanti del caso, ma Ciani ha bisogno di farlo metabolizzare in fretta dalla squadra. Anonima la partita di Mian, impalpabile quella di Cavaliero e Campani. Pesantemente negativa quella di Marcos Delia, incomprensibilmente impreciso ed apparentemente svogliato sia in difesa che in attacco. Dalla completa debacle si salva Grazulis, tornato a predicare basket come nei tempi migliori della passata stagione, che se non altro cerca di mettere ordine al suo gioco, conquista rimbalzi, si ricorda talvolta che esiste un fondamentale chiamato tagliafuori, è un manuale di movimenti offensivi. Ed emerge anche la nuova buona prestazione di Sagaba Konate che, a parte le buonissime percentuali, torna ad essere un fattore come presenza nel pitturato, è un intimidatore a guardia del ferro, è difficilmente arginabile quando riceve palla vicino a canestro. Come spesso accaduto, il suo ondivago stato di forma fisica e mentale registra i suoi picchi più alti e più bassi nei momenti esattamente complementari al resto della squadra: in altre parole, sembrava un fantasma triste quando i compagni compivano scorribande esaltanti in giro per l’Italia, predica nel deserto quando i compagni depongono le armi a partita in corso.

Ciani, comunque, un pensiero assolutamente corretto lo ha espresso in sala stampa: tutto ciò che di buono i suoi ragazzi hanno fatto finora va capitalizzato e messo da parte. Domani inizia una nuova stagione, si parte da zero. E’ la parte di stagione più difficile, quella con più trasferte, quella degli scontri diretti in cui ogni singola azione varrà sempre di più a mano a mano che ci si avvicinerà al termine della stagione regolare. Si può star certi che tutte le altre squadre, ognuna alla ricerca del proprio obiettivo, moltiplicherà energie fisiche e mentali, aumenterà cattiveria agonistica e troverà nuove soluzioni tecniche per adattarsi alla marea di nuovi arrivi. Insomma, un nuovo campionato in cui, se si vorrà emergere, la testa dovrà tornare ad alzarsi, le mani ad abbassarsi sugli attaccanti, le ginocchia a piegarsi in difesa, gli occhi a fulminare gli avversari. E, magari, una buona volta bisognerà tornare ad essere ambiziosi, a guardare verso l’alto anziché al rischio (peraltro sempre presente) di venire risucchiati verso la bassa classifica: l’investimento appena fatto dalla società, una sorta di “all in” pokeristico, esige infatti il raggiungimento di obiettivi importanti, altrimenti potrebbe rivelarsi un boomerang.

Ma, prima di rituffarci in campionato fra due settimane, la Coppa Italia continua: le due semifinali non sono così scontate come potrebbe sembrare. Alla potenza dell’Olimpia è opposta la freschezza e l’entusiasmo di Brescia, guidata da un Amedeo Della Valle che si sta dimostrando un fuoriclasse e si candida fin d’ora al titolo di MVP. Situazione analoga nella parte destra del tabellone, dove la Virtus, che si è sbarazzata senza problemi di Brindisi, avrà di fronte una banda di assatanati che non ha paura di niente, come l’Allianz ha potuto sperimentare sulla propria pelle. Spettacolo assicurato, con un pensiero al grande ex biancorosso Chris Wright che non è riuscito nemmeno al sesto tentativo in Italia a disputare un match di Final Eight: non si conoscono le sue condizioni fisiche, ma ha seguito la squadra a Pesaro. L’augurio è quello di rivederlo in campo contro le V nere, la sua storia e la sua carriera lo meriterebbero.

ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE – BERTRAM DERTHONA TORTONA  82-94

Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 21, Davis 7, Konate 13, Longo, Deangeli, Mian 5, Delia 4, Campani, Cavaliero, Campogrande 15, Gražulis 13, Alexander 4. All: Ciani

Bertram Derthona Tortona: Mortellaro, Cannon 11, Tavernelli, Filloy 8, Mascolo 9, Severini, Sanders 17, Daum 22, Cain 4, Macura 23. All: Ramondino

Parziali: 23-21; 36-46; 53-71;

Arbitri: Lanzarini, Lo Guzzo, Bongiorni