Nonostante un roster penalizzato nelle rotazioni per le assenze pesanti di Fernandez e Banks i biancorossi fanno valere la differenza di ranking resistendo con i denti nel finale al ritorno della Vanoli e conquistano due punti che li portano al terzo (!) posto in classifica con un piede e tre quarti alle Final Eight di Coppa Italia.
(Photo: profilo Instagram di Marco Legovich)
Sono essenzialmente due le notizie che emergono dalla scorribanda esterna dell’Allianz: il 100% di vittorie in Serie A di coach Marco Legovich, all’esordio in panchina come head coach, e la fine della “maledizione delle ultime”, con Trieste che al quarto tentativo riesce finalmente a vincere contro il fanalino di coda di turno.
Ma, amenità a parte, l’Allianz torna dalla Lombardia con la consapevolezza che stavolta il cambio in regia sembra aver effettivamente portato un salto di qualità che potrebbe dimostrarsi decisivo in una stagione che si sta rivelando molto al di sopra delle attese e dei pronostici. Corey Davis gioca una partita mentalmente solida, baciata peraltro da statistiche ottime (23 punti in neanche 30 minuti con un eloquente 22 di valutazione finale): ma i numeri, in questo caso, non raccontano tutto della qualità che il nuovo playmaker triestino ha portato nella gestione dei ritmi e nella capacità di innescare i compagni, della personalità dimostrata nel prendersi responsabilità decisive nei momenti cruciali, della capacità di leggere i mismatch ed i vuoti difensivi di una Vanoli invero piuttosto modesta ma caricata a pallettoni dopo la strabordante vittoria contro Sassari di domenica scorsa, il tutto senza particolari forzature offensive. Qualcosa da rivedere la mostra ancora in difesa, dove peraltro ha fisico, intelligenza e senso della posizione per rivelarsi un cliente fastidioso per chiunque (conquista 3 rimbalzi e piazza addirittura due stoppate): c’è però da dire che, nonostante abbia potuto allenarsi con continuità nelle ultime due settimane, l’assenza di alternative vere nel suo ruolo a Cremona lo ha costretto ad uno sforzo superiore a quello standard, sottraendo energie che sarebbero state destinate all’intensità difensiva. Ci sarà tempo e modo per mettere a punto anche questo aspetto.
Coach Legovich dosa le rotazioni con il misurino, la sua squadra gestisce con parsimonia i falli e tutti i 9 senior a disposizione riescono a portare il loro contributo (andando tra l’altro tutti a segno), ma l’assenza di due leader come Fernandez e Banks, due goto men nei momenti decisivi, fa arrivare la squadra molto provata fisicamente e poco lucida negli ultimi cinque giri di orologio, nei quali rischia qualcosa perdendo banalmente alcuni palloni che sarebbero potuti costare carissimi a risultato ormai quasi acquisito se la squadra di Galbiati non avesse chirurgicamente fallito ogni singola azione negli ultimi 120 secondi.
La partita scorre su binari di equilibrio pressoché totale fino a metà del terzo quarto. Cremona è fisicamente debordante specie sotto canestro, e nei primi venti minuti è anche discretamente precisa dall’arco specialmente con Harris. Trieste, come da tradizione, litiga con il canestro da tre punti, però si dimostra praticamente infallibile da due. In effetti la verticalità, talvolta spettacolare, dei lunghi lombardi viene spesso portata a scuola di basket dai movimenti meno spettacolari ma tecnicamente ineccepibili, quasi jugoslavi di vecchia scuola, di Marcos Delia e Andrejs Grazulis con il primo a dare ripetute dimostrazioni sull’uso del piede perno e l’altro ad esibirsi in un gioco in post da manuale. Trieste realizza 25 punti nel primo quarto puntellando la sua deficitaria prestazione balistica da tre con il 70% da due punti. Daniele Cavaliero è il cambio naturale di Davis quando il play americano deve necessariamente rifiatare, e le indicazioni di Galbiati sono naturalmente quelle di usare su di lui tutta la pressione possibile da parte di Poeta, Spagnolo -messo fuori gioco più per lo spavento che per reali danni fisici da un volo di un paio di metri con atterraggio sulla nuca- e Pecchia. Il neo trentottenne capitano non si lascia particolarmente intimidire, e piazza anzi due bombe di platino che in un caso impediscono la fuga di Cremona, nell’altro danno l’abbrivio per il break decisivo. La svolta arriva nel terzo quarto, dopo un tentativo di allungo della Vanoli. Trieste, grazie soprattutto ad un monumentale Davis, chiude la porta nel pitturato ed approfitta del fisiologico e prevedibile calo nelle percentuali da tre degli avversari per prendere 9 punti di vantaggio al termine di un terzo quarto da 26 punti. A quel punto, però, esaurisce le energie e subisce un break di 9-0 che riapre completamente i giochi. Ma i biancorossi quest’anno dimostrano una forza mentale ed una motivazione che nelle ultime due stagioni non avevano mai esibito, specie quando perdevano l’inerzia della partita: stringono i denti, reagiscono, inducono gli avversari a forzature non nelle loro corde e ritrovano precisione dall’arco. Restituiscono il break rimettendo il naso avanti ma con il risultato ampiamente in bilico. Sagaba Konate, apparso fisicamente ancora da recuperare e fin lì “silente”, mette cinque punti consecutivi portando decisamente il suo contributo. Anche Fabio Mian, che sul parquet del PalaRadi aveva disputato un’ottima stagione l’anno scorso, rimette a posto la mira da oltre i 6,75, e dà costanza ad una prestazione difensiva sfiancante durata 33 minuti. Una quasi palla persa raccolta dalla spazzatura praticamente a metà campo con successiva bomba a fil di buzzer ed un tiro libero di Corey Davis sembrano mettere la parola fine sul +7 ad una manciata di secondi dal termine, poi Trieste pasticcia ma Cremona non ha la qualità per approfittarne. I due punti tornano in riva all’Adriatico in modo tanto insperato quanto meritato, con il primo traguardo stagionale praticamente già acquisito e la possibilità di chiudere il girone d’andata in una posizione di classifica che possa far sperare in qualcosa di più di una semplice partecipazione al gran ballo della Coppa Italia.
Domenica prossima, per proseguire su questo percorso, si torna in Via Flavia con la squadra al gran completo: tutti i negativi al tampone, compresi i due tenuti prudenzialmente a riposo contro Cremona, saranno a disposizione del coach nel recupero contro Reggio Emilia, nuovamente in “notturna” alle 20:45. Morale e consapevolezza nei propri mezzi non mancano, il fatto di avere il destino della stagione nelle proprie mani può essere un’arma a doppio taglio ma la pressione non deve schiacciare la mentalità vincente biancorossa.
Tabellini e classifica tratti dal sito ufficiale della LBA