Imprevedibile Allianz: fatica in apertura finendo sotto anche di 5 punti, per poi staccarsi decisamente nel secondo quarto scavando un gap di 16 lunghezze contro avversari ad un certo punto in balia della sua intensità, segnando 31 punti in dieci minuti con un parziale di 19-2 innescato dalla sorprendente serie del rientrante Luca Campogrande. Si spegne nel terzo quarto dilapidando l’intero vantaggio, finisce sotto di un paio di punti nella quarta frazione rischiando il tracollo ma infine, quasi inaspettatamente, reagisce. Fatica, sbaglia, pasticcia in attacco ma non si abbatte mai, si rifiuta di consegnare l’inerzia nelle mani di una Germani in piena fiducia, sopperendo alla giornata dalle percentuali agghiaccianti dalla linea del tiro libero ed alla partita mediocre di Fernandez e Grazulis con transizioni fulminanti da parte di Sanders, una tripla scaccia fantasmi e due liberi di Lever ed in generale con una prestazione sopra le righe di un Banks tornato a fare il leader vero. Evidentemente, come sottolineato da coach Ciani a fine partita, lo sforzo profuso da Brescia per rientrare nel terzo quarto ha sfiancato i migliori giocatori avversari, Della Valle, Mitrou Long e Cobbins soprattutto (buona anche la partita di Tommaso Laquintana, limitato dai falli nel finale), togliendo loro lucidità nei momenti decisivi negli ultimi minuti e favorendo i numerosi turnover generati dalla grande intensità difensiva biancorossa, che ha indotto una marea di palle perse da parte dell’attacco lombardo (20 a 17 la poco invidiabile vittoria di Brescia nella specifica statistica) e la grandissima difficoltà ad attaccare il ferro dove Konate e Grazulis sono stati per tutta la durata dell’incontro in grado di intimorire il non irresistibile pacchetto di lunghi della Germani.
Trieste schiera in quintetto Konate, segno che il fastidio accusato in settimana è superato e comunque è stato (giustamente) sopravvalutato per un eccesso di prudenza. Il lungo biancorosso appare tonico e sfoggia la solita esuberanza fisica: davvero imprescindibile la sua presenza sotto canestro, specie quando Cobbins, grezzo tecnicamente quando si trova a più di un metro dal ferro ma devastante quando si tratta di attaccarlo, inizia a prendere fiducia nella prima frazione sfruttando un paio di mismatch che lo portano a concludere indisturbato. La difesa nel pitturato, tornata a somigliare a quella sfoggiata contro Brindisi, è probabilmente la chiave della vittoria triestina, che ha concesso qualcosa dall’arco soprattutto a Della Valle e Laquintana nel primo tempo, senza peraltro subire particolari danni grazie alle percentuali piuttosto carenti da fuori messe insieme dal team di Magro (Brescia finirà con il 23% da tre frutto di un risibile 6/26).
Banks è improvvisamente tornato ad essere il pistolero delle annate migliori. Rimane in campo 33 minuti, in certi momenti sembra risparmiarsi (del resto un giocatore della sua esperienza è consapevole di non poter reggere dando costantemente il 100% per tutto l’arco della partita, durante la quale viene fatto rifiatare solo per qualche azione). Gli avversari costruiscono le partite cercando di sporcargli le linee di passaggio, cercando di negargli i blocchi, giocando con grandissima intensità difensiva su di lui soprattutto quando si trova sull’arco dei tre punti (approfittando anche della evidente mediocrità da fuori di Sanders e del momento di poca freschezza atletica di Fernandez), per cui è probabilmente il giocatore biancorosso a dover fare più fatica per esprimere la sua pallacanestro. Ma è anche il giocatore dell’Allianz dotato di più classe, quello in grado di percepire come una lince che caccia di notte il momento del match, le debolezze degli avversari, gli spiragli lasciati liberi, ed approfittare di ognuno di essi: 25 punti con 29 di valutazione a quasi 37 anni, 6 palle perse (del resto quando rimani in campo praticamente sempre la statistica non è dalla tua parte), i tiri liberi più importanti nella quarta frazione transitati dalle sue mani. E’ il leader riconosciuto ed è questo il motivo per il quale è stato preso.
Sorprende anche la freschezza atletica di Luca Campogrande, certamente meno della sua già ben nota capacità tecnica di spaccare in due le partite con il suo tiro da fuori (la serie da tre nel secondo quarto, che lo ha portato in doppia cifra in pochissimi minuti, è uno dei mattoni più importanti su cui è stata costruita la vittoria triestina). Ma dopo un’operazione non banale ad un’articolazione che per un cestista è praticamente un organo vitale, e l’impossibilità di svolgere la preparazione pre season con i compagni, l’intensità anche difensiva in cui si è speso nei 15 minuti che gli sono stati concessi (probabilmente troppi nelle sue condizioni, ma lo stesso coach ammette che sarebbe stato impossibile toglierlo durante la sua trance agonistica) dimostrano come il giocatore sia già a buon punto nel suo percorso di riconquista del top della forma.
Terzo giocatore dal quale giungono segnali che sorprendono in positivo è Corey Sanders. Lo stesso coach della Germani ammette di conoscere il giocatore per averlo già affrontato, e di aver costruito la difesa su di lui ben conscio della sua scarsa attitudine al tiro da fuori, cercando di limitarlo sui pick and roll o nel saltare la prima linea difensiva, gesto che invariabilmente lo porta al ferro. Sanders, però, contro Brescia non sembra essersene accorto: riesce a condurre la squadra con sicurezza e buon ritmo, chiude i contropiede schiacciando, batte sistematicamente il diretto avversario creando spazi che sfrutta con arresto e tiro da manuale o in terzo tempo o, ancora, pescando il compagno libero sotto canestro o sull’arco. E’ un giocatore complementare a Juan Fernandez, con il quale avrebbe dovuto condividere la regia spartendosi le abilità offensive. Ma in un momento della stagione in cui il Lobito sembra piuttosto indietro con il suo stato di forma, gioca poco, tira meno e non è supportato adeguatamente da un Daniele Cavaliero che fa generosamente quello che può, Sanders è in grado di tenere sulle sue spalle la responsabilità di condurre la squadra con sicurezza e personalità pur con i suoi limiti tecnici, sollevando da tale compito Adrian Banks.
Nota di merito, infine, per Alessandro Lever, vera scommessa del roster, che dimostra personalità sia in attacco che in difesa, e probabilmente spacca definitivamente l’equilibrio nella quarta frazione segnando con coraggio una bomba che vale tanto oro quanto pesa ed infilando sotto pressione due tiri liberi in una serata in cui la maggior parte dei suoi compagni si sono esibiti in una prestazione degna delle peggiori minors (alla fine Trieste chiuderà con un comunque deficitario 60% di realizzazione sui 35 tiri liberi tentati, ma è una percentuale che non raggiungeva la metà fino a 6 minuti dalla sirena finale).
Quattro punti in tre partite per l’Allianz, dunque, che con un po’ di concentrazione e di cattiveria in più, come del resto sottolineato anche da coach Ciani, avrebbero potuto essere sei. Due vittorie che permettono di guardare con maggiore serenità alla prossima trasferta di sabato prossimo sul parquet dei campioni d’Italia (che oggi hanno strapazzato la Reyer al Taliercio) ed alle due successive sfide contro formazioni più abbordabili della Virtus.
Intanto, le sconfitte di Reggio Emilia a Sassari e Treviso a Napoli, e le vittorie di Trento e Fortitudo lasciano a punteggio pieno solo Milano (che vince, ma solo di misura, il derby a Varese) e Virtus Bologna, con la sola Brescia sorprendentemente ultima da sola, ancora ferma a zero.
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