PALLACANESTRO TRIESTE – GERMANI BRESCIA 90-91 d.t.s.
Pallacanestro Trieste: Gaines 20, Pacher 6, Bossi 0, Davis 6, Spencer 6, Rolli ne, Deangeli 5, Ruzzier 2, Campogrande ne, Vildera 8, Bartley 29, Lever 8. Allenatore: Legovich. Assistenti: Maffezzoli, Vicenzutto.
Germani Brescia: Gabriel 12, Tanfoglio ne, Massinburg 5, Della Valle 16, Petrucelli 25, Cobbins 9, Odiase 6, Burns 4, Laquintana 2, Cournooh 12, Moss 0, Akele 0. Allenatore: Magro. Assistenti: Di Paolantonio, Cotelli.
Parziali: 18-21 / 28-18 / 18-21 / 16-17 / 9-10
Progressivi: 18-21 / 46-39 / 65-64 / 81-81
Arbitri: Lo Guzzo, Nicolini, Patti
Una Spencerata nel finale ed un tiro libero sbagliato dall’MVP ad un secondo dal termine del supplementare condannano i biancorossi che avevano condotto a lungo interpretando brani di ottimo basket. Una tripla di Cournooh ed un Petrucelli infallibile donano i due punti al team di coach Magro, ma Trieste mostra ulteriori progressi verso quello che dovrà essere il livello standard del suo gioco se vorrà pensare di salvarsi.
Legovich si affida in avvio ad un quintetto all USA, che ingaggia una sfida scoppiettante con una Leonessa rinfrancata dalla roboante vittoria di una settimana fa contro Tortona. Brescia si basa sull’asse Petrucelli-Della Valle, entrambi capaci di aprire le difese liberandosi per conclusioni esiziali od innescando i compagni specie sul perimetro. La squadra ospite nel primo quarto fugge anche sul +7, con Cournooh e Della Valle, ma Trieste è ormai fatta di una pasta totalmente diversa rispetto a quella arrendevole e passiva di solo un mese fa. I biancorossi ribattono colpo su colpo, danno fondo a rotazioni finalmente profonde e credibili, fanno esordire un Michele Ruzzier che, pur rimanendo sul parquet solo 11 minuti andando a concludere solo dalla lunetta, mostra numeri di alta scuola probabilmente assimilati in una stagione e mezza passata ad allenarsi con Milos Teodosic & co. E’ proprio Ruzzier a pescare Lever sull’arco per la tripla che permette a Trieste di completare la rimonta e mettere per la prima volta il naso avanti nel punteggio. Le continue rotazioni di Legovich hanno però una costante: Frank Bartley mantiene il rendimento esibito a Milano e trova conclusioni da ogni parte del campo, in qualunque situazione di equilibrio: dalla transizione al tiro da tre, dall’attacco al ferro all’arresto e tiro dalla media. Nel cuore del secondo quarto Trieste dà il meglio per intensità difensiva e pericolosità in attacco. Sono Deangeli con un tap in su un suo errore ed una tripla dall’angolo ed un Lever, apparso in deciso miglioramento fisico e tecnico rispetto al suo rientro a Milano, a firmare l’8-0 con il quale Trieste si porta a +7. Brescia ricuce, ma AJ Pacher mette il punto esclamativo sulla sirena del riposo lungo andando a schiacciare di prepotenza il ventisettesimo punto nel quarto per la sua squadra. Trieste chiude la prima metà di partita a +7.
Nella ripresa Brescia alza i colpi in difesa mettendo in grande difficoltà i biancorossi, che non vanno a segno per più di 3 minuti. Petrucelli e Della Valle, con Gabriel a spazzare i tabelloni (15 per lui alla fine), riagguantano Trieste senza però riuscire mai a riprendersi il vantaggio. Anzi, una volta smaltito l’impatto con la ripresa, i biancorossi si affidano a Bartley ed un redivivo Gaines per riprendersi un piccolo margine, ma il mood della partita porta inesorabilmente ad un finale punto a punto. Ed infatti Brescia riesce a mettere la freccia a cavallo fra terza e quarta frazione, andando anche sul +4 (65-69), ma Trieste, ancora una volta, reagisce: prima una bomba di Bartley, poi un contropiede di Davis finalizzato dallo stesso Bartley riportano Trieste in vantaggio. Gaines commette un ingenuo antisportivo vanificando l’inerzia tutta triestina sorretta finalmente da un pubblico deciso a tenere alti i decibel per tutti e 45 i minuti. Petrucelli firma l’81 pari riprendendo una partita che pareva andata, l’ultima azione nei 40 minuti è per Trieste con Gaines che però si fa stoppare brutalmente in penetrazione: Della Valle sfiora l’impresa tentando il buzzer beater da oltre metà campo, colpendo solo il ferro. Il supplementare è un gioco a scacchi, con entrambe le squadre che giocano con grande attenzione. I vantaggi si alternano, Spencer perde un sanguinosissimo pallone a meno di un minuto dalla fine tentando di servire sotto canestro Pacher con un lob troppo lontano dalle sue corde tecniche per poter essere definito anche lontanamente plausibile. Cournooh, lasciato forse troppo libero trova il canestro del +2 a 7 secondi dalla fine. Palla a Bartley, che subisce fallo in penetrazione ad un secondo dalla sirena. Brescia è in bonus. Due centri porterebbero ad un ulteriore over time, un errore alla sconfitta. Dopo una partita da 29 punti e 32 di valutazione, il treccioluto americano fallisce il primo tiro libero, cercando di sbagliare il secondo nella speranza di una preghiera a rimbalzo di qualche compagno. Il pallone, invece, si arrampica sul ferro e si infila a canestro: 90-91. La partita finisce così, con l’enorme rimpianto di aver lasciato per strada due punti fondamentali che parevano più volte in cassaforte. Il colpo è duro da digerire, il morale dei giocatori a fine partita, specie quelli protagonisti delle ingenuità più costose, è ai minimi termini. Legovich dovrà essere bravo a far rialzare loro la testa già da subito, nella consapevolezza che essere riusciti ad arrivare ad un millimetro dall’impresa di battere avversari evidentemente più attrezzati è qualcosa che sarebbe apparsa impensabile qualche settimana fa.
Come giustamente rimarcato da coach Legovich in sala stampa, ci sono stati piccoli errori e sbavature più evidenti. Falli ingenui commessi, mancati rimbalzi nei momenti cruciali del quarto quarto e del supplementare (sebbene nel complesso Trieste abbia prevalso in questo fondamentale 44-41 con ben 15 rimbalzi offensivi), meno palle perse rispetto agli avversari ma più determinanti, come quella di Spencer nell’ultimo minuto di supplementare. Sbavature che evidentemente sono costate i due punti, perché proprio negli stessi frangenti Brescia ha smesso di sbagliare, finalizzando tutte le azioni più importanti. Ma, nonostante il costo esorbitante pagato, allo stesso tempo i difetti evidenziati non devono offuscare completamente quanto di buono è stato dimostrato nel resto della partita. L’arrivo di Ruzzier ed il rientro di Lever, entrambi ancora non al top della condizione (il primo in quanto reduce da una fascite plantare che lo aveva bloccato a Bologna, il secondo appena rientrato dopo l’operazione ai legamenti del ginocchio) ridanno profondità alle rotazioni e consentono nuove soluzioni tecniche sia in difesa che in attacco. La squadra, inoltre, mostra una inedita cattiveria agonistica ed una motivazione finora sconosciute. Bartley cresce di partita in partita, ed attualmente offre prestazioni letteralmente da Eurolega. Lo stesso AJ Pacher si prende responsabilità con una personalità insospettabile, con una presenza intimidatoria nel presidio del pitturato e nel posizionamento a rimbalzo francamente insospettabili dopo le prime timide esibizioni in serie A. Gaines è la variabile impazzita del sistema, dal momento che in quel sistema fa proprio fatica a starci: si prende troppo spesso iniziative senza ritmo e troppo frettolose, del tutto inconsapevole (o meglio, incurante) del posizionamento dei compagni, fidandosi troppo delle sue capacità balistiche. Anche contro Brescia inizia in modo incommentabile, salvo poi rimettere a posto percentuali e disciplina almeno fino alle due assurdità nel finale che, assieme alla clamorosa Spencerata, sono probabilmente costate la partita. Davis, dal canto suo, che finora è stato l’imperatore incontrastato della costruzione del gioco, dovrà imparare a condividere ruolo e responsabilità con Michele Ruzzier: processo che non potrà essere velocissimo, che però potrà generare nuove soluzioni con entrambi in campo, come successo per piccoli tratti anche contro Brescia. Rimangono, inesorabili, i due punti deboli strutturali del roster: la mancanza di un’ala piccola, che contro la Leonessa è totale visto che Campogrande è reduce da una distorsione alla caviglia che lo ha di fatto escluso dai 10 scesi in campo, e l’evanescenza in post alto, nei giochi spalle a canestro, dove Spencer non è, né potrà mai essere, un punto di riferimento. Se e quando sarà possibile intervenire, la società dovrà partire proprio da lì.
Il frutto del lavoro di Marco Legovich e del suo staff è oggi evidente: il coach ha portato innovazioni stilistiche e tecniche, è riuscito a convincere la squadra a reagire e ribellarsi ad un destino che i più consideravano ormai segnato. Potremo essere sorpresi dall’aver visto in campo nell’ultimo quarto e nel supplementare praticamente sempre lo stesso quintetto, con l’ottimo Alessandro Lever e Michele Ruzzier seduti per quasi tutta la seconda parte di partita. Potremo aver visto troppo a lungo nei momenti decisivi uno Skylar Spencer troppo ingenuo per poter trovare soluzioni vincenti (del resto Vildera era uscito per falli) ed eventualmente troppo poco affidabile dalla lunetta. Potremo anche essere sconcertati nel vedere escluso dal referto l’unico giocatore disponibile in un ruolo (Campogrande), a vantaggio di un altro che invece ha dei compiti che ormai sono divenuti un doppione (Bossi). D’altro canto, non abbiamo elementi per poter valutare le condizioni fisiche di chi è rimasto in capo rispetto a quelle di chi è rimasto seduto -il riferimento alla caviglia di Campogrande è evidente- per cui essersi affidati agli uomini a più elevata affidabilità in quel momento potrebbe essere stata l’unica scelta disponibile. Ma la strada, ora, appare chiara e molto ben segnata, e questo è quasi esclusivamente merito del coach, al quale va riconosciuto il fatto di essere riuscito a riportare a bordo giocatori che parevano demotivati e rassegnati: lo stesso Spencer, nella sua modestia, consapevole di non essere riuscito a dare l’apporto di cui la squadra aveva bisogno, sbagliando oltretutto l’azione decisiva, esce fra le lacrime, lacrime che qualcuno che non ci tiene, o si considera semplicemente di passaggio, non verserebbe affatto.
Fallito il primo assalto al “secondo campionato” in cui Trieste si è tuffata dopo la sospirata fine del ciclo terrificante donatole dal calendario, domenica prossima saranno in palio altri due punti dal peso specifico incalcolabile sul campo di Reggio Emilia. Indispensabile ritrovare energie e morale, oltre alla consapevolezza che, con questo atteggiamento, i ragazzi di Legovich non partono più battuti con nessuno.
I nostri voti ai biancorossi: Gaines 6-, Pacher 6+, Bartley 8, Davis 6, Spencer 5, Ruzzier 6+, Lever 6+, Deangeli 6/7, Vildera 6+, Boss sv. Legovich & Staff Tecnico 7