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Sotto il vestito, niente

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Mentre il filmato gira a mille all’ora sui social, con commenti più o meno appropriati, la società alabardata, in merito al episodio Clotet-Krollis edita un comunicato tutto da interpretare.

“In seguito all’episodio avvenuto ieri sera a bordo campo durante la partita contro la Giana Erminio, l’US Triestina ribadisce che azioni di questo tipo sono inaccettabili e non rispecchiano i valori del club. Il calcio produce emozioni potenti ma, a prescindere dalle circostanze, i valori fondamentali di rispetto e dignità non possono essere compromessi. Il club sta adottando le misure necessarie per valutare adeguatamente la situazione e garantire un ambiente adeguato per i nostri giocatori che rispecchi gli standard desiderati.”

Per Clotet

Cosa vorrà dire la società? Che valuta la prosecuzione dell’incarico all’allenatore spagnolo? Che si schiererà a difesa di Krollis? O che forse gli standard desiderati sono da ristabilire? Forse che l’ambiente è degenerato e bisogna risanarlo? O magari che Clotet ha fatto bene e va sostenuto?

Chissà, quel che si dice vale poco rispetto a quello che sarebbe stato ovvio ribadire a chiare lettere. Del resto, da una società che, con la squadra al vertice e buone prospettive, ha licenziato in tronco l’allenatore per poi distruggere un organico cui sarebbe bastato qualche ritocco, invocando l’inizio di una nuova fase ancor più ambiziosa non si può pretendere granchè.

Il destino della povera Unione, che continuamente cade dalla padella nella brace, sembra quasi definitivamente compromesso. <la squadra è inesistente sotto il profilo caratteriale e paga gli errori conclamati del vertice, davvero incapace della conduzione della squadra e vien da chiedersi se anche la presidenza lontana sia formalmente colpevole della situazione.

Ovviamente non ci sono risposte perchè non c’è dialogo ma supponenza e, visto che va di moda, una resilienza assoluta nel voler andare avanti con questo schema, senza che nessuno abbia, non diciamo il coraggio, che è di pochi, quanto almeno la dignità di farsi da parte.