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Sono 80…. per Cento

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PALLACANESTRO TRIESTE – BENEDETTO XIV SELLA CENTO 80-66

Pallacanestro Trieste: Bossi 3, Filloy 2, Rolli ne, Reyes 20, Deangeli 9, Ruzzier 10, Camporeale ne, Campogrande 6, Candussi 14, Vildera 11, Ferrero ne, Brooks 5. Allenatore: J. Christian. Assistenti: M. Carretto, F. Nanni, N. Schlitzer.

Benedetto XIV Sella Cento: Mitchell ne, Mussini 12, Bruttini 4, Kuuba 5, Palumbo 23, Bucciol ne, Toscano 4, Archie 8, Moreno 2, Ladurner 8. Allenatore: M. Mecacci. Assistenti: A. Cotti, G. Ferlisi.

Parziali: 21-10 / 23-16 / 18-23 / 18-17

Progressivi: 21-10 / 44-26 / 62-49 / 80-66

Arbitri: M. Barbiero, C. Maschietto, F. Praticò

(Photo Credit sito ufficiale Pallacanestro Trieste)

Ottanta i punti segnati da Trieste contro la squadra emiliana, ottanta è anche la percentuale di vittorie nelle prime 14 partite di questa stagione. Vittoria apparentemente semplice quella di Trieste contro il team guidato da Mecacci, arrivata dopo 40 minuti condotti costantemente in vantaggio, un vantaggio che si dilata definitivamente già nel primo quarto e non scenderà più sotto la doppia cifra fino alla fine. Di semplice, però, in questa A2 c’è ben poco. Intanto, andavano definitivamente messi a tacere i fantasmi della partita d’andata, che nella sua prima metà non ebbe un andamento dissimile da quanto accaduto in via Flavia: +20 a 17 minuti dalla fine, sconfitta di 5 all’overtime. Ma le due squadre viste a dicembre sono entrambe sostanzialmente diverse rispetto a quelle che si affrontarono in quell’occasione. Intanto, si gioca a Trieste, e sebbene il palazzo presenti ancora un colpo d’occhio non certo degno delle potenzialità della piazza, non è esattamente come giocare nella rumorosa palestra emiliana. La squadra di Mecacci è ancora priva di un americano, con Mitchell che non viene rischiato (probabilmente sarebbe stato schierato nel caso ci fosse stata qualche chance di vittoria, ma l’andamento dell’incontro suggerisce una scelta giustamente conservativa) e qualche acciacco trascinato da tempo. Ma ad essere sostanzialmente diversa è la squadra triestina, molto maturata rispetto all’armata arrembante ma priva di personalità che approcciò in modo sconclusionato la stagione. Trieste è ormai consapevole delle proprie potenzialità ed usa in modo cinico la sua evidente superiorità tecnica, fisica e di profondità del roster. E’ razionale nel gestire i ritmi e scegliere le soluzioni offensive, ha affinato in modo evidente i meccanismi in attacco, riuscendo a giocare in transizione in modo sempre più efficace portando l’uomo ad attaccare il ferro come prima opzione, scegliendo lo scarico sul perimetro o l’extrapass solo in seconda battuta. E, soprattutto, è cresciuta in modo sensibile nel back court, esibendo una difesa aggressiva ed organizzata sia sotto canestro che sul perimetro, una uomo molto mobile, capace di aggredire all’occorrenza già oltre metà campo, una pressione che costringe gli avversari a scegliere sistematicamente soluzioni a bassa percentuale negli ultimi secondi di azione. Ed infine, è totalmente cambiata la tenuta mentale (dentro e fuori dal campo), con la capacità di resistere nei momenti di massimo sforzo avversario, di break subìto, di partita teoricamente riaperta: Trieste ora dà sempre la sensazione di non cedere mai l’inerzia della partita, di avere la capacità di controllare e contenere le fiammate degli avversari e, una volta sfogate, contro reagire con fiammate uguali ed opposte. Coach Christian, pagato l’impatto iniziale con la categoria ed il nuovo mondo nel quale è stato catapultato, è ogni partita più preciso, più preparato, più pronto in rapporto all’avversaria di turno, alle scelte relative alle rotazioni, alle chiamate dei time out, alla comunicazione non solo verbale con la squadra. Questa consapevolezza -che non riguarda solo Trieste- fa presupporre che non ci saranno particolari sorprese da qui alla fine della stagione regolare, e che il posizionamento che decreterà il calendario della fase ad orologio si deciderà quasi esclusivamente con gli scontri diretti fra le prime cinque, che Trieste suo malgrado dovrà affrontare quasi tutti in trasferta. Nonostante ciò, le grandi difficoltà di Forlì ad Orzinuovi (unico vantaggio dei romagnoli nei 40 minuti è il +1 finale), della Fortitudo contro Nardò (vittoria di 2 in volata) e contro Chiusi (battuta nei secondi finali), o di Verona contro Rimini, danno una nuova luce all’autorità senza discussioni con la quale Trieste si è sbarazzata di tutte queste formazioni, in casa ed in trasferta, dai più attribuita alla modestia degli avversari ma in realtà da accreditare in larga misura alle capacità di imporsi della squadra biancorossa.

La partita contro Cento non ha praticamente storia. Dopo il solito inizio con le polveri bagnate, Trieste si impossessa dell’inerzia e dilata progressivamente il suo vantaggio, difendendo in modo talmente intenso che spesso Cento non riesce nemmeno ad andare al tiro. La squadra di Christian è anche molto ordinata ed attenta (solo 6 palle parse in tutti e 40 i minuti, di cui 4 solo da Ariel Filloy), non spreca nulla, sbaglia qualche tiro ma sono sempre conclusioni ben costruite, senza forzature. La partita sembra finita al 20′ con un divario che sfiora i 20 punti, divario che si dilata ulteriormente nel terzo quarto, salvo venire ridotto a 13 nel momento di massimo sforzo emiliano. Ma è un fuoco di paglia: è sufficiente premere leggermente sull’acceleratore e tornare ad accrescere l’attenzione difensiva per ristabilire il divario di sicurezza fra le due squadre, divario che tutti, già a dieci minuti dalla sirena finale, hanno l’impressione che non avrà nessuna possibilità di venire ricucito. Gli ultimi minuti sono terreno fertile per sperimentazioni inedite (o perlomeno per rotazioni poco sfruttate e quintetti talvolta curiosi), senza che peraltro il rendimento generale ne risenta particolarmente.

In una prestazione corale senza protagonisti assoluti, il solo Reyes prova a far valere la propria onnipotenza e pecca talvolta di egoismo dopo qualche partita in cui aveva pensato soprattutto a far giocare i compagni: quando penetra o riceve la palla nel pitturato, invariabilmente le difese avversarie collassano per provare ad arginarlo, e questo è un vantaggio che andrebbe maggiormente sfruttato cercando i compagni liberi. Ma è un peccato veniale, in quanto, per l’appunto, stiamo parlando di onnipotenza. Ad ogni forzatura, si contrappone un rimbalzo offensivo, una palla rubata, una finta che finisce con le mani dentro il canestro: alla fine, anche contro Cento, è la solita “pantofolata” da 20 punti, 9 rimbalzi 21 di valutazione. Continua, inoltre, la crescita esponenziale di Giovanni Vildera, una crescita non certo casuale ma frutto di intenso lavoro individuale anche sui fondamentali (è diventato un cecchino dalla lunetta…), sul posizionamento a rimbalzo anche offensivo, sul tagliafuori, sulle scelte offensive, sul trovarsi sempre al posto giusto nel ricevere l’assist e trasformarlo in punti utilizzando il tabellone. E’ un tipo di giocatore totalmente diverso rispetto a quello dell’anno scorso, decisamente complementare al compagno di reparto Francesco Candussi, molto più tecnico e perimetrale rispetto a lui: i due costituiscono una batteria di lunghi italiani di un livello che nessuna altra squadra in tutta la A2 può vantare -per la maggior parte almeno uno dei due spot è coperto da uno straniero- e dunque donano alla squadra una atipicità che si rivela un rebus difficilmente risolvibile. Francesco Candussi che, dal canto suo, vitalizza il suo tabellino in modo silente: 14 punti con due triple e 6 rimbalzi in 22 minuti per il centro di Palmanova, numeri che sembrano maturare senza sforzo apparente.

Poche ore di riposo per la squadra, e poi la testa tornerà a rivolgersi allo scontro diretto più importante, quello dell’antivigilia di Natale, sabato prossimo, al PalaDozza. Ribaltare il maledetto -19 dell’andata appare un’impresa non certo agevole, ma rimettere a posto il computo degli scontri diretti, in vista di un probabile arrivo a più squadre con la classifica avulsa a determinare le posizioni, diventa un’esigenza di classifica essenziale. Essenziale tanto quanto dare un preciso messaggio ad un’avversaria che ha “assaggiato” i biancorossi nel punto di down più profondo dell’intera stagione: Trieste, invece, è tornata, c’è ora e sarà sempre più un cliente con cui fare i conti da qui ai playoff.

Risultati 15a giornata – Girone Rosso
16/12/2023UEB Gesteco CividaleUCC Assigeco Piacenza62 – 85
16/12/2023Tezenis VeronaRivieraBanca Basket Rimini84 – 78
17/12/2023Pallacanestro TriesteSella Cento80 – 66
17/12/2023Umana ChiusiApu Old Wild West Udine43 – 79
17/12/2023Agribertocchi OrzinuoviUnieuro Forlì71 – 72
17/12/2023Flats Service Fortitudo BolognaHDL Nardò Basket71 – 69
La classifica

P
GVP%
Flats Service Fortitudo Bologna241512380.0
Unieuro Forlì241512380.0
Pallacanestro Trieste221411378.6
Apu Old Wild West Udine221511473.3
Tezenis Verona201510566.7
UCC Assigeco Piacenza16158753.3
HDL Nardò Basket14157846.7
Sella Cento101551033.3
UEB Gesteco Cividale81541126.7
RivieraBanca Basket Rimini81541126.7
Agribertocchi Orzinuovi61531220.0
Umana Chiusi41421214.3