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Se questa è la fine della mia carriera, non potevo scegliere un posto migliore per chiuderla

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Stavolta è davvero finita. Certo, i segnali convergevano tutti. Le dichiarazioni del Presidente erano chiarissime già da un paio di settimane, le scelte societarie sulla firma di un sostituto per finire la stagione altrettanto esplicative. Ma mancava la certezza, mancavano le parole del protagonista: il Lobito non aveva ancora annunciato urbi et orbi le proprie intenzioni, lasciando aperta una flebilissima fiammella di speranza nei fan triestini, almeno per la prossima stagione.

Il post pubblicato su Instagram da Juan Fernandez per commentare lo striscione esposto dalla Curva Nord domenica scorsa in occasione della partita contro Venezia toglie ora ogni dubbio:

Dopo il tempo necessario per liberare la mia testa e chiarire alcune idee, con il supporto della mia famiglia ho deciso di non giocare più questa stagione e di allontanarmi indefinitamente dal basket professionistico.Dopo una serie di eventi personali e professionali e un ultimo periodo per me molto difficile, ho raggiunto un punto di rottura nella mia carriera e nella mia vita che richiede un cambiamento, mettendo la mia salute mentale e il benessere della mia famiglia sopra tutte le altre cose.Scrivo questo post perche ieri ho ricevuto tanti messaggi e foto di questo striscione, e ho sentito la necessità di ringraziarvi con questa pubblicazione.Trieste, se questa è la fine della mia carriera, non potevo scegliere posto migliore per chiuderla. Una parte del mio cuore rimarrà per sempre in questa città e non dimenticherò mai l’amore che avete mostrato per me e per la mia famiglia in questi anni, ma sopratutto questi ultimi mesi.Grazie a tutti, di cuore ❤️

Fine dell’avventura triestina per l’argentino patocco, per la promessa albiceleste cresciuta ed esplosa a Temple University, portata in Italia dall’Olimpia Milano, protagonista di una promozione a Brescia, “parcheggiato” qualche mese in Spagna, ed infine impiantato in una sorta di habitat naturale a Trieste, dove ha trovato rivincite sportive, la nascita di un figlio, decine di amici veri, un’altra promozione, la riconoscenza infinita ed incondizionata di un popolo che ha adottato lui e la sua famiglia come un figlio di questo estremo lembo di nord est. L’immagine del Lobito con Daniele Cavaliero, Andrea Coronica e Teo Da Ros abbracciati a metà campo al termine della scorsa stagione rimarrà per sempre un’icona della storia recente, ed anche meno recente, del basket giuliano. Il Lobito lascia un vuoto che si sta dimostrando impossibile da colmare, non tanto (non solo) dal punto di vista tecnico, ma soprattutto dal punto di vista umano per la sua leadership, le sue capacità di mediazione, la sua presenza costante ed autorevole in spogliatoio.

I Fab Four della storia recente del basket triestino

Qualunque sia la prossima strada di Juan, che lascerà presto la città con la famiglia, probabilmente con destinazione Stati Uniti, e che lunedì sera è stato festeggiato in un locale del centro in un happening a sorpresa organizzato dal suo amico Dani, Trieste non potrà che rimanere per sempre nel suo cuore. Ma anche il Lupetto occuperà per sempre una parte del cuore degli innamorati della Pallacanestro Trieste.