“Sono deluso – ammette Michele Santoni, allenatore della Triestina -perché perdere non è mai quello che si vuole. E’ accaduto lo scenario che temevo prima della partita con l’Arzignano, se inizi la partita senza la dovuta concentrazione e finisci sotto, è più difficile recuperarla e forse ancor di più con loro in dieci, perché gli avversari hanno un ulteriore impulso per difendersi ancor di più e ancora meglio. Devo chiedere di più alla squadra e la squadra deve far di più per segnare, abbiamo avuto più di qualche occasione ma tiri fra i pali zero, questo è un problema e dobbiamo risolverlo. Almeno dobbiamo centrare la porta, Eetu davanti al portiere, D’Urso con la palla in area piccola che la rimette in mezzo, cross ne abbiamo fatti tanti nel modo sbagliato, quando avevamo invece preparato la palla all”indietro sapendo dei loro centrali alti. Frenesia, mancanza di personalità, una serie di fattori dovuti a una serata negativa.
I movimenti di mercato fino all’ultimo giorno e le tante assenze lasciano il tempo che trovano, siamo la Triestina e la rosa riteniamo sia importante. Queste partite bisogna essere in grado di gestirle comunque, anche perché non è che ogni volta possiamo dire mancava questo o mancava quell’altro. Ci sono giocatori giovani ma li abbiamo presi apposta perché crediamo nelle loro potenzialità, devono quindi prendersi le loro responsabilità e giocare da uomini che fanno parte di questo gruppo.
Dovevamo attaccare in modo diverso, con maggior lucidità, mettendo in mezzo i palloni diversamente e attaccando l’area, di fronte a una squadra che ha fatto una grande prestazione difensiva. La settimana scorsa sembrava fossimo più avanti, oggi un passo indietro, dobbiamo continuare a lavorare. Quello che dico sempre ai ragazzi è che la prima cosa che dobbiamo pareggiare con gli avversari è la voglia di vincere i duelli, l’agonismo, poi sarà la nostra qualità a dover fare la differenza. Se non riusciamo a fare a sportellate con l’avversario non ha senso neanche andare in campo, questa è la mia delusione più grande di oggi”.
“Abbiamo fatto tanto gioco e tanto possesso palla – dice Christian D’Urso – ma è mancato il gol, abbiamo provato a segnare in ogni modo trovando grandi difficoltà contro una squadra che in pratica si schierava 7-2. E’ difficile spiegarlo anche a chi vede da fuori, è paradossale ma con la loro espulsione dopo lo svantaggio si sono completamente chiusi, ed è diventato ancor più difficile, ci abbiamo provato in ogni modo ma è evidente che avremmo dovuto fare molto di più.
Dovevamo per forza andare al cross perché in mezzo non c’era letteralmente spazio, se giocavamo in mezzo c’era sempre qualcuno di loro schiacciandosi con due linee serrate a venti metri dalla porta. Sta anche nella nostra filosofia girare palla per far uscire l’avversario e sviluppare poi il nostro gioco, solo che loro non uscivano e per questo abbiamo provato mettendo tanti cross senza però trovare il colpo giusto per segnare”.
Credit by Emilio Ripari – Ufficio Stampa Triestina Calcio 1918
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