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Riflessioni sotto rete

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Riprendiamo un “post” del Volley Club sulle visite mediche dui reintegro: una vera sfida tra covid, burocrazia, buonsenso e i soliti furbetti…

“La società reputa fondamentale segnalare il vero problema che mette a rischio il regolare svolgimento dei campionati e le attività di SPORT e SALUTE dei nostri tesserati e non solo…le visite mediche RETURN TO PLAY!
Nella migliore delle ipotesi le tempistiche sono di circa 10-14 giorni dalla negativizzazione + 30 giorni di attesa per fare la visita (come era l’anno scorso senza vaccini).
Questo, nell’attuale quadro con un numero di contagi altissimo anche tra i soggetti vaccinati, comporterà il rischio maggiore di blocco delle attività.

Sarà appunto il discorso delle positività e del conseguente RETURN TO PLAY che causerà ulteriori intoppi e non garantirà la costante presenza degli atleti, a cui ovviamente aggiungiamo le difficoltà gestionali di una rosa in pandemia.
Teniamo a sottolineare che la società sta lavorando e spingendo in maniera continua sui suoi tesserati in merito alla corretta effettuazione di tamponi presso strutture ufficiali in caso di sintomi, nonostante la certificazione di un’eventuale positività comporti l’esclusione dell’atleta dalle attività per almeno 1 mese e mezzo e l’incremento di costi da sostenere per delle visite che mediamente girano tra i 75 -250 euro a carico delle famiglie o associazioni.
Come associazione sportiva lanciamo l’appello, per le ragioni sopra mezionate, di rivedere le modalità delle visite RETURN TO PLAY, tenendo in considerazioni anche i casi di vaccinati e asintomatici, e confidiamo in un intervento importante delle istituzioni e delle federazioni che conoscono ampiamente il problema. Paradossalmente una persona post negativizzazione può andare in palestra fitness a sollevare 100KG di panca, o correre una maratona in formula autonoma, ma non si può allenare in una struttura con tecnici formati, staff medico, fisioterapico, preparatore atletico o addetto al primo soccorso e/o defibrillatore.
Quindi sicuramente in caso di forme gravi di malattia l’atleta va seguito nel dettaglio e con cure riabilitative, ma per atleti vaccinati pauci-/asintomatici questi tempi di recupero, senza una possibilità di valutazione clinica puntuale e precisa, rischiano di portare le persone alla ricerca di scorciatoie non consone nell’ottica di un contenimento di pandemia (che non saranno seguite della società scrivente) rispetto al corretto monitoraggio e controllo presso strutture ufficiali e cura della salute.”

Fermo a fino a fine gennaio l’attività della pallavolo in regione, sarebbe il caso di affrontare per tempo l’argomento….