Una presentazione sobria, forse anche troppo per una proprietà americana che si immaginerebbe più sensibile all’aspetto spettacolare del business, lancia la campagna abbonamenti per la stagione della ripartenza, anzi della rinascita, come con termine non tradotto in italiano viene battezzata da Prab Sekhon, membro del board di CSG presente al fianco del presidente De Meo e del GM Arcieri.
Una campagna semplice e razionale, per certi versi anche troppo pragmatica. Sekhon parte parlando dell’inflazione che ha fatto lievitare tutti i prezzi, del fatto che nella prossima stagione ci sarà una partita casalinga in più rispetto all’anno scorso, di costi fissi di gestione del palazzetto lievitati in modo esponenziale. Ma anche del fatto che rispetto all’anno scorso c’è di mezzo una deludente retrocessione ed il campionato al quale la Pallacanestro Trieste si appresta a partecipare è ben meno prestigioso rispetto alla Serie A. Considerato tutto ciò, il club propone prezzi ribassati di un 10% medio, con l’introduzione di un nuovo settore dedicato agli studenti universitari a prezzo ridotto, ma anche di un mini abbonamento per gli Under 5.
Nella città delle infinite polemiche per il prezzo di una fetta di torta era facilmente prevedibile che tale lancio -comunque fosse stato strutturato e declinato- avrebbe suscitato ogni tipo di polemica e lamentela. In effetti il pragmatismo chirurgico di CSG, che dichiaratamente punta alle 2500 tessere, nel suo minimalismo si è “dimenticato” (in modo peraltro cosciente) alcuni accorgimenti che sarebbero stati opportuni oltre che vincenti dal punto di vista del marketing, come uno sconto, anche simbolico, per i vecchi abbonati o un pacchetto famiglia per il nucleo familiare che sottoscriva due o più abbonamenti. O, ancora, un premio di diversa natura -un gadget, una maglietta, una consumazione al bar per i tifosi più fedeli, magari a quelli che avevano deciso di non chiedere rimborsi nell’anno del Covid e che hanno sottoscritto comunque l’abbonamento nelle stagioni successive. Entrate che sarebbero sostanzialmente state non troppo diverse da quelle che in effetti verranno realizzate, ma con un “vestito” comunicativo ben diverso.
In ogni caso, a ben guardare, nei settori più popolari ogni partita costerà poco più di 10€ (9,40 € per gli Under 18, 8,20€ per gli universitari), con prezzi totalmente in linea nei restanti settori, come i 18€ a partita nelle due tribune. Del tutto sterile, inoltre la polemica per l’abbonamento da 30€ per gli Under 5, obbligatorio per motivi di diritti SIAE: considerato che, anche in questo caso, ogni partita costerà per i tifosi più piccoli 1,87 € -meno dell’ingresso cortesia a due euro degli anni scorsi- e garantirà anche per loro un posto numerato a sedere, accapigliarsi per una cifra del genere appare perlomeno curioso. Aggiungendo il fatto che la scelta dichiarata è quella di variare il prezzo dei biglietti singoli in ogni partita (con derby e sfide più importanti che saranno prevedibilmente di gran lunga più costose del prezzo fisso acquistato con l’abbonamento) e che anche in questa occasione la proprietà ha ribadito di voler allestire una squadra di Serie A che partecipi al campionato di A2, sottoscrivere l’abbonamento, passata l’inevitabile delusione iniziale, sia la scelta più razionale per chi abbia intenzione di seguire dal vivo la cavalcata dell’agognata rinascita.