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Quando il Gioco diventa Vita: la Battaglia interiore di un Atleta

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Ogni essere umano nel corso della sua esistenza sviluppa diversi “io” che complessivamente compongono per intero il carattere, le emozioni, le abilità… in poche parole, la persona stessa. Quando si inizia a coltivare una passione, dentro di noi nasce un lato che esce fuori e vive indipendente ogni qualvolta si fa ciò che si ama. Io amo giocare a pallavolo, e so che sono sdoppiata a metà, c’è un lato, che è comandato da Sofia, come ragazza semplice, che prova a sopravvivere in un mondo esigente, fatto di sfide quotidiane e poi c’è l’altro lato, quello della Sofia atleta, ch vive di sfide fisiche e mentali, che sogna in grande e che vuole vedere realizzare tutte le sue aspirazioni. Questi due lati di me, che coesistono nello stesso corpo, ogni tanto vanno d’accordo, ma talvolta sono in conflitto, perché spesso capita che un lato prevalga sull’altro, portandomi delle volte da un estremo all’altro. Provo a spiegarmi, durante la stagione sportiva, il sopravvento ce l’ha sempre avuto la Sofia sportiva, che come una macchina spinge il proprio corpo e la propria mente al limite, in quanto deve avere la capacità di tenere tutto insieme senza lasciare nulla indietro, la scuola, gli allenamenti, la salute fisica e tanti altri dettagli fondamentali, ma il problema è che quando la stagione finisce tocca alla Sofia ragazza semplice raccogliere i pezzi per strada, curarli e rimetterli insieme.

Essere uno studente atleta non è facile, oltre alle pretese e agli obbiettivi provenienti da te stessa, anche l’esterno spinge su tutti i fronti affinché tutto quadri alla perfezione, significa essere organizzati, caparbi, non lasciare nulla al caso, spingere il proprio fisico al limite, e spremere il proprio cervello per tenere tutto unito e funzionante. Nel mio caso, la Sofia atleta che vive negli Stati Uniti, nella capitale dell’Alabama, all’ interno dell’università Auburn University At Montgomery, si sveglia ogni mattina alle 5:45, si allena, fa pesi, si prende cura del proprio fisico, e tutto ciò prima delle 10 del mattino, perché poi, subentrano le lezioni, lo studio e i vari meeting e appuntamenti a cui siamo soggetti. Essere uno studente atleta serio, significa anteporre il proprio successo sportivo e la costruzione del proprio futuro al divertimento con gli amici, al tempo di qualità con la propria famiglia, ma anche ad un semplice spazio personale fatto per riposare o rilassarsi, perché la verità è che per essere uno studente atleta, bisogna avere coraggio, fegato, e non bisogno arrendersi mai, perché in tal caso, sarei ancora sul divano di casa mia a Trieste, in Italia.

Essere un’atleta, una pallavolista, una studente-atleta è davvero fantastico, ma può capitare che come in una lunga relazione amorosa, la passione possa scemare, e sta a te o al tuo parter, trovare il modo per riaccendere la fiamma. Ecco allo stesso modo funziona per gli atleti e il proprio sport, ci scorre nelle vene, ma ogni tanto, soprattutto dopo tanti anni sentiamo l’esigenza di una pausa. Ovviamente l’essere studente-atleta, non permette una cosi libera e drastica decisone, ma ciò che si può fare è quello di trovare degli spazi da dedicare a se stessi, a coltivare altre passioni, perché spesso la monotonia ci può portare a odiare ciò che invece ci ha sempre donato tanto. Questo calo di interessi può comportare diverse sfaccettature, da un calo nel rendimento sportivo, ad un fastidio diffuso per ogni aspetto riguardante lo sport stesso fino ad arrivare ad arrabbiarsi con se stessi, perché oltre alla situazione che si scatena esternamente c’è quella che avviene internamente ed è sicuramente la più devastante. Per riallacciare la questione riguardo ai diversi io interni ad uno sportivo, è proprio questo il momento in cui il lato della persona deve mettere a tacere le voci nella testa dell’atleta, deve convincerlo che è solo un passaggio momentaneo, e che ciò che nella tua vita è stato fondamentale per cosi tanto tempo, non può scomparire nel nulla, ma probabilmente ha solo bisogno di una piccola scintilla per riaccendere e alimentare quel fuoco che negli anni è stato un vero e proprio incendio.

When the Game becomes Life: the inner battle of an Athlete.
ENGLISH VERSION

Every human being in the course of his or her existence develops different “selves” that altogether make up the entire character, emotions, abilities–in short, the person himself or herself. When we begin to cultivate a passion, a side is born within us that comes out and lives independently whenever we do what we love. I love playing volleyball, and I know that I am split in half, there is one side, which is commanded by Sofia, as a simple girl, who tries to survive in a demanding world of daily challenges, and then there is the other side, that of the Sofia athlete, who lives by physical and mental challenges, who dreams big and wants to see all her aspirations realized. These two sides of me, coexisting in the same body, sometimes get along, but sometimes they are in conflict, because it often happens that one side prevails over the other, sometimes taking me from one extreme to the other. Let me try to explain, during the sports season, the upper hand has always been held by the sports Sofia, who like a machine pushes her body and mind to the limit, as she has to have the ability to hold everything together without leaving anything behind, school, training, physical health and so many other basic details, but the problem is that when the season ends it is up to the simple girl Sofia to pick up the pieces on the road, take care of them and put them back together.

Being a student athlete is not easy, in addition to the demands and goals coming from yourself, the outside also pushes on all fronts for everything to work out perfectly, it means being organized, stubborn, leaving nothing to chance, pushing your physique to the limit, and squeezing your brain to keep everything together and working. In my case, the Sofia athlete who lives in the United States, in the capital city of Alabama, at Auburn University At Montgomery, wakes up every morning at 5:45 a.m., do practice, works out weights, takes care of her physique, and all of that before 10 a.m., because then, classes, studying and the various meetings and appointments we are subject to take over. Being a serious student athlete, means putting one’s sporting success and building one’s future ahead of having fun with friends, quality time with one’s family, but also a simple personal space made for resting or relaxing, because the truth is that to be a student athlete, one must have courage, guts, and never need to give up, because in that case, I would still be on the couch at home in Trieste, Italy.

Being an athlete, a volleyball player, a student-athlete is really great, but it can happen that as in a long love affair, the passion can wane, and it is up to you or your parter, to find a way to rekindle the flame. Here in the same way it works for athletes and one’s sport, it runs through our veins, but every now and then, especially after so many years we feel the need for a break. Obviously being a student athlete, does not allow such a free and drastic decision, but what one can do is to find spaces to devote to oneself, to cultivate other passions, because often monotony can lead us to hate what has always given us so much instead. This decline in interest can lead to various facets, from a decline in sports performance, to widespread annoyance with every aspect concerning the sport itself to even getting angry with oneself, because in addition to the situation that is unleashed externally there is the one that takes place internally and it is certainly the most devastating. To tie it back in regarding the different internal selves in an athlete, this is precisely the time when the side of the person has to silence the voices in the jock’s head, has to convince him or her that it is just a momentary transition, and that what has been fundamental in your life for so long cannot disappear into thin air, but probably just needs a little spark to rekindle and fuel that fire that has been a real blaze over the years.