Con la partenza della prevendita per Gara 3 fra Trieste e Torino (tutti i particolari, prezzi e date delle promozioni “Fight As One” sul sito della Pallacanestro Trieste), inizia la settimana cruciale, quella che porta al momento della verità tanto atteso, quello al quale non ci saranno prove d’appello, le scuse staranno a zero così come i proclami di reazioni e miglioramenti futuri. Da domenica prossima conta solo vincere, aggiungendo la capacità non comune di riuscire a resettare completamente testa e gambe dopo ogni gara, dopo ogni vittoria così come dopo ogni eventuale sconfitta. Prevarranno le squadre che, indipendentemente dal ranking e dai pronostici, arriveranno all’impegno con la mentalità giusta, in un crescendo di forma e chimica di squadra, motivazione e convinzione nei propri mezzi. Il fattore campo, tranne che in pochi, se non pochissimi, casi, non sarà per forza determinante e questo particolare gioca ovviamente a favore di Trieste che, da logica, dovrebbe giocare tutti e tre i turni con l’eventuale bella fuori casa. Naturalmente, a giocare un ruolo fondamentale sarà anche il fattore fortuna, dal momento che il regolamento vieta, a questo punto, qualunque aggiustamento sul mercato, sia per quanto riguarda gli italiani che per quanto riguarda gli stranieri: eventuali infortuni metteranno fuori gioco il giocatore interessato e di conseguenza in grande difficoltà la sua squadra, specie se dovesse trattarsi di uno dei due americani. Trieste, da questo punto di vista, ha pagato un pesante tributo alla sorte nel 2024, con il lunghissimo infortunio di Justin Reyes, suo giocatore di riferimento, quello a Vildera, in quel momento il lungo più in forma del campionato e, a rotazione, con le più o meno prolungate assenze di Filloy, Ruzzier e Brooks. L’arrivo di Menalo, il rientro in squadra di tutti gli acciaccati (qualcuno ancora alla ricerca della forma migliore, ma tutti perfettamente in grado di spendere minuti importanti sul parquet) ed il crescendo di forma fisica e rendimento di giocatori per gran parte del campionato sottotono come Ferrero, Deangeli e lo stesso Filloy donano nuovamente a coach Christian le rotazioni lunghissime che avrebbero dovuto essere il carattere distintivo della sua squadra e che invece si sono rivelate, per diversi motivi, un vero e proprio boomerang. A patto, naturalmente, di aver fatto tesoro di queste due settimane di sosta, con un lavoro fisico che permetta di immagazzinare energie e condizione che permettano sette settimane in crescendo e, soprattutto, la messa a punto di nuovi e mirati meccanismi offensivi e difensivi che possano in qualche modo avere l’effetto di sorprendere avversari che ormai conoscono a menadito i rudimentali giochi triestini, i suoi difetti ed i suoi punti di forza. Ed in più, ovviamente, fare tesoro di quanto siano costati gli errori genetici, sempre uguali, commessi fin dall’inizio della stagione: ad esempio, in un elenco indicativo ma non esaustivo, la difficoltà anche mentale nel gestire i vantaggi accumulati, la scarsa qualità nella gestione dei finali punto a punto, la “pigrizia” nel difendere sulle transizioni difensive o il meccanismo dei cambi in difesa che quasi sempre provoca mismatch in cui Trieste è quasi sempre svantaggiata. Ma a questo potrà dare risposta solo il campo, al di là degli ottimistici messaggi lanciati dal coach e dalla società.
Mettiamola così: mancano 9 vittorie al “completamento della missione”, per dirla nel modo in cui fu presentata la fantastica cavalcata che nella primavera 2018 riportò Trieste nell’Olimpo dopo 14 anni di purgatorio. Si inizia con una serie che fino ad un paio di partite dal termine dell'”orologio” pareva poco probabile, quella contro la Reale Mutua Torino di Franco Ciani e Matteo Schina, che superò una Trieste decimata nello scontro diretto al Pala Gianni Asti il 22 marzo, data che coincide anche con l’ultima vittoria dei piemontesi, che hanno perso 5 degli ultimi 6 match disputati facendosi raggiungere e superare da Rieti al terzo posto e vedendo “fuggire” la seconda posizione che ad un certo punto parevano poter contendere a Cantù. Certamente per coach Ciani saranno pesate alcune assenze, ma è evidente come i gialloblù abbiamo disputato, al pari di Trieste, una fase ad orologio non particolarmente brillante, oltretutto con forma e rendimento decrescenti. Torino deve far fronte agli acciacchi, non si sa quanto gravi, di De Vico alla spalla e Pepe alla caviglia: il secondo pare più serio, sia per le conseguenze che per l’importanza fondamentale del giocatore nell’economia del gioco di Ciani sui due lati del campo. Possibile il suo forfait almeno per Gara 1. Nella partita disputata al Parco Ruffini a marzo a farla da padrone fu soprattutto Poser sotto canestro, che capitalizzò in modo esiziale l’assenza di Reyes e Vildera. Sarà interessante capire le scelte di Christian su quale giocatore escludere dalle 10 rotazioni dei senior: se perseverare nell’utilizzo di Menalo, giocatore più esterno che profondo rispetto a Candussi, ma a differenza di Candussi in grado di difendere in modo credibile anche sulle guardie avversarie nei consueti (e tanto vituperati) cambi difensivi triestini, oppure affidarsi alla tecnica ed all’esperienza del lungo di Palmanova, che quando ha realmente contato ha sempre dimostrato di essere giocatore affidabile. Probabile che le partite vengano affrontate una alla volta con aggiustamenti strada facendo: i problemi di abbondanza, tutto sommato, non sono veri problemi.
E’ probabile che sia un luogo comune, ma la pressione all’inizio delle serie al meglio di 5, con le prime due partite sul campo della meglio classificata, è tutta su quest’ultima, che si trova nella necessità di non perdere subito il vantaggio del fattore campo. Attenzione, poi, a non attribuire al team piemontese la responsabilità di non poter fallire, nonostante non vi siano stati proclami roboanti di obiettivi ambiziosi per questa stagione: la squadra, una sorta di “innesto” operato qualche anno fa portando sul Po i diritti sportivi di Cagliari, non è mai stata metabolizzata dalla piazza, affezionata alla vecchia, gloriosa e dissolta Auxilium. Probabilmente per i playoff il palazzo verrà comunque riempito, ma il Palaruffini non passa per essere uno dei campi più caldi dello Stivale ed il clima è piuttosto critico nei confronti della società e della sua assenza di ambizioni. Inoltre, Torino deve farsi perdonare le due brucianti sconfitte in finale (da favorita) negli ultimi tre anni. L’impressione è che se Trieste, giocando senza ansie e dispiegando tutto il suo potenziale, dovesse riuscire nell’impresa di sorprendere la squadra di Ciani fra domenica e martedì magari approfittando di ogni passo falso dei padroni di casa, si demolirebbero le certezze dei gialloblu e di conseguenza l’inerzia in una serie nella quale non si può dire che sia favorita, ma neanche che parta sconfitta a priori, si ribalterebbe quasi totalmente a suo favore. Anche perchè, chissà, la politica di prezzi ultra popolari varata dalla società per i playoff ed il barlume di speranza che si riaccenderebbe potrebbe riportare un discreto numero di tifosi al Palatrieste, e tutti sappiamo quanto il Palatrieste nei playoff possa giocare un ruolo determinante se non decisivo. E poi, superare il quarto di finale aprirebbe veramente, in senso letterale, il nuovo campionato tanto agognato da Mike Arcieri e Jamion Christian.
Gli altri quarti di finale del tabellone Oro vedono affrontarsi, nella parte alta (quella che eventualmente interesserebbe Trieste in semifinale) Vigevano e Forlì in una sfida davvero infuocata: difficile pronosticare un risultato diverso da uno sweep a favore di Forlì, nonostante l’assenza definitiva e pesantissima della sua stella Kadeem Allen, sebbene le tensioni accumulate nella recente sfida in Lombardia ed un palazzetto tradizionalmente caldissimo potrebbero dare qualche vantaggio ad una Vigevano che arriva dal canto suo ai playoff ormai appagata, oltre che incerottata ed incompleta. Nella parte bassa, Udine (che dovrà fare a meno di Jason Clark almeno in Gara 1, poi si vedrà) non avrà problemi a sbarazzarsi di una appena discreta Cremona specie con tre partite casalinghe a disposizione. Ed infine, sembra chiuso il pronostico per Cividale contro Cantù (forse, dopo Trapani, la favorita numero uno per struttura, tecnica, centimetri, chilogrammi, qualità ed esperienza) ma dare per spacciati i ducali, letteralmente in trance agonistica dopo il filotto di 10 successi consecutivi – di cui alcuni veramente clamorosi – potrebbe rivelarsi un errore letale anche per la squadra brianzola. E poi, dopo l’avvincente sfida ai playoff della scorsa stagione ed il progressivo allontanarsi delle due società, conseguenza delle ataviche ruggini fra i due presidenti, il concedersi la possibile rivincita con l’APU sarebbe per Cividale il miglior risultato stagionale.
Da notare come, in caso di passaggio del turno da parte di Trieste, Udine e Cividale, vi sarebbero tre corregionali su quattro semifinaliste nei playoff promozione nel secondo campionato nazionale: risultato clamoroso ed indicativo, oltre che prospettiva decisamente affascinante.