PALLACANESTRO TRIESTE – HAPPY CASA BRINDISI 66-83
Pallacanestro Trieste: Gaines 18, Pacher 4, Bossi 0, Davis 13, Spencer 4, Rolli ne, Deangeli 2, Ruzzier 9, Campogrande 0, Vildera 2, Bartley 12, Lever 2. Allenatore: Legovich. Assistenti: Maffezzoli, Vicenzutto.
Happy Casa Brindisi: Burnell 13, Reed 9, Bowman 13, Fusco ne, Mascolo 14, Bocevski ne, Mezzanotte 0, Riismaa 5, Bayehe 4, Perkins 24, Dixson 1. Allenatore: Vitucci. Assistenti: Corbani, Consoli.
Parziali: 20-16 / 14-23 / 17-19 / 15-25
Progressivi: 20-16 / 34-39 / 51-58
Arbitri: Giovannetti, Bettini, Borgo.
Nella giornata in cui Scafati va a sbancare il campo della Virtus Bologna, Verona quello di Treviso, Sassari quello di Casale e Napoli strapazza Trento, era richiesto alla squadra di Marco Legovich un deciso upgrade, una sorta di verifica di mezza stagione dei progressi (invero piuttosto sterili) mostrati nell’ultimo mese per rispondere da par suo alle stoccate messe a segno dalle dirette avversarie nella lotta salvezza. Invece i biancorossi, pur reduci dalla gagliarda prestazione di Reggio Emilia, riaprono il cassetto degli incubi, sfoderando inspiegabilmente 25 minuti di non basket, con percentuali al tiro da 1-2-3 punti (rispettivamente 58%, 30% e 31% -su ben 31 triple tentate) decisamente lontanissime dalla sufficienza ma anche dalla possibilità di tentare di arginare qualunque avversario in Serie A. Proprio quando parevano accantonati per sempre, riaffiorano quell’atteggiamento arrendevole, quell’approssimazione in attacco, quella difesa ben poco convinta che avevano caratterizzato il terrificante inizio di stagione biancorosso in occasione della prima spallata degli avversari. Arriva così la terza sconfitta nelle ultime quattro partite, la più pesante da digerire e metabolizzare, perché dimostra che qualche tarlo, nella testa di questi giocatori, deve decisamente ancora essere rimosso.
Il tutto senza nulla togliere all’ottima prestazione di Brindisi, che dopo quindici minuti di sostanziale equilibrio (equilibrio verso una pallacanestro di livello non certo elevato, beninteso) si scuote, capisce che Trieste stasera non sarebbe stata in grado di controreagire ed infierisce lì dove il dente biancorosso duole maggiormente: Nick Perkins è di una categoria decisamente diversa rispetto al modestissimo Skylar Spencer, il quale, nella giornata in cui sia Pacher che Vildera incappano in prestazioni ben al di sotto del loro standard, non riesce in alcun modo a metterci una pezza, subendo sia in attacco che in difesa la devastante fisicità e la tecnica superiore del lungo brindisino. Se poi alla fiera del ciapanò si uniscono contemporaneamente un Bartley irriconoscibile per imprecisione e confusione mentale, un Davis scarico fisicamente ed il solito Gaines che fa squadra a sé, ecco che a Legovich rimangono decisamente poche frecce all’arco. E’ il solo Ruzzier a tenere a galla le speranze di un recupero che già a metà terzo quarto pare un’impresa improba anche quando, nonostante tutto, il distacco torni talvolta ad essere minimo, ben al di sotto della doppia cifra: è grazie ad una sua penetrazione più due tiri liberi se fra le due squadre, ad un minuto dalla terza sirena, ci sono ancora solo quatto punti. Ma il buon Michele contro Brindisi predica nel deserto: costruisce assist a ripetizione mettendo i compagni in ritmo piedi a terra sull’arco dei tre punti o pescandoli liberi sotto canestro, ma il pallone viene invariabilmente scodellato abbattendo le (poche) certezze che una Happycasa non certo irresistibile tentava di tenere accese in casa triestina. E così l’ultimo quarto sembra la fotocopia esatta delle debacle ottobrine: una volta subito in un paio di minuti l’ennesimo break e battezzata persa la partita, i biancorossi si esibiscono in una serie ininterrotta di banali palle perse frutto di deconcentrazione precoce, di errori al tiro anche da pochi centimetri, di rimbalzi strappati letteralmente dalle mani, di incomprensioni ed improvvisazioni che alla fine costano un gap che tutto sommato appare eccessivo e li punisce oltre i loro demeriti.
C’è pochissimo da salvare da questo ennesimo rovescio interno, peraltro arrivato davanti ai soliti pochi intimi nonostante gli appelli arrivati un po’ da ogni parte per tornare ad affollare le tribune dell’Allianz Dome: forse solo la prestazione dell’ultimo arrivato. Per il resto, è decisamente arrivato il tempo di prendere decisioni importanti relativamente al roster: Trieste è priva di pericolosità spalle a canestro, Skylar Spencer, tolta la discreta prestazione contro Sassari ed al netto della costante buona volontà, ha sempre dimostrato la sua inadeguatezza tecnica per competere in Serie A, ed è un vantaggio che le squadre più attrezzate non si lasciano mai sfuggire. E, all’ennesima prova d’appello, anche Frank Gaines si sta rivelando elemento avulso dal gruppo, poco coinvolto anche a livello emotivo, che per realizzare 18 punti con 12 di valutazione (ed un -17 di plus/minus che di per sé stesso è una sentenza) tira 20 volte: è un lusso che forse questa squadra non si può permettere, specie alla luce del fatto che il roster ad oggi è totalmente scoperto nel ruolo di ala piccola. Sperare che Reggio Emilia (che è in procinto di rinforzarsi dopo il cambio di allenatore) e Treviso continuino nella loro serie negativa senza pensare di attrezzarsi per conquistare punti contro squadre di livello sulla carta superiore potrebbe, alla fine, rivelarsi letale.
Ora arrivano altre due partite difficilissime, specie la prima a Varese (oggi sconfitta nettamente a Pesaro), seguita da quella in casa con Trento, strapazzata da Napoli. I fantasmi brindisini vanno metabolizzati e dimenticati in fretta, è ora di tornare subito a far punti.
Le nostre pagelle ai biancorossi: Gaines 5+, Bartley 6-, Davis 5, Pacher 5, Spencer 5-, Vildera 5, Ruzzier 6/7, Lever 6, Bossi sv, Campogrande 5-, Deangeli 6-