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Passo indietro dell’Allianz: Derthona sbanca Trieste

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ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE – BERTRAM DERTHONA TORTONA

Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 5, Sanders 8, Fernandez 8, Konate 15, Longo, Deangeli, Mian 10, Delia 9, Fantoma, Cavaliero 5, Grazulis 10, Lever 3. All: Ciani

Bertram Derthona Tortona: Wright 16, Rota, Tavernelli 2, Filloy 13, Mascolo 16, Cattapan, Severini 10, Mobio, Daum 23, Cain 4, Macura 5. All: Ramondino

Parziali: 13-21; 29-51; 56-69;

E’ basket di pre season, gli alti e bassi sono consueti in questa fase della preparazione, i carichi di lavoro incidono in modo eterogeneo fra le squadre, così come l’affinamento della chimica di gruppo. Trieste a Trento aveva fatto intravvedere sprazzi di bel basket mostrando di essere già a buon punto come amalgama e forma fisica ma, come spesso accade, nel giro di due giorni si dimostra esattamente complementare rispetto alla spumeggiante e precisa squadra vista all’esordio: percentuali al tiro risibili, una marea (più uno tsunami) di palle perse talvolta in modo banale, sovrastata sotto canestro per almeno 3/4 di partita, battuta sistematicamente e troppo facilmente in difesa sia nel pitturato che dall’arco. C’è da dire che Derthona è alla prima partita ed arrivava a Trieste riposata pur se incompleta, mentre l’Allianz scendeva in campo per la seconda volta in poco più di 48 ore al culmine di un periodo di preparazione atletica che viene descritto come particolarmente pesante con molte tossine ancora da smaltire.

Dopo un primo quarto sostanzialmente equilibrato per 8 minuti, Derthona prende le redini dell’incontro e non le lascerà più fino alla fine. Il team di Ramondino infierisce nei secondi dieci minuti su una squadra spesso sulle gambe in difesa, incapace di arginare i tiratori ospiti (che peraltro la mettono anche con la mano in faccia, specie un incredibile Mike Daum da 16 punti), che volano ad oltre 20 punti di vantaggio. Trieste è capace di reagire almeno sul piano dei nervi e si affida all’esperienza di Fernandez, Cavaliero, Banks e Delia nel terzo quarto demolendo le certezze della Derthona troppo bella per essere vera della prima metà di partita. Ma dieci minuti con un Delia che litiga con il ferro dalla linea del tiro libero e Banks che segna il primo ed unico canestro (una tripla) a meno di un minuto dalla fine della terza frazione non bastano per impensierire una squadra ospite che, pur priva di due pedine importanti come Sanders e Cannon fa di tutto per dimostrare urbi et orbi di voler confermare quanto di buono tutti gli osservatori hanno detto di lei durante l’estate. L’Allianz, se non altro, ha il merito di aver tenuto aperto il risultato dopo essere precipitata in un abisso più ampio di venti lunghezze con Tortona ad imperversare da ogni parte del campo. Lima 8 punti nel terzo quarto e prova a crederci nella quarta frazione scendendo sotto la doppia cifra di distacco, con il pubblico che torna a farsi sentire dopo 15 minuti un po’ meditativi. Ciani mostra i muscoli con Konate, Grazulis e Mian in campo per il rush finale e sotto canestro non si passa più. Sul più bello, quando sul -7 e l’inerzia in mano triestina l’impresa sembrava tutto sommato possibile, un paio di pasticci di una ingenuità disarmante proprio da parte di Fernandez e di Cavaliero abbattono morale e gambe di Trieste e rendono gli ospiti, che non sbagliano più nulla, irraggiungibili. Derthona porta a casa i due punti, ma se non altro deve sudare un po’ più di quanto il suo pirotecnico primo tempo avrebbe lasciato intendere.

Allianz complementare a quella vista a Trento, dicevamo. Ed infatti, quanto di buono fatto vedere nel pitturato all’esordio sabato viene smentito lunedì: proprio il reparto che aveva così ben figurato soffre l’indicibile contro i piemontesi. Konate, al di là di numeri che non lo condannano (15 punti con il 67% da due e 20 di valutazione ma anche 6 palle perse) non riesce a far esplodere la sua fisicità, e quando cerca di mostrare qualcosa a più di un metro dal ferro evidenzia tutte le sue difficoltà dal punto di vista tecnico. Delia sembra affaticato dopo un’estate di lavoro, e a parte il 3/8 ai liberi riesce a subire ben due stoppate in terzo tempo. Lever viene impiegato solo 14 minuti, nei quali prova solo 3 tiri infilandone solo uno (una bomba): da rivedere. In crescita, invece, Andrejs Grazulis, bravo a rimbalzo, tornato a colpire da lontano, duro in difesa.

In regia, meglio l’esperienza di Fernandez rispetto alla velocità di Sanders, che dal canto suo disputa una partita discreta, impreziosita da qualche bell’attacco al ferro, ma perde 4 palloni, così come le tracce di Mascolo e Filloy in difesa. Il -20 di plus/minus nei 28 minuti in cui è impiegato il play americano sono indicativi del suo impatto non proprio vincente sul match. E poi, pur non essendo dotato di un tiro particolarmente elegante, dovrebbe una buona volta imporsi almeno di guardare verso il canestro quando si trova in posizione di vantaggio da oltre l’arco dei tre punti: ampi margini di miglioramento comunque per lui, è solo necessario ancora un po’ di tempo e molto, molto lavoro. Fra le guardie, ancora da rivedere Fabio Mian: seconda prova incolore per lui, nonostante sembri fra i più inseriti nei meccanismi offensivi allestiti da Ciani. E’ un tiratore, viene accreditato di una specializzazione storica nel tiro da tre, dovrà velocemente tornare a trovare la confidenza con la sua caratteristica migliore.

Discorso a parte per Adrian Banks. Pur rimanendo in campo 28 minuti, il “go to guy” è evidentemente ancora indietro di preparazione, con qualche scoria da post Covid ancora a minarne il fisico. Gioca una partita generosa, non si tira mai indietro, si spende in difesa, ma non riesce ad incidere in alcun modo in attacco: prestazione non da lui al tiro, peraltro con solo 6 tentativi (0/1 da due, 1/5 da tre), cattura 4 rimbalzi e piazza 4 assist. E’ sufficientemente intelligente da capire che, con la difesa asfissiante di cui è fatto oggetto da parte degli indemoniati piccoli piemontesi e la giornata difficile in attacco, la sua missione in questa partita sarebbe stata quella di far giocare la squadra, ed infatti si dedica soprattutto a quello. Anche lui, come Sanders (ma per motivi diversi rispetto al play) ha bisogno di un po’ di tempo per tornare ad essere quello che tutti conosciamo bene, e non c’è motivo di dubitare che ci riesca.

Infine, il grande ex: Chris Wright non è stato dimenticato dai tifosi triestini, che gli tributano un caloroso quanto nostalgico applauso. Peraltro, il play di Washington DC non disputa una partita memorabile, non incide al tiro, perde qualche pallone di troppo, subisce un paio di stoppate, ma realizza tutti i tiri liberi nei momenti che contano e conduce la squadra con esperienza e sicurezza.

Ora appena quattro giorni di “riposo” e poi si torna in campo all’Allianz Dome, per il ritorno contro Trento. Bisognerà cogliere l’occasione data da questa Supercoppa che assomiglia molto (almeno nelle intenzioni) al campionato per affinare velocemente meccanismi offensivi ed automatismi difensivi, lavorando soprattutto su una voce statistica che sta diventando piuttosto pesante: 40 palle perse in due partite sono un dato che una squadra di Serie A non può permettersi. Bisognerà essere chirurgici e veloci: l’inizio della stagione regolare per Trieste sarà, come da tradizione, piuttosto impegnativo.