ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE – NUTRIBULLET TREVISO 84-83
Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 21,Davis 5, Clark 3, Konate 19, Deangeli, Mian, Delia, Fantoma, Cavaliero 3, Campogrande 15, Gražulis 9, Lever 9. All: Ciani
Nutribullet Treviso: Jurkatamm 2, Russell 19, Faggian, Pellizzari, Bortolani 16, Green 18, Chillo 8, Sims 6, Dimsa 12, Jones, Akele 2. All: Nicola
Parziali: 10-21; 34-41; 54-60
Arbitri: Martolini, Bongiorni, Vita
La fiera del basket horror la vince chi commette meno errori nel finale: L’Allianz, all’ultima uscita ufficiale con questo marchio sul petto, al termine di una partita in cui sbaglia praticamente tutto quello che poteva sbagliare, ha il merito di rimanere concentrata nei concitati istanti decisivi ed approfittare del calo mentale di una Treviso scesa al Dome corta di rotazioni per le pesanti assenze di Sokolovski ed Imbrò, mettendo il naso avanti definitivamente a sette secondi dal termine grazie ad un irriducibile Adrian Banks. Un 84-83 che, al di là della soddisfazione di essersi regalati un’ultima gioia sul campo, lascia l’amaro in bocca per tutto quello che questa stagione avrebbe potuto essere e che, invece, non è stata. Dopo aver raggiunto al termine del girone d’andata il ranking più alto della sua storia recente, Trieste rimane fuori dai playoff, eliminata di corto muso da una Pesaro graziata da Napoli dopo che i partenopei avevano illuso tutti ed onorato il campionato fino all’ultimo secondo portando la squadra di Banchi al supplementare. Ma non è certo a causa delle prevedibili vittorie di Pesaro e di Reggio Emilia che la Pallacanestro Trieste è condannata ad assistere alla corsa scudetto da spettatrice: questo epilogo giunge al termine di una lunghissima serie di occasioni gettate al vento, dai due punti di differenza canestri contro i marchigiani “ignorati” nella partita di ritorno, alle sconfitte di Napoli, Trento, Brindisi e Casale, a due mesi di blackout totale, alle settimane di Covid, ad alcune gestioni discutibili da parte della panchina, alle scelte sbagliate da parte della società nel periodo di fibrillazione post Fernandez. Già, Fernandez, altro elemento da “chissà cosa sarebbe successo”, ma che, tutto sommato, ora non vale nemmeno più la pena tentare di analizzare. Un nono posto che, comunque, va accolto senza drammi, dal momento che i pronostici di una eventuale serie contro la Virtus lascerebbero presupporre che altre tre partite non avrebbero aggiunto né tolto alcunché al significato prettamente sportivo della stagione. Ed in ogni caso non è da trascurare il fatto che l’Allianz si lasci alle spalle club come la stessa Treviso, costruita per andare lontano in Champions League ed uscita presto da tutte le competizioni, Brindisi e Trento, che si sono salvate solo la scorsa settimana, e la stessa Fortitudo, protagonista di un fallimento ben più fragoroso di quello, peraltro parziale, biancorosso. Una nona piazza che va accolta senza drammi anche perché Trieste si era assicurata la salvezza già da quattro giornate, risultato che va considerato minimo sul campo ma di inestimabile valore per la sopravvivenza del club, atteso nelle prossime settimane ad un radicale cambio di conduzione. Prima dell’eventuale cessione delle quote (o dell’ingresso dei nuovi soci accanto a quelli attuali), attesa in ogni caso prima della fine del mese, non ha senso fare previsioni su eventuali conferme in campo ed attorno ad esso: ci sarà tutto il tempo per ragionare con calma, analizzare la stagione, sentire i giocatori ed i loro procuratori e, soprattutto, prendere una decisione dalla quale dovrà scaturire tutto il resto, quella su chi siederà sulla panchina biancorossa il prossimo anno.
Match dal contenuto tecnico mediocre
La partita contro Treviso non è certo adatta a chi ama il bel basket. Nel primo quarto Trieste mette a segno la bellezza di 10 punti, perde qualcosa come 10 palloni, sembra in totale stato confusionale e non finisce sotto di 20 solo perché Treviso si limita al compitino, unendosi per larghi tratti a Trieste nella sagra del ciapanò. Ciani capisce che Delia e Mian non sono in condizioni fisiche e psicologiche presentabili e li fa definitivamente sedere in panca (5 minuti totali per il lungo argentino, 6 per l’ala). Anche Davis e Clark non sembrano in giornata, ed accumulano ingenuità, errori e palle parse che ricacciano la loro squadra indietro ogniqualvolta il gap, più per demeriti trevigiani che per meriti triestini, tende ad assottigliarsi. Ciani non si può però permettere di rinunciare anche a loro, anche se il fatturato alla fine non sarà particolarmente premiante: il -2 di valutazione di Clark ed il -3 e cinque punti segnati per Davis si commentano abbondantemente da soli. Il primo tempo si chiude sul -7 grazie ad una fiammata finale, ed il piglio con il quale i biancorossi tornano in campo dopo il riposo lungo è decisamente diverso, anche se la qualità continua a latitare. La differenza la fanno il coraggio e le iniziative di un infinito Adrian Banks, coadiuvato da un Luca Campogrande tornato gran bersagliatore da oltre l’arco ed infallibile dalla lunetta nei due viaggi da tre liberi concessigli per fallo sul tiro pesante. Trieste si avvicina a -3, poi a -2, ma Treviso con Russel e Green riprende respiro e torna in pochi secondi ad accumulare tre possessi di vantaggio. Konate e Grazulis ingabbiano Henry Sims annullandone l’esuberanza atletica nel pitturato, lo costringono a far fallo per prendere posizione, lo innervosiscono sporcandone le conclusioni o brutalizzandolo con stoppate clamorose. Il dominio triestino sotto canestro costringe gli uomini di Nicola ad affidarsi ai tiri da fuori e dalla media distanza, e finché le loro percentuali rimangono decenti Treviso sembra costantemente in controllo della situazione. A 10′ dal termine sono ancora 6 i punti da recuperare, ma l’inerzia gira lentamente nelle mani degli uomini di Ciani. Le percentuali trevigiane si abbassano, le mani cominciano a tremare, Trieste ne approfitta solo a sprazzi, ma riesce a piazzare un parziale di 8-2 con Davis-Banks-Campogrande e mettere per la prima volta il naso avanti sul 75-74 a cinque minuti dal termine dopo una gara vissuta tutta di rincorsa. Treviso non ci sta e con un indemoniato Russel, un imprendibile Bortolani ed un preciso Green si riprende tre-quattro punti di vantaggio. Il finale vede entrambe le squadre sbagliare possessi fondamentali, gli arbitri sono costretti a rivedere all’instant replay un paio di decisioni controverse, che alla fine si compensano. E’ Konate a permettere a Trieste di rimanere aggrappata al match, prima con un appoggio da sotto, poi con un tap in vincente. Dimsa a 10 secondi dal termine ha l’occasione per portare Treviso a +3 dalla lunetta, ma fallisce entrambi i liberi e tre secondi dopo commette un ingenuo quanto inutile fallo sull’uomo più sbagliato su cui commetterlo: la mano di Adrian Banks non trema, fa due su due e, a sette secondi dal termine, Trieste riprende per la seconda volta nel match un solo punto di vantaggio. Green, braccato da Davis, sbaglia la tripla della vittoria sulla sirena e così l’Allianz Dome può esultare per l’ultima volta in stagione. C’è il tempo per osservare come lo scarso afflusso di ossigeno al cervello possa avere conseguenze poco simpatiche, con Henry Sims a tentare di farsi giustizia da solo travolgendo donne e bambini per andare a picchiare i tifosi della curva, rei probabilmente di averlo deriso per la sconfitta (anche se l’eventuale provocazione non è chiara né di per sé sufficiente a scatenare tanta insensata ed inutile ira). Si finisce con l’amarezza per il risultato di Napoli e la commozione per il tributo a Daniele Cavaliero (il quale, peraltro, rimane criptico sul suo futuro, sebbene si definisca “alle colonne d’Ercole della sua vita cestistica”, aggiungendo anche che prima o poi dovrà decidersi a spiegare le vele). E, per Trieste, è già domani.
Le pagelle dei biancorossi
Banks 8: 21 punti in 34 minuti in campo alla 37esima partita stagionale, 29 di valutazione ed i tiri liberi della vittoria. E se provassimo a trattenerlo, tipo per sempre? Davis 4/5: 20% da due, 33% da tre, cinque palle perse, di cui qualcuna sanguinosissima. Almeno non commette fallo sull’ultimo tiro di Green. Clark 4: non fa meglio del collega di reparto, anzi. Zero su 2 da due e 1 su 4 da tre in 14 minuti, pure troppi. Konate 7/8: cancella i lunghi avversari, soprattutto Sims. Segna 19 punti, fa 8/11 da due 3/4 ai liberi e cattura 9 rimbalzi. Perde qualche pallone, ma porta da solo la croce spalle a canestro e soprattutto non sbaglia nel concitato finale. Mian 4-: impalpabile, se ne rende conto addirittura il suo mentore Ciani. Delia 4: per inconsistenza e scarso impiego sarebbe non giudicabile, ma quei 6 minuti in campo gridano vendetta. Forse ancora acciaccato. Cavaliero 10 alla carriera. Infinito capitano, meriterebbe anche la lode per le parole in sala stampa. Campogrande 7: tornato a colpire con continuità da fuori, precisissimo ai tiri liberi, difende bene. Grazulis 7: 9 punti in 32 minuti per il lettone, 3 stoppate clamorose, qualcosa come 11 rimbalzi ed in generale intimidisce chiunque nel pitturato. Lever 6+: in 16 minuti mostra sprazzi di tecnica, realizza un paio di canestri difficili tra i quali una bomba fondamentale. Money in the bank per il futuro biancorosso.
A questo link tutti i risultati e la classifica finale