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Orologio a metà strada, con mirino puntato sui playoff

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(Photo Credit: Sito Ufficiale Pallacanestro Trieste)

Conclusa la curiosa parentesi romana con la meritata vittoria di Forlì in Coppa Italia che offre più di qualche spunto di riflessione sul reale spessore delle possibili avversarie in chiave promozione, la Pallacanestro Trieste torna a concentrarsi sulla porzione finale della fase ad orologio, la più complicata dal punto di vista degli impegni, ma quella essenziale per portare la squadra ad esprimersi al meglio a partire dal 5 maggio, giorno di Gara 1 dei quarti di finale playoff. Non è affatto certo che la squadra si presenti al completo venerdì sera al Pala Gianni Asti di Torino, con il recupero fisico di Justin Reyes che procede secondo programma ma senza particolari pressioni sulla data di rientro effettivo in squadra: c’è da tenere sotto controllo il fisiologico gonfiore del ginocchio operato ed è essenziale riportare il giocatore ad un grado di forma fisica perlomeno decente e dunque, data l’importanza fondamentale di un elemento rivelatosi insostituibile e che oltretutto non potrà essere sostituito in caso di ulteriori infortuni, rischiare al solo scopo di affrettarne il rientro non avrebbe alcun senso. Luca Campogrande, reduce da un colpo alla spalla, sebbene acciaccato era già rientrato contro Treviglio nell’ultima partita di campionato, mentre il polpaccio di Giovanni Vildera viene monitorato di giorno in giorno ed anche la partecipazione del barbuto centro veneto alla trasferta piemontese al momento non è garantita. Trasferta che presenta più di qualche suggestione, dalla sfida con il primo coach post dalmassoniano di due stagioni fa a quella fra due play triestini purosangue (tre, se aggiungiamo Bossi allo scontro Ruzzier-Schina), sul campo della seconda forza del girone Verde. Un campo non certo fra i più caldi della categoria, in una città drogata di calcio, bruciata dall’addio della storica Auxilium e dalle due sconfitte in finale nelle ultime tre stagioni. Ma pur sempre un roster esperto e completo che costituirà un banco di prova estremamente impegnativo per una squadra, quella triestina, ancora convalescente ed alla continua ricerca di un equilibrio finora mai raggiunto.

Quella che per Trieste è stata una salutare pausa per staccare un po’ la testa dalle tensioni accumulate nelle ultime settimane sfociate nella contestazione della curva nell’ultimo match casalingo (peraltro poco condivisa per modalità e timing da gran parte del resto del pubblico), per il movimento di A2 è stato in realtà un periodo molto intenso sia in campo che attorno ad esso. Il -32 subito dall’invincibile corazzata siciliana del presidente Antonini nella semifinale di Coppa Italia mostra il rovescio della medaglia dell’ambizioso progetto di Trapani: tensioni fra giocatori, pochissima coesione di squadra, coach Parente inopinatamente sfiduciato da senatori e presidente, che lo licenzia ad un mese dai playoff nonostante un record da 92% di vittorie. Un granello di sabbia in un ingranaggio apparentemente perfetto che potrebbe instillare il tarlo del dubbio nelle menti di giocatori abituati fin qui a passeggiare. Ad uscire rafforzata dalla kermesse è invece Forlì, che pur non convincendo in molte occasioni e nonostante la prima sconfitta casalinga in stagione subita contro Torino, sembra al momento la squadra più in forma della A2, quella che dà l’impressione di saper fare la cosa giusta al momento giusto, quella dotata di maggior esperienza e convinzione. Lo spettacolo offerto dalla finalissima vinta contro la Fortitudo, però, lascia aperti interrogativi più che legittimi sul reale livello tecnico e fisico di questo campionato, con prestazioni horror al tiro, ritmi blandi e roster, in particolare quello bolognese, minati da assenze ed infortuni. Cantù, dal canto suo, continua a convincere poco ed anche a perdere malamente qualche partita di troppo, con parte della sua tifoseria (ogni mondo è paese) che palesa un sonoro dissenso. In altre parole, al netto dell’interesse meno che minimo offerto dalla manifestazione, nessuna squadra sembra poter già ora sentirsi indiscutibilmente superiore alle altre in vista dell’obiettivo finale. E’, piuttosto, la fase ad orologio a permettere di individuare squadre in grande ascesa: le due friulane, ad esempio, si stanno imponendo come assolute protagoniste di questo 2024, con l’APU che sembra non trovare ostacoli credibili e vince senza sforzo apparente le partite che deve vincere (sebbene anche per la squadra di Vertemati la parte difficile deve ancora arrivare), mentre gli Eagles di Cividale continuano a raccogliere scalpi prestigiosi: dopo Forlì, Trieste e Trapani al Palagesteco cade anche Torino, con la squadra di Pillastrini che si candida ad autentica mina vagante nella post season, sempre che non sia troppo tardi per conquistarla. Fase ad orologio che vede zoppicare anche qualche altra “grande”: Verona alterna grandi prestazioni a cadute impreviste come le ultime due sconfitte casalinghe con Vigevano e Urania Milano (scaligeri ancora nel mirino di Trieste per un possibile, sebbene poco ambito, quarto posto) altrettanto la prossima avversaria di Trieste, la Reale Mutua Torino capace di violare per prima il parquet romagnolo della capolista del girone Rosso salvo poi andare a buscarle pesantemente in Friuli nel recupero della terza giornata. La squadra di Ciani contende a Cantù il secondo posto in classifica nel girone Verde, ma da dietro sta arrivando veloce Rieti ed entrambe, a questi ritmi, non sono affatto certe di poter continuare a considerare la loro una sfida limitata a due squadre. L’impressione è che un po’ tutte le protagoniste annunciate, alla luce dell’impossibilità palese di poter intervenire in modo sostanziale e determinante sul mercato, tendano a nascondersi, ad evitare infortuni gravi, a crescere di forma in modo graduale ed a sperimentare soluzioni tecnico tattiche in grado di sorprendere ai playoff avversari che ormai conoscono ogni dettaglio l’uno dell’altro, anche a costo di accontentarsi di posizioni di rincalzo in classifica puntando tutto sulla fase decisiva da maggio in poi. Atteggiamento che espone il fianco alla disperata determinazione di squadre “minori”, quelle che devono ancora conquistare la salvezza diretta o sono ancora in bilico per un posto nei playoff: si spiegano così risultati talvolta sorprendenti, che accentuano una volta di più la cervellotica inutilità della seconda lunghissima fase di campionato.

Le attese news dal mercato non sono arrivate né durante la pausa della Coppa Italia di Serie A né in questi ultimi giorni. La verità è che, a meno di infortuni o fughe, gli stranieri non verranno sostituiti se non dalle poche squadre che sono ancora dotate di visti da spendere (tutte le altre dovrebbero accontentarsi di stranieri già vistati), mentre i pochissimi italiani che potenzialmente potrebbero cambiare aria sono in realtà blindati dagli obiettivi ancora in divenire dei loro club, con la certezza che nessuno di tali obiettivi diverrà definitivamente raggiunto (o fallito) prima della chiusura del mercato il 4 aprile. E’ un discorso che vale per i “big” di Serie A – i nomi sono sempre quelli, Lombardi, Woldentensae, Akele, Brooks e pochi altri, tutti però esplicitamente tolti dal mercato dai rispettivi GM- ma anche per gli specialisti di A2, i quali però, francamente, avrebbero comunque poche chance di cambiare i destini di una squadra veramente ambiziosa. Quella che a Trieste ed altrove (ad esempio a Bologna, dove coach Caja ed il pubblico reclamano inutilmente rinforzi da mesi) viene scambiata per inattività, è in realtà impossibilità di smuovere un mercato limitato da regole davvero troppo stringenti. In questo senso sembra piuttosto logica la scelta triestina di aggiungere la forza e la determinazione di Edoardo Del Cadia, prospetto non giovanissimo proveniente dalla NCAA, non un crack dal punto di vista tecnico e dell’esperienza ma comunque in grado di dare grande energia negli allenamenti, aggiungere un’inedita competizione fra giocatori ed essere pronto in caso di ulteriori infortuni nella fase finale della stagione. Del Cadia attualmente è a Trieste e si sta allenando con il gruppo, la società si riserva una scelta su di lui in pochi giorni. Il suo ingaggio probabilmente dipenderà dall’eventuale sblocco di qualche scenario al momento non prevedibile prima della deadline di inizio aprile.