Conferenza stampa organizzata dal comitato regionale della Fipav, con la partecipazione di Giorgio Brandolin, presidente Coni Fvg, Ernesto Mari, delegato Coni Trieste, Alessandro Guidi della Fip e il presidente del Comitato territoriale Fipav di Trieste e Gorizia, Paolo Manià. Al termine, il comunicato ufficiale che sottolinea lo stato delle palestre cittadine ed invita il Comune a prendere provvedimenti.
“Le palestre scolastiche a disposizione a Trieste delle associazioni sportive dilettantistiche nelle diverse discipline per allenamenti e gare sono numericamente insufficienti, in genere vecchie e inadeguate, con dotazioni imbarazzanti. Inoltre sono oggetto di scarsa manutenzione e costellate di barriere architettoniche”. Da qui “la necessità di completare al più presto il polo di San Giovanni (cantiere fermo da anni), avviare un programma di manutenzione straordinaria del patrimonio esistente e migliorare la manutenzione ordinaria, ma anche realizzare un nuovo impianto polifunzionale, sul modello di quanto esiste da tempo nelle vicine Slovenia e Austria”.
“Significa che genitori, fidanzati/e, amici/e, parenti, conoscenti devono generalmente rinunciare a vedere le partite dal vivo, ricorrendo alle dirette sui social”, ha evidenziato il presidente regionale della pallavolo. Tra le criticità, che in periodo di pandemia pesano più del solito, Michelli ha indicato la coabitazione con le scuole, tra associazioni sportive diverse e tra differenti discipline. “Dopo le attività scolastiche, soprattutto negli impianti più grandi (per superficie e altezza) convivono più società e più sport (specie pallavolo, pallacanestro, ginnastica artistica) con sovrapposizioni fra studenti, fra gruppi di atleti, fra maschi e femmine di diverse età, e con la condivisione degli spogliatoi. Ciò costringe a tempi morti per gli allestimenti, le pulizie e le sanificazioni”.
Col sopporto di slide e di eloquenti fotografie, il presidente Michelli ha quindi illustrato la condizione degli impianti più noti, in cui per dimensioni si concentra l’attività di volley e basket, indicando che uno di essi (Visentini) è stato chiuso per lavori “non in estate, come doveva essere logico, ma nelle scorse settimane, in piena attività scolastica e agonistica”. Più di una decina sono i parquet da rifare, in alcune il fondo è in linoleum (“non adatto e in molti casi da cambiare”), spesso anche pali e reti di volley sono da sostituire, cinque palestre sono senza docce, tre senza spogliatoi. Non solo. “I parcheggi sono in genere un miraggio e ciò mette in forte difficoltà soprattutto le compagini ospiti che vengono a Trieste”.
C’è, infine, l’aspetto delle pulizie e delle sanificazioni, particolarmente delicato in epoca Covid. “E’ opportunamente previsto che le scuole lascino alle Asd gli impianti puliti e disinfettati, e viceversa. Ma devo mio malgrado rilevare che gli addetti incaricati dalle scuole talvolta lasciano a desiderare”, ha evidenziato Michelli, appellandosi alla responsabilità anche dei dirigenti scolastici.
“Abbiamo voluto fare questo libro bianco senza nessun intento polemico ma semplicemente per consegnare al decisore pubblico una fotografia della situazione che lo aiuti a prendere le decisioni più opportune. Siamo tutti orgogliosi che Trieste sia al vertice in Italia per la qualità della vita. Auspichiamo che lo sia anche per la qualità delle sue scuole e delle sue palestre, che devono essere non da meno dei campi di calcio, di cui la città è ricca. Siamo felici che il calcio abbia, in questa città, tanta attenzione ma chiediamo per la pallacanestro, la pallavolo e le tante altre discipline pari dignità e la giusta ambizione, senza le quali sarà sempre più difficile consentire ai nostri giovani di fare sport e, quindi, di alimentare i vivai delle nostre compagini di vertice”, ha concluso il numero uno del volley regionale.
Credit by Comunicazione Fipav Fvg