Triestina-Giana Erminio: 0-1 (86′ Avinci (G))
Triestina: Roos, Germano (71′ Pavlev), Frare (68′ Moretti), Bianconi, Bijleveld, Voca (46′ Vertainen), Correia, Vallocchia, Attys, D’Urso (81′ Tonetto), Krollis. All. Clotet
Giana Erminio: Mangiapoco, Caferri, Ferri, Colombara, Demaria (68′ Lamesta), Previtali, Marotta, Nichetti, Pinto (68′ Renda), Stucher, Montipò (68′ Avinci). All. Chiappella
Arbitro: Di Loreto di Terni. Assistenti: Palla di Catania e Marra di Agropoli
La Noia, cantava qualche mese fa Angelina Mango. E’ proprio la noia la protagonista di una partita fra due formazioni in crisi d’identità e di risultati, una noia rotta da un singolo lampo che premia non certo la qualità o la convinzione della squadra che si riporta in Lombardia tre punti avendo il solo merito di essere brava ad approfittare della disarmante ed impotente pochezza dell’avversaria. La Giana Erminio ha la pazienza di attendere sorniona, senza nemmeno tentare di costruire alcunché, l’immancabile errore alabardato, consapevole che, in dieci, la già incerta condizione atletica della Triestina avrebbe registrato un tracollo negli ultimi dieci minuti di gara.
Quando l’emozione più forte arriva da un allenatore che prende per il bavero, strattona ed insulta il suo “attaccante” reo di aver commesso una imperdonabile ingenuità che lascia la squadra in dieci per un’ora, c’è in effetti da porsi qualche domanda. Una scena da gang di strada che si fatica a ricordare anche sui pittoreschi campetti di paese in Terza Categoria, figurarsi fra i professionisti, che per una volta lancia la Triestina come trend topic su X, anche se per il motivo sbagliato. Beninteso, il Krollis visto nella prima mezz’ora di partita non sarebbe riuscito a mettere il pallone in rete nemmeno se avesse giocato fino all’alba, ma la continua apprensione difensiva, i buchi a centrocampo, i rischi sui calci piazzati e, soprattutto, il deserto marziano negli ultimi trenta metri di attacco conseguenti all’inferiorità numerica avrebbero reso l’immancabile zero a zero che stava maturando fino a cinque minuti dal termine una vera e propria impresa, per cui la rabbia di un Mister che aveva per tutta la settimana cercato di fare le nozze coi fichi secchi e che prevede con chiarezza quali sarebbero state le consueguenze sul risultato generate da una imperdonabile leggerezza sono tutto sommato comprensibili. Clotet si dimostra anche spregiudicato nell’ultimo quarto d’ora: ben conscio che un pareggio sarebbe servito a ben poco, forse ingolosito dall’atteggiamento rinunciatario dell’avversaria tenta il colpaccio inserendo un Vertainen che se non altro, pur senza rendersi mai pericoloso, perlomeno tiene un po’ in apprensione la retroguardia lombarda. Provarci con generosità, però, di per sé stesso non muove la classifica. In effetti, anche in questa triste esibizione i rossoalabardati mettono tutto quello che hanno senza risparmiarsi nell’impegno, il problema è che, però, la qualità dei singoli (anche nei fondamentali tecnici) e del collettivo è al momento di una pochezza disarmante e vanifica ogni timido segnale di reazione, ogni tentativo di scuotersi dall’encefalogramma piatto che caratterizza i ritmi di ogni singola esibizione. Vedere Bijleveld, che tutto sommato ha la responsabilità della fascia esterna sinistra difensiva, sbagliare due elementari stop, venire infilato più volte in velocità per errori di posizionamento, incapace di coordinarsi con compagni del resto sempre diversi, dà l’esatta misura di quanto la squadra sia mal pensata, malissimo assemblata, con l’intero reparto latitante (Attys è evanescente), il centrocampo incapace di costruire alcunché con un Correia letteralmente dissolto rispetto alla passata stagione ed un pacchetto difensivo mai uguale da una partita all’altra, sempre alla ricerca di un assetto definitivo che per un motivo o per l’altro non si completerà mai. Il mercato di riparazione in arrivo, dal momento che non cambieranno i registi che andranno a gestirlo (sempre che sentano la necessità di farlo), non porterà nulla di buono o che possa potenzialmente cambiare le sorti di una stagione che, alla quattordicesima giornata, sembra ormai già drammaticamente segnata. Del resto, se la proprietà si rifiuta di rendersi conto che i clamorosi errori fin qui commessi rendono indispensabile un deciso cambio di timoniere fuori dal campo, dopo aver cambiato quello a bordo campo, evidentemente in cuor suo ha già accettato di risvegliarsi dall’incubo il prossimo settembre a Lignano, Campodarsego e Cjarlins per rendersi conto che, tutto sommato, non era un incubo ma l’amara realtà.
La cronaca
Al 23′ goal annullato (o meglio, non convalidato) di Vallocchia, che raccoglie il crosso di Bijleveld e calcia in rete, ma era almeno un metro in posizione di fuorigioco. Al 30′ ci prova Krollis di testa su traversone di Bijleveld dalla destra, ma la conclusione è debole e viene bloccata in presa da Mangiapoco. Al 33′ viene espulso Krollis per un fallo di reazione sotto porta: il giocatore viene preso per il bavero e strattonato violentemente da mister Clotet.
Al 46′ De Maria è lasciato libero di tirare da dentro l’area spostato sulla sinistra: punta l’angolo opposto, ma a Roos battuto la sua conclusione finisce larga sulla sinistra del palo. Al 48′ Vertainen fa tutto bene, salta due difensori, si libera per il tiro ma proprio al momento della conclusione viene murato dalla difesa. Sul corner conseguente gli ospiti tentano di segnare nella propria porta: la deviazione di Caferri all’altezza del palo nell’area piccola è indirizzata in porta ma viene deviata dal portiere Mangiapoco con un autentico miracolo. All’86’, arriva il goal del Giana Erminio: Avinci si impadronisce di un pallone a centro area che la difesa non riesce a rinviare e la scaglia alle spalle di Roos.