L’ennesima esibizione corale porta in dote altri due punti per la squadra di Dalmasson, alla quarta vittoria consecutiva, raggiunta grazie ad un secondo tempo in cui è sufficiente chiudere le maglie in difesa per avere la meglio su una fin qui sorprendente Cremona, che non trova la consueta vena dalla distanza (grazie soprattutto alla pressione triestina sul perimetro che sporca ogni singola linea di passaggio lasciando liberi di tirare solo i giocatori lombardi a più bassa percentuale di realizzazione) e si vede occupare ogni spazio nel pitturato, dove nei primi venti minuti si era invece divertita a maramaldeggiare sopra il ferro con alley up a ripetizione.
Cremona parte benissimo con una zona che manda in confusione l’attacco triestino, a zero punti dopo tre minuti e sotto già di 9 dopo le primissime fasi di gioco. L’inizio difficile, con in campo l’ennesimo quintetto inedito in stagione, lascia presagire una partita difficilissima, anche perché gli attaccanti di Cremona si divertono e divertono con giocate spettacolari cui la poco attenta difesa biancorossa non è apparentemente capace di opporre una resistenza credibile. I due Williams e Marcus Lee affondano schiacciate in sequenza, Hommes e Poeta colpiscono dalla distanza, la partita sembra chiaramente incanalata. Per Cremona si tratta, però, di un fuoco di paglia. Trieste, come del resto successo nelle ultime recenti uscite, ha il merito di non scomporsi. Il vantaggio cremonese viene intaccato azione dopo azione, cresce la qualità dell’attacco triestino grazie anche ad alcune rotazioni che rendono infinito l’arsenale di Dalmasson. E’ la vera forza del roster biancorosso, dotato di poche individualità di spiccata superiorità ma capace di trovare sempre protagonisti diversi, sia nell’arco della stessa partita che fra una partita e l’altra. Da quando il Lobito si riprende in mano la squadra, la musica cambia immediatamente. A Cremona l’entrata del playmaker titolare dà la scossa ed inverte la tendenza, permette a Trieste di riavvicinarsi, alternare vantaggi a piccoli gap negativi, a chiudere il primo tempo in scia nonostante la bellezza di 51 punti subiti.
Al rientro dagli spogliatoi, però, la partita cambia decisamente padrone: Trieste chiude la porta nella propria metà campo, invitando Cremona a tirare da fuori con i suoi uomini dotati di meno vena realizzativa: alla fine la Vanoli chiuderà con un eloquente 6 su 28 da tre per un 21% figlio dall’asfissiante pressione sui vari Cournooh, Palmi, Hommes e Poeta. Il pitturato torna, invece, ad essere territorio blindato: Delia, nonostante una prestazione poco appariscente, spiega pallacanestro agli atletici ma acerbi avversari, Upson, dopo aver assistito da spettatore ai decolli sopra il ferro di Lee e Tyler nel primo tempo, prende loro le distanze e li intimidisce sia al tiro che a rimbalzo. I due centri catturano ben 17 rimbalzi complessivi, con l’Allianz che domina nella relativa voce statistica: 45 a 32 al quarantesimo, con ben 13 carambole offensive. E, soprattutto, si assiste al nuovo show di Andrejs Grazulis, autore dei sette punti consecutivi che mettono il punto esclamativo sulla vittoria. Il lettone ormai è preda di un delirio di onnipotenza cestistica, è in completa fiducia, gli riescono gesti tecnici di alta scuola di cui era evidentemente dotato già in partenza, solo che ora, finalmente scrollato di dosso lo scotto del noviziato nel ristretto club dei lunghi decisivi in serie A, è in grado di monetizzarli con gli interessi. Il 29-12 del terzo quarto mette il definitivo sigillo alla partita, con Cremona decisamente in affanno ed evidentemente priva delle energie fisiche e mentali per invertire l’inerzia del match negli ultimi 10 minuti, autorevolmente controllati dai biancorossi triestini.
Tutti gli altri portano il loro contributo: Milton Doyle, a tratti impiegato in regia, è decisamente meno sprecone, limita le palle perse e realizza due bombe nell’ultimo quarto in grado di spaccare definitivamente in due la partita. Anche Matteo Da Ros pare rivitalizzato, anziché debilitato, dal periodo Covid: il milanese è tirato a lucido dal punto di vista fisico, si prende iniziative al tiro con molta più continuità, tendenzialmente fa sempre la cosa giusta sia in attacco che in difesa, tira con l’80% da due catturando anche 4 rimbalzi e gode della incondizionata fiducia del coach. Gran bella notizia per il resto della stagione.
Giornata in pantofole per Alviti ed Henry, anche loro capaci, però, di piazzare coraggiosamente la zampata quando le condizioni sul campo sono favorevoli.
La panchina cremonese -come del resto quella trevigiana e quella reggiana nelle ultime uscite- è infinitamente più corta di quella triestina, non permette particolari voli pindarici nelle rotazioni, ed infatti gli uomini di Galbiati finiscono sulle gambe con Trieste a controllare il ritmo (sapientemente rallentato una volta raggiunto un gap di sicurezza anche grazie alla regia matura e dosata del giovane Tommaso Laquintana, in campo per 23 minuti) ed il punteggio. Dalmasson concede due minuti a Coronica e ad uno spregiudicato Andrea Arnaldo, che in 120 secondi cattura un rimbalzo in attacco ed uno in difesa, subisce un fallo antisportivo, realizza due liberi su due e la bomba del centello: money in the Bank per il futuro prossimo venturo.
Superato l’esame di maturità, un esame che insieme al recupero ancora da giocare contro Varese potrebbe portare in dote la salvezza di fatto con mezza stagione ancora da giocare, ora Trieste è attesa da alcuni esami universitari, che potrebbero lanciarla definitivamente nel lotto delle pretendenti ai playoff: domenica prossima è la volta di Sassari in Via Flavia, poi arriveranno le trasferte a Milano e Brindisi inframezzate dalla sfida interna con Brescia. Se gli uomini di Dalmasson dovessero riuscire a dare continuità alle doti che hanno permesso loro di spiccare il volo, ed a cementare ulteriormente lo spirito di squadra e la chimica di gruppo che sta maturando -per ovvi motivi- appena a metà stagione, potranno realmente giocarsela con tutti, con buona pace degli scriba dell’estabilishment giornalistico nazionale e degli addetti ai lavori lombardocentrici che continuavano stoicamente a dare Trieste per seria candidata alla lotta per la salvezza (l’Allianz, ad esempio, era data nettamente sfavorita anche a Cremona), ma che si stanno tutti precipitosamente ed inaspettatamente innamorando di questa squadra.
VANOLI CREMONA – PALLACANESTRO TRIESTE 80 – 101
Vanoli Basket Cremona: Williams J. 19, Mian 10, Palmi 5, Donda, Cournooh 3, Williams T. 10, Trunic ne, Hommes 11, Poeta 12, Lee 10. All. Galbiati
Allianz Pallacanestro Trieste: Grazulis 17, Upson 6, Coronica, Arnaldo 5, Doyle 16, Cavaliero 6, Henry 5, Da Ros 8, Delìa 14, Fernandez 10, Laquintana 5, Alviti 9. All. Dalmasson
Parziali: 25-24; 51-47; 63-76
Arbitri: Attard, Quarta e Boninsegna