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L’Allianz alla vigilia dell’esordio con Brindisi: riuscirà ad evitare la “decima”?

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A New Hope: a Trieste inizia un nuovo ciclo

Ottobre 2018: sono passati meno di tre anni dal nuovo esordio della Pallacanestro Trieste nella Serie A del basket, ma sembra veramente un secolo. Il mondo dello sport è stato travolto, come del resto quello “reale”, da uno tsunami che a pronosticarlo in quella dolce estate post sbornia promozione si poteva facilmente passare per pazzi. Ma non è solo il Covid, che ha svuotato arene e, spesso, calotte craniche, ad aver rivoluzionato la storia di questo club piccolo sì, ma importantissimo per la storia della pallacanestro nazionale. Finita in modo traumatico l’epopea Alma, tanto esaltante quanto illusoria, visti esibire in Via Flavia ragazzotti dall’improbabile quanto grottesco estro cestistico e top players di fama mondiale, riassaporata l’adrenalina di sfide ad altissimo tasso emotivo, scontri salvezza, partite contro squadroni di Eurolega, pesanti sconfitte ma anche esaltanti vittorie all’ultimo secondo ed insperate quanto meritate partecipazioni a playoff e finali di coppa, ci si rituffa con l’entusiasmo di sempre, ma con inedite incertezze, in una nuova realtà fatta di nuovi volti dentro e fuori dal campo.

E’, infatti, l’anno che segna il completarsi di un lunghissimo ciclo, un decennio che era stato capace di riportare la gente, scottata da un dolorosissimo fallimento e da più di un lustro di oblio, ad affollare in modo convinto, rumoroso ed entusiasta i gradoni di uno dei più belli impianti della penisola, per poi svuotarlo mestamente per una stagione e mezza. E’ la prima stagione post Dalmasson, la prima, da tempo immemore, in cui dalla panchina non spunteranno più le rassicuranti figure di Andrea Coronica e Matteo Da Ros. E’ anche l’alba di una stagione-crocevia, di un anno che potrebbe essere una vera sliding door per il basket alabardato. Delle vicende societarie, del rebus Allianz, della possibilità di ampliare la capienza massima delle arene (ammesso e non concesso che gli spettatori abbiano effettivamente voglia, attaccamento, risorse ed intenzione di ricostituire il Red Wall nella sua interezza) ci sarà, però, tempo e modo di parlare a lungo nei mesi che verranno, anche alla luce di eventi che al momento non paiono ancora affacciarsi all’orizzonte.

Da domani, a risuonare, saranno nuovamente i rimbalzi del pallone sul parquet, lo stridio della gomma delle scarpe, il dolce rumore del cotone della retina violentato dalle bombe, gli strepiti dei coach: tutti rumori che, nostro malgrado, abbiamo potuto assaporare in modo cristallino durante questi ultimi tristissimi mesi, quando gli impianti sportivi si sono trasformati da templi pagani, luoghi di celebrazione di riti di delirio collettivo, in fredde e silenziosissime cattedrali gotiche. Rumori che, si spera, possano tornare ad essere almeno parzialmente coperti dal tifo di quei pochi che hanno deciso di rinunciare alla comodità dei propri divani, allo streaming su televisori 4k ed alle spesso discutibili telecronache televisive per tornare a perdere la voce nel mondo reale, magari sottoscrivendo uno dei 1000 abbonamenti (quasi interamente esauriti) messi a disposizione dalla Società in una sorta di esperimento, un mesto simulacro di quello che furono le precedenti campagne che portarono nelle casse del club il corrispettivo di quasi 4500 tessere annuali.

Brindisi rinnovata, ma rimane un top team

Nick Perkins contro Grazulis nei playoff 2021

Trieste ricomincia da dove aveva finito nella scorsa stagione, contro la squadra che ha affrontato il numero più alto di volte dal suo ritorno in Serie A, ma anche quella dalla quale ha subito il numero più alto di sconfitte: 5 in stagione regolare, 3 ai playoff, 1 nelle Final Eight di Coppa Italia. A maggio finì con un prevedibile quanto netto sweep, un 3-0 che smorzò (specie nelle due tristissime esibizioni in Puglia) gli entusiasmi per un sesto posto – settimo per differenza canestri – superiore a qualunque pronostico e più ottimistica aspettativa. Entrambe le squadre sono state rivoluzionate durante l’estate. La Happy Casa ha rinunciato ai suoi due top players Harrison e Willis, confermando però l’ottimo nucleo di italiani composto dal poker Zanelli (play), Visconti (guardia), Gaspardo (ala) e Udom (ala), tutti e quattro ottime prospettive anche in chiave azzurra. Dalla scorsa stagione è stato confermato anche il centro Nick Perkins, non altissimo (203 cm) ma dotato di un fisico devastante, in grado di spostare gli equilibri nel pitturato, specie dopo un anno di ambientamento nel nostro campionato: il confronto diretto con Sagaba Konate -meno esperto e tecnico ma altrettanto potente- promette sportellate sotto canestro. Come al solito, Brindisi è abilissima nel pescare nel mare magnum dei campionati europei giocatori mediamente sconosciuti, che poi, assemblati, trasformano quelle che sembrano scommesse in cavalcate vincenti. E’ così che l’ipertricotico play Josh Perkins arriva dal campionato polacco via Partizan Belgrado fra i dubbi, spazzati via da due prestazioni più che convincenti a Bologna nelle finali di Supercoppa sia contro Sassari che contro Milano: il confronto con Corey Sanders sarà anche una sfida fra capacità di scelta, fra due modi di interpretare budget limitati. Da verificare l’impatto con la categoria superiore della guardia argentina Lucio Redivo, proveniente da Casale in A2, dotato di numeri di discreta ignoranza cestistica ma tecnicamente rivedibile. Usato sicuro, invece, per i due arrivi dalla Reyer Venezia: sia Jeremy Chappel che Wes Clark non hanno particolarmente spostato equilibri in laguna, ma con la maggiore responsabilizzazione che con ogni probabilità verrà loro addossata a Brindisi potrebbero nuovamente far valere la loro grande esperienza in Italia. Oggetti ancora misteriosi il centro Carter, pochissimo impiegato in Supercoppa, e l’ala Adrian proveniente dal campionato ucraino. Squadra, dunque, completa in ogni ruolo, con giusto mix di esperienza, freschezza, voglia di emergere, voglia di riscatto, tecnica e fisicità: Brindisi anche quest’anno è facilmente pronosticabile fra le prime quattro nella stagione regolare, specie dopo aver visto all’opera le avversarie dirette, al netto di Milano, Virtus e Reyer, teoricamente appartenenti ad un’altra categoria.

Qui Trieste: che partita sarà?

Adrian Banks in maglia Happy Casa contro Trieste

L’Allianz si approccia all’esordio dopo due settimane tranquille, in cui ha potuto allenarsi con continuità, in cui ha potuto disputare due amichevoli di difficoltà diversa fra loro ma comunque molto utili a trarre indicazioni, affinare meccanismi difensivi ed offensivi e preparare eventuali correttivi alle nuove soluzioni che evidentemente non hanno funzionato. Coach Ciani, fatta eccezione per Luca Campogrande che si allena a parte e sarà pronto presumibilmente dalla terza o quarta giornata, ha potuto contare sul gruppo completo. L’obiettivo principale è quello di portare il roster in condizioni di forma omogenee fra loro, in modo da avere a disposizione rotazioni credibili con l’utilizzo di tutti e dieci i giocatori, aspetto che in un 5+5 è un’arma indispensabile: in questo senso, le prestazioni di Delia e Banks contro i russi di Krasnojarsk sabato scorso sono abbastanza confortanti. Sono anche due settimane in cui, dopo i ravvicinati impegni di Supercoppa che non consentivano certo di prendere le misure delle avversarie specifiche che si andavano ad affrontare, hanno permesso ad analisti di provata abilità come Marco Legovich di sezionare i video dell’avversaria e mostrarli alla squadra preparando contromisure curate nei particolari.

La variabile che potrebbe riportare leggermente l’ago della bilancia dalla parte biancorossa è il carattere del suo leader designato: Adrian Banks in maglia Happy Casa è stato miglior marcatore del campionato, MVP e spesso match winner (anche contro Trieste in almeno un paio di volte). Dopo un anno in cui ha salvato dal naufragio la Fortitudo rimanendo tuttavia coinvolto in una stagione che definire deficitaria sarebbe magnanimo, avrà di certo voglia di dimostrare di essere ancora quel giocatore considerato nemico pubblico numero uno da qualunque coach e tifoseria avversaria, quello che in coppia con John Brown III ha messo a ferro e fuoco le arene di mezza Italia. Esperienza, cazzimma e classe non mancano, le gambe -al momento- forse un po’, ma c’è da giurare che Banks sarà il primo spettacolo del quale i redivivi tifosi biancorossi potranno godere, nel bene e nel male, in questo cruciale campionato.

Cominciare presto a fare punti è al contempo fondamentale per indirizzare la stagione nel verso giusto e raggiungere il prima possibile la tranquillità e compito difficilissimo alla luce di un calendario che come da tradizione non favorisce certo Trieste nelle prime partite: dopo Brindisi e la trasferta a Pesaro sarà la volta di Brescia in via Flavia, della trasferta a Bologna contro i campioni d’Italia della Virtus e della sfida interna alla neopromossa Derthona, già affrontata con qualche difficoltà in Supercoppa.