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La Rocco-tristezza imperversa ancora, ma l’Unione salva la faccia

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Triestina-Albinoleffe: 1-1 (80′ Zoma (A), 94′ Vertainen (T))

Triestina: Roos, Germano, Frare, Bianconi, Bijleveld, Braima, Correia, Attys, Kiyne, Olivieri, Krollis. All. Clotet

Albinoleffe: Marietta, Borghini, Boloca,Baroni, Gusu, Parlati, Fossati, Agostinelli, Angeloni, Mustacchio, Zoma. All. Lopez

Arbitro: Nigro di Prato. Assistenti: Esposito di Pescara e Galieni di Ascoli Piceno

Certo nulla si può rimproverare a questi ragazzi: l’impegno dei giocatori alabardati non è di certo ciò che latita maggiormente, anzi la caparbietà della modestissima squadra allestita in estate da Menta & Co. è forse l’unico aspetto che può essere applaudito da parte dello sparuto gruppo di tifosi presenti, per il resto giustamente ipercritico nei confronti della società. Ed è, anche, l’aspetto che permette alla Triestina di evitare di cadere definitivamente nell’abisso perdendo una volta di più la faccia in casa, e sarebbe stata addirittura la quinta volta in sette partite disputate al Rocco.

Per il resto, lo spettacolo offerto da entrambe le squadre in questo turno infrasettimanale, complice anche un terreno di gioco la cui qualità smette di essere descrivibile senza usare epiteti non pubblicabili, è come al solito un triste scivolare verso il novantesimo, con velleitari tentativi di sorprendere il portiere avversario ma anche l’incapacità di costruire alcunché dalla metà campo in su. Peraltro, manca anche quel pizzico di cattiveria in attacco, che permetta magari di approfittare cinicamente di qualche errore o di qualche rimpallo insperato: Olivieri tocca pochissimi palloni, Krollis -che viene inizialmente preferito a Vertainen- è evanescente, da dietro manca spinta e senso di opportunismo. L’Unione calcia addirittura 10 calci d’angolo (dopo gli 11 di Crema), segno se non altro di una costante -sebbene sterile- presenza nella metà campo avversaria: non avendone sfruttato nemmeno uno, salgono addirittura a 78 i corner battuti in campionato, di cui solo uno trasformato in goal. La difesa, che presenta con Frare e Bianconi l’ennesima inedita coppia di centrali la cui intesa dimostra di essere quantomai lontana dall’essere accettabile, scricchiola ogni volta che gli ospiti tentano una verticalizzazione, venendo salvata più dall’approssimazione degli attaccanti o da respinte fortuite che da reale organizzazione. Non è che l’Albinoleffe si impegni particolarmente per non provocare sbadigli sulle tribune: si presenta sul campo della derelitta ultima in classifica con un atteggiamento super prudente, schierando cinque difensori e preferendo tentare la sortita in contropiede piuttosto che rischiare le ginocchia cercando di districarsi fra le dissestate zolle di campagna per costruire una manovra ragionata ed organizzata. Del resto, il solo Zoma è in grado di tenere costantemente in apprensione la retroguardia alabardata grazie esclusivamente alla sua velocità, ad occhio tripla rispetto all’intero pacchetto arretrato di casa. Ciò nonostante, quando gli ospiti annusano il vistoso calo di intensità nella manovra della Triestina, che in apertura di ripresa accusa il solito calo di energie commettendo errori tecnici figli (oltre che di talento latitante) anche di scarsa lucidità, capiscono che possono chiudere il discorso con una giocata in velocità e prendono decisamente in mano l’iniziativa, alzando il baricentro della loro azione, alzando l’aggressività nei contrasti contro avversari che, dal canto loro, denotano la solita “timidezza” agonistica a mano a mano che ci si avvicina al novantesimo. Il goal del vantaggio ospite arriva inevitabile come diretta conseguenza dell’atteggiamento delle due formazioni, ed è il perfetto manifesto di quello che oggi è la squadra rossoalabardata: Vallocchia, appena subentrato a dieci minuti dalla fine, è approssimativo in un disimpegno, perde palla a metà campo innescando un contropiede al quale l’intera difesa assiste impotente e stupita da cotanta velocità. Se non altro, il goal subito con così poco tempo da giocare, una costante di questo periodo così come quelli incassati nei primi due minuti di gioco nelle prime giornate, non ha l’effetto di abbattere definitivamente il morale della squadra di casa, che anzi da quel momento rialza la testa e non smette di provarci, con tutti i suoi limiti e la sua approssimazione, ma almeno con tanto orgoglio. Il goal di Vertainen -che approfitta dell’unico gesto tecnico accettabile da parte del rientrante D’Urso- ristabilisce un risultato che perlomeno, nella modestia generale, appare quello più corretto per quanto visto in campo, e punisce la leggerezza con la quale l’Albinoleffe non chiude definitivamente i conti nelle due clamorose occasioni nelle quali ne avrebbe l’opportunità.

Un pareggio che salva la faccia ma non cambia in alcun modo la sostanza in classifica, anche se la sconfitta della Clodiense permette alla Triestina di recuperare un punto sulla penultima: consolazione discutibile, dal momento che ad oggi non verrebbero nemmeno disputati i playout per il distacco accumulato dalla prima avversaria utile. La strada da fare per mister Clotet verso il mercato di riparazione (che peraltro non lascia presagire nulla di buono sulla base dei precedenti) è ancora lunga ed in salita verticale se si vuole almeno evitare di rimanere talmente tanto indietro da dover abbandonare ogni speranza a metà stagione, ma il goal di Vertainen potrebbe perlomeno riaccendere una stilla di morale nelle demoralizzate menti dei giocatori alabardati.

Cronaca

Al 4′ la Triestina arriva al tiro ravvicinato, con Attys che entra in area e dal fondo serve Kiyne, il cui tiro ravvicinato incoccia su un difensore e viene deviato sul fondo. Al 44′ un rimpallo mette il pallone sul piede di Mustacchio, che tira di prima intenzione con Ross che in tuffo devia sul fondo. Il primo tempo è tutto qui: sulla spiaggia del Roco è anche troppo per quello che producono le due squadre.

Al 47′ Agostinelli tira da posizione decentrata sulla destra ma molto ravvicinata, il suo tiro viene deviato due volte dalla difesa alabardata e finisce sul fondo a pochi centimetri dal palo a Roos battuto. Al 49′ clamoroso errore del portiere Marietta, il cui rinvio finisce sui piedi di Krollis, che tutto solo pasticcia e commette addirittura fallo sul portiere che nel frattempo si rimpadronisce del pallone. Al 55′ Zoma entra in area tutto solo ma Frare riesce ad intercettarlo da dietro in extremis deviando il pallone sul fondo in tackle. Al 75′ prima vera grande occasione per la Triestina, che si impadronisce del pallone al limite dell’area su una improvvisa verticalizzazione, tira di sinistro ma il tiro quasi a colpo sicuro colpisce il palo e torna in campo, per poi venire respinto dalla difesa ospite. All’80’, puntualissimo, arriva il goal dell’Albinoleffe: Vallocchia perde palla a metà campo, Zoma punta verso la porta seminando Frare e Bianconi, tira di destro e centra l’angolo sulla destra di Roos. Difesa della Triestina vicina al ridicolo. La Triestina sbanda clamorosamente e l’Albinoleffe sbaglia con Longo solo davanti a Roos due occasioni per il raddoppio. Al 94′ pareggio della Triestina: cross di D’Urso, deviazione di Vertainen di testa nell’angolo sulla sinistra del portiere. Premiato il forcing alabardato, punita la leggerezza dell’Albinoleffe nel non mettere al sicuro il risultato quando avrebbe potuto.