L’importanza della presa
Un fondamentale che al giorno d’oggi è estremamente trascurato nell’allenamento dei portieri è la presa. Palloni sempre più leggeri e dalle traiettorie sempre più bizzarre ed imprevedibili, terreni con l’erba sintetica di ultima generazione che velocizzano parecchio il rimbalzo della palla (che in certe situazioni appare quasi un proiettile), si stanno rivelando dei fattori che nemmeno i guanti super sofisticati calzati dai numeri uno odierni non riescono a contrastare in modo efficace. Nel calcio di oggi il portiere tende infatti ad azzardare pochissimo la presa ed affidarsi in troppe situazioni, alcune delle quali certamene evitabili, alla respinta. Per invertire questa tendenza è quindi necessario allenare ed affinare in modo certosino il gesto tecnico della presa e prestare attenzione (fatto che spesso sfugge anche ai preparatori dei portieri più bravi ed esperti) a tutta una serie di fattori che permettono una presa efficace e in tutta sicurezza. Suddividerei innanzitutto le prese in due tipologie a seconda della posizione del corpo (eretto in piedi o in tuffo) e della direzione del pallone: prese frontali (che affronteremo in questo articolo) e prese in tuffo (che invece tratteremo nel pezzo della prossima settimana).
La posizione di partenza
Prima di analizzare nel dettaglio le diverse modalità di presa sui tiri centrali una piccola premessa sulla posizione di partenza che deve osservare il portiere. Per una corretta postura iniziale il portiere dovrà osservare questi accorgimenti:
- Posizione statica con il peso ed il baricentro del corpo che premono sugli avampiedi.
- Piedi paralleli ed in linea con le spalle.
- Ginocchia piegate in linea con la punta dei piedi (non devono essere assolutamente divergenti!).
- Gambe leggermente flesse e busto piegato lievemente in avanti (di 30° circa).
- Braccia ed avambracci protesi in avanti e che, durante la posizione statica, formano circa un angolo retto.
- Le mani infine devono essere leggermente rivolte con i palmi verso l’interno e con il pollice rivolto verso l’alto, in questo modo è più facile evitare scomode e fastidiose contusioni tra le dita ed il pallone.
In molti casi il corretto intercettamento del pallone da parte del portiere è strettamente correlato alla sua posizione di partenza: sono soprattutto la posizione iniziale delle mani e delle braccia ad essere fondamentali. Se il portiere parte con mani e braccia troppo protese verso l’alto, infatti, il rischio di arrivare in ritardo sui palloni bassi è molto concreto, al contrario con mani e braccia che tendono a “pendere” troppo verso il basso il numero uno tenderà a fare più “strada” e fatica a raggiungere i palloni alti.
Le varie tipologie di prese centrali
Il gesto della presa centrale sembra semplice ma non lo è affatto anche perché il portiere, prima di effettuare una bloccata nel modo corretto, dovrà per prima cosa decifrare correttamente la traiettoria in poche frazioni di secondo e poi intervenire con diverse modalità di presa in base all’altezza del pallone:
- Palloni bassi o rasoterra: in questo caso la presa va fatta con i pollici divergenti all’infuori con le due mani che vanno immediatamente allungate in direzione palla. Contemporaneamente tutto il corpo deve abbassarsi con una delle due ginocchia che vanno ad abbassarsi fino a quasi toccare il tallone dell’altra gamba. In un secondo tempo il pallone va portato al petto. Tra le varie tipologie di presa centrale è forse il gesto tecnico più difficile da eseguire: il preparatore dovrà stare attento che il suo portiere si pieghi con tutto il corpo in direzione palla e che non pieghi solamente la schiena lasciando le gambe tese e dritte, questo è un errore grave da non commettere mai.
- Palloni all’altezza dell’addome addome: anche in questo caso la presa va effettuata con i pollici divergenti, anche se il gesto è molto più facile da eseguire rispetto ai palloni rasoterra: basta infatti piegare leggermente il busto di circa 45° e far scorrere il pallone tra le braccia (che funziona a mo’ di scivolo) prima di finire bloccato nella “morsa” del petto.
- Palloni alti (sopra l’altezza delle clavicole): in questo caso la presa va fatta con i pollici convergenti. La presa ideale vede i pollici (le due dita fondamentali nell’attuare la bloccata) e gli indici delle due mani formare la lettera W, i pollici devono essere quasi uniti e devono avere uno scarto tra di loro di circa 2-3 cm., se la distanza tra i due pollici è di 5 cm. c’è già il pericolo che la palla possa scivolare via. Le braccia invece devono essere sempre e protese verso avanti, non vanno assolutamente piegate perché lo scopo della parata in presa è quello di anticipare il più possibile l’arrivo della sfera, anche in questo caso solo in un secondo momento la palla andrà portata al petto.
- Palloni battenti a terra: anche su palloni che battono a terra la presa andrà fatta con i pollici chiusi con le stesse modalità descritte nel punto sopra, con l’unica differenza che in questo caso la traiettoria del pallone non sarà rettilinea bensì verticale/ascendente, quindi i palmi delle mani saranno più rivolti verso il terreno in modo da poter coprire la palla.
Riferimenti video:
(Fine 2a puntata)