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Il Rocco resta tabù: il big match è del Padova

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Triestina-Padova: 0-1 (55′ Liguori (P))

Triestina: Matosevic, Germano, Struna, Malomo (62′ Moretti), Pavlev, Celeghin, Fofana, Vallocchia (82′ Finotto), D’Urso (67′ El Azrak), Redan, Lescano (67′ Adorante) . All. Tesser

Padova: Donnarumma, Delli Carri, Perrotta, Belli, Capelli (77′ Kirwan), Fusi, Radrezza, Varas, Villa (91′ Favale), Bortolussi, Liguori. All. Torrente

Arbitro: Scatena di Avezzano. Assistenti: Allocco di Alba-Bra e Lisi di Firenze

Spettatori: 13.062, curva Furlan esaurita

Ammoniti: Perrotta (P), Celeghin (T), Fusi (P), Bortolussi (P), Malomo (T, espulso dalla panchina), El Azrak (T)

Chissà quale espressione colorita avrebbe scelto il Paron se avesse assistito allo scontro al vertice fra le sue due squadre più amate su un terreno a metà fra il ridicolo e l’indecente… Ma la qualità del fondo nello stadio a lui intitolato non influisce più di tanto sullo spettacolo offerto da due formazioni che si fronteggiano a viso aperto, entrambe alla ricerca del risultato pieno con decisione, intensità, pochi tatticismi (almeno fino al goal biancoscudato) e molto agonismo. Davanti a più di 13 mila spettatori Triestina e Padova disputano una partita che appartiene decisamente a palcoscenici ben più importanti, sebbene il Padova di oggi dimostri di essere decisamente più avanti rispetto ad un’Unione a tratti irriconoscibile specie nella ripresa.

Partenza tutta di marca patavina: la formazione di Torrente sorprende quella alabardata con un asfissiante pressing a tutto campo, che toglie ogni possibilità di costruire gioco ai playmaker della Triestina. Celeghin e D’Urso non riescono mai ad uscire palla al piede, le folate offensive dei padroni di casa sono limitate a poche ripartenza nate dalle imprevedibili sponde di Lescano. Ma gli alabardati si difendono con ordine e tutto sommato non corrono alcun pericolo, come spesso avvenuto in passato lasciano sfogare la verve iniziale degli avversari per poi conquistare progressivamente metri di campo, facendo salire il baricentro della loro azione e ribaltando completamente i termini del gioco. Dal ventesimo minuto a fare la partita è la squadra di Tesser, che costruisce trame offensive alle quali manca sistematicamente, però, la precisione in fase conclusiva. Tanto lavoro per Vallocchia, Celeghin ed uno scatenato ed onnipresente D’Urso, ma poca concretezza sottoporta da parte delle due punte, anche se soprattutto Redan tiene costantemente in apprensione la pur solidissima difesa veneta. Il Padova diventa improvvisamente impreciso, anche se si rende spesso pericoloso con velocissime ripartenza nate dalle palle recuperate già nella propria metà campo. La prima frazione si chiude con due fuochi d’artificio, uno per parte, ma le reti rimangono inviolate grazie soprattutto ad una vera magia del fratello del portiere della nazionale.

La ripresa inizia com’era iniziata la partita, con il Padova che torna aggressivo ed asfissiante, oltre che insuperabile nell’organizzazione difensiva, solo che a differenza della prima frazione non vi sarà inversione di tendenza fino alla fine. La Triestina torna a non riuscire a costruire il suo gioco, e gli ospiti ne approfittano trovando il vantaggio con una spettacolare rovesciata che dona loro coraggio ed energie suppletive. L’Unione sbanda, accusa il colpo, si allunga cerando le punte con lanci lunghi che contro difensori fisici come Delli Carri e veloci come Belli hanno ben poche possibilità di risultare in qualche modo pericolosi. Del resto, Lescano e Redan palla a terra non riescono a costruire alcunché finché sono in campo, ed il salto del centrocampo risulta l’unica soluzione offensiva a disposizione. E’ una fase nella quale il Padova è in piena fiducia, completamente padrone del campo. Improvvisamente saltano i nervi ai 22 in campo, e da una indecorosa rissa a subire la punizione peggiore è Redan che viene allontanato definitivamente dal direttore di gara, con il Padova che minuto dopo minuto ha gioco sempre più facile a controllare la partita, legittimando il vantaggio. A cinque minuti dalla fine iniziano i prevedibili quanto molto italiani crampi conquista-secondi, con il cronometro che si assottiglia inesorabilmente. Il Padova, sfortunatamente per la Triestina, non è il Novara e non si lascia certo sorprendere nei minuti più importanti, anzi finisce la partita palla al piede tenendo l’azione lontanissima dalla propria area, senza che l’Unione dia mai l’impressione di poter impensierire Donnarumma. I tre punti prendono la via del Veneto, bisogna dire meritatamente, per il tripudio del migliaio di tifosi assiepati nella curva ospiti. Triestina in flessione fisica e tecnica, davanti ad un Padova al momento concretamente superiore. Ora la pausa tecnica natalizia arriva quanto mai necessaria, si riprenderà prima della fine dell’anno con la trasferta a Trento.

La cronaca

Al’11’ pericolosa punizione dal limite per il Padova, Liguori tira rasoterra cerando di passare sotto la barriera, ma il pallone viene facilmente allontanato dalla difesa. Occasione per la Triestina al 14′: il teso cross dalla sinistra di Vallocchia viene mancato da Redan per una questione di centimetri. Al 20′ tiro improvviso di Lescano dai 18 metri, il pallone sorvola di poco la traversa anche se Donnarumma sembrava poterci arrivare. Al 42′ il tiro di testa in tuffo da pochi metri di Villa sfila sul fondo sulla destra di Matosevic, che comunque ne controlla la traiettoria. Al 44′ la Triestina va vicinissima al goal: D’Urso mette al centro dalla destra, il tiro di Celeghin è potente ma la respinta d’istinto di Donnarumma ad una mano è miracolosa.

Al 55′ arriva il goal del Padova: Liguori raccoglie in rovesciata a centro area un pallone spiovente e trova l’angolino sulla destra di Matosevic rimasto immobile, a prima vista dopo aver sbilanciato illecitamente Malomo, ma al replay l’azione sembra assolutamente regolare. Al 65′ il Padova sfiora il raddoppio: disimpegno troppo leggero della Triestina, il pallone finisce sui piedi di Liguori che da poco fuori l’area cerca il tiro di precisione sfiorando il palo sulla destra di Matosevic, che non ci sarebbe in alcun modo arrivato. Un minuto dopo il Padova sfiora nuovamente il raddoppio: a porta spalancata il tiro a colpo sicuro di Radrezza è deviato da Pavlev sopra la traversa. Al 70′ la Triestina spreca la più grande delle occasioni: un pallone che sembra solo pronto per essere spinto in porta a pochi centimetri dalla porta viene svirgolato da Adorante, ed allontanato. Un minuto dopo la Triestina resta in 10 per l’espulsione di Redan. Triestina che rischia di capitolare nuovamente al 78′: un tiro fondamentalmente innocuo viene deviato involontariamente da Pavlev, che svirgola il pallone rischiando concretamente di metterlo alle spalle di Matosevic. I 6 minuti di recupero passano veloci e senza scossoni, il triplice fischio scatena la festa biancoscudata.