tsportinthecity

Francesco Candussi è il terzo tassello del mosaico biancorosso

Tempo di lettura: 2 minuti

Primo arrivo che non è una riconferma, perlomeno non del tutto, nel nuovo roster della Pallacanestro Trieste. In effetti quello di Francesco Candussi è un ritorno, dopo l’esperienza alla corte di Eugenio Dalmasson dal 2013 al 2015. Il centro nato a Palmanova, classe 1994, già allora aveva esordito in Serie A con la Reyer, e dopo Trieste ed un campionato a Pesaro, si è ritagliato uno spazio importante a Mantova, a Verona (dove nella passata stagione è stato uno degli artefici dell’effimera promozione scaligera), per finire disputando degli ottimi playoff alla Fortitudo Bologna. Sia a Verona che a Bologna, le esperienze più recenti in A2, ha collezionato circa 14 punti e 7 rimbalzi a partita. Nella sua carriera ha vestito stabilmente la maglia della Nazionale Italiana U16, U18 e U20, vantando una presenza anche nella Nazionale maggiore nella sfida con l’Estonia valida per le qualificazioni agli Europei del 2021

Alto 211 cm per 110 kg, Candu è un pivot in grado di spostare gli equilibri sotto canestro, ma ha anche la duttilità per essere impiegato da ala grande ed in generale può essere pericoloso anche da lontano, essendo dotato di discreta tecnica nel tiro dalla media e dalla lunga distanza. Dovesse arrivare, come sembra, anche la conferma di Giovanni Vildera, con il probabile arrivo di un “4” americano di notevole fisicità, coach Jamion Christian si ritroverebbe con un pacchetto di lunghi che pochissime altre squadre della categoria possono vantare, specie considerando la loro totale intercambiabilità. Certo, da verificare la compatibilità con la filosofia cestistica di cui viene accreditato il nuovo allenatore e che è tanto cara al GM Arcieri, ma per il fine tuning ci sarà tempo.

Francesco è uno di quei rari giocatori oltre i 2,10 che possono segnare da tre punti, dalla media distanza e da sotto canestro – l’analisi del General Manager di Pallacanestro TriesteMichael Arcieri – La sua versatilità offensiva mette grande pressione sulla difesa e crea spazi ottimali in cui operare per sé e per i compagni. La sua altezza ha un impatto sul gioco in entrambi i lati del campo, sia che si tratti di rimbalzi, stoppate o difese sul tiro. È una presenza di cui gli avversari dovranno tenere conto in ogni momento”.