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Dieci minuti di tsunami e Tortona punisce una buona Trieste

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BERTRAM DERTHONA TORTONA – ALLIANZ PALLACANESTRO TRIESTE    80-74   

Bertram Derthona Tortona: Mortellaro, Wright 2, Cannon 5, Tavernelli 2, Fridriksson, Filloy 10, Mascolo 4, Cattapan, Severini 9, Sanders 18, Daum 20, Cain 10. All: Ramondino

Allianz Pallacanestro Trieste: Banks 20, Davis 15, Clark 2, Konate 2, Deangeli, Mian 5, Delia 5, Fantoma, Cavaliero 3, Campogrande 7, Gražulis 5, Lever 6. All: Ciani

Parziali: 24-19; 34-43; 50-59;

Arbitri: Baldini, Giovannetti, Boninsegna

Quarta vittoria in cinque partite in stagione contro Trieste per una Tortona che si dimostra complementare alle caratteristiche della squadra giuliana, colpendo proprio lì dove l’Allianz dimostra i suoi limiti. Pur priva del suo principale terminale offensivo JP Macura, la squadra piemontese trova soluzioni alternative, e soprattutto trova una incredibile striscia negli ultimi otto minuti di partita capace di invertire l’inerzia della partita, recuperare gli undici punti di ritardo, volare via abbattendo certezze e morale degli avversari e conquistare la sicurezza matematica dei playoff.

Tre quarti equilibrati, poi su Trieste si abbatte una grandinata di triple

Ritorno a Casale: di quella magica serata di Gara 3 sono ancora presenti su sponde opposte Daniele Cavaliero e Jamarr Sanders, così come Luca Severini e coach Ramondino. Ma da quella incredibile partita sono passati 4 anni e mille vicissitudini, e della magia rimane solo il dolce ricordo. Tortona, da neopromossa, è una splendida, nuova, realtà del basket nazionale: una cittadina di 26000 abitanti, costretta a giocare in trasferta le partite casalinghe per mancanza di un impianto, ha trovato nella Bertram il classico mecenate dalle cospicue risorse, che hanno permesso la realizzazione di un roster costruito sulla base del gruppo che ha conquistato la promozione con innesti di rendimento sicuro come Tyler Cain e Chris Wright a scommesse che coach Ramondino sta vincendo alla grande, come Macura e Daum. Tortona comincia il match con la consapevolezza della sua forza, gioca in scioltezza, fiducia e grande pazienza, sceglie i tiri giusti, sparacchia un po’ da tre ma gioca a memoria e senza apparente sforzo. Non difende certo alla morte, e Trieste ne approfitta, nel primo quarto, per rimanere sempre in scia agli avversari. L’Allianz nella prima frazione si affida ad iniziative sporadiche dei suoi uomini migliori, non ha fluidità in attacco ma trova conclusioni anche difficili con Davis, Banks e Mian. Tortona vola anche sul +8 con la tripla di uno scatenato Sanders, ma l’Allianz ricuce e finisce la frazione sotto di 5. Il secondo quarto mostra le caratteristiche tipiche di quando ad affrontarsi sono due squadre tutto sommato tranquille, che lottano sì per i loro rispettivi obiettivi ma non certo per la loro sopravvivenza: si corre tantissimo, si provano soluzioni difficili, si difende con intensità contestando ogni tiro. Trieste trova il modo, con una staffetta fra Konate, Delia, Grazulis ed un ottimo Lever, di limitare i danni sotto canestro, con un Cain sempre troppo lontano dal ferro, tenuto a lungo in panchina da Ramondino, ed un Daum insolitamente impreciso dalla distanza. L’inerzia finisce nelle mani ospiti, che volano anche sul +9. Le polveri di Tortona sono bagnate, Trieste approfitta del totale black out dei padroni di casa, che segnano il primo canestro dopo otto minuti. Sanders con un paio di triple limita i danni, si va al riposo con l’Allianz a +9 sul 34-43. Il terzo quarto vede un decadimento generale del livello tecnico della partita: le due squadre alzano l’intensità difensiva, e gli attacchi ne soffrono gli effetti: palle perse a ripetizione su entrambi i lati del campo, percentuali scarse sia da sotto che da fuori, ingenuità inconsuete su un campo di serie A (passi, doppio palleggio, piedi fuori dal campo, tagliafuori non eseguiti, falli in attacco). Di buono c’è che in questo caos apparente le fiammate di Tortona, che inizia ad innescare le sue abituali bocche da fuoco, sono prontamente rintuzzate da Trieste: la partita procede a strappi reciproci, con il risultato che l’Allianz, grazie alle iniziative personali di Davis e Banks, si riprende alla terza sirena il distacco del riposo sul 50-59. L’ultimo quarto inizia proseguendo il mood del terzo: nei primi due minuti gli ospiti vanno più volte in doppia cifra di vantaggio, e sembra siano in grado di arrivare ai minuti decisivi con un gap rassicurante da amministrare. Nulla di più sbagliato di rilassarsi contro una squadra come Tortona, che vive di fiducia ed energia: Sanders innesca la riscossa proseguendo il suo show balistico, Trieste va in rottura prolungata in attacco, continua a commettere ingenuità, soffre la pressione di Tortona che difende su ogni possesso con le mani addosso, commette un paio di falli in attacco ed in generale non riesce a trovare fluidità offensiva, spesso non arriva nemmeno al tiro o ci arriva negli ultimi secondi a disposizione, trovando soluzioni forzate e a bassissima percentuale. Filloy, Severini, un monumentale Daum che segna da sette metri con la mano di Grazulis sulla faccia, mettono in scena una grandinata di triple capace di tramortire un bufalo africano. L’Allianz stavolta cede definitivamente l’inerzia della partita, il Palaferraris è una bolgia e nulla pare più in grado di arginare l’onda di marea bianconera. Quando anche Cannon approfitta di un mancato tagliafuori per un tap in schiacciato più fallo, tutti capiscono che la partita, a meno di clamorosi ribaltamenti, è andata. Ciani non interrompe il flow piemontese per cercare di arginare l’emorragia, Tortona banchetta dentro e fuori dal pitturato senza soluzione di continuità. Banks è l’ultimo ad arrendersi, ma i suoi compagni hanno già abbondantemente alzato bandiera bianca: Trieste non tenta nemmeno il fallo sistematico. Ci sarebbe l’opportunità di tornare a -2 approfittando della troppa fretta dei padroni di casa che non ritengono nemmeno necessario giocare con il cronometro, ma la bomba di Davis si spegne sul ferro. Il quarto finisce con un 30-15 di per sé esplicativo del suo andamento e del risultato finale che ne consuegue. Tortona, che alla fine terrà una la non eccezionale percentuale dall’arco del 40%, ma su ben 37 bombe tentate, va in paradiso e resta ancora in corsa per il quarto posto, Trieste rimanda tutto all’ultima partita.

Playoff ancora possibili, ma non dipenderà solo dalla vittoria su Treviso

Con le ultime due sconfitte consecutive l’Allianz scivola nuovamente fuori dalla griglia playoff: la sconfitta di Pesaro e la vittoria di Reggio Emilia, con quest’ultima certa della qualificazione alla post season a 28 punti, condanna al nono posto i triestini, penalizzati dallo scontro diretto con i marchigiani. Per rientrare in griglia Trieste dovrà in ogni caso battere Treviso (salva nonostante il -37 subito in casa dalla Virtus), sperando in risultati positivi dagli altri campi, sebbene sperare in una vittoria della retrocessa Fortitudo su Reggio Emilia e di una Napoli vincente su Pesaro dopo la battaglia del Paladozza (partenopei salvi matematicamente ai danni di Bologna) diventa impresa difficile, se non improbabile. Chiudere a 28 punti, senza lasciare nulla di intentato, sarà comunque fondamentale, per lasciare in mano alla nuova proprietà che si prospetta all’orizzonte un giocattolo non completamente da buttare, su cui, anzi, cominciare a lavorare seriamente per il futuro.

Fortitudo all’inferno, disastro per il movimento

Intanto, con il dramma maturato al Paladozza, dove la Fortitudo, davanti ad una Fossa ribollente prima di entusiasmo, poi di rabbia nei confronti della dirigenza e dei giocatori, viene umiliata dalla neopromossa e per nulla intimorita Napoli di Jordan Parks nella partita più importante della storia recente del basket felsineo, si materializza un vero e proprio disastro per il movimento della pallacanestro di vertice italiana: con la retrocessione della F si spezza il predominio di basket city, di cui una metà importante, forse la più fedele ed entusiasta, finisce nuovamente nell’anonimato dal quale si era affrancata solo un paio di stagioni fa. Con il fardello da più di quattro milioni di debiti con l’erario a pesare sulle possibilità di trovare un acquirente, il rischio di fallimento è un’ipotesi concreta. Oggi appare ancora più chiaro come la lungimiranza con la quale la dirigenza triestina ha perseguito un rigoroso controllo dei costi con la chiusura del bilancio in pareggio, magari con l’allestimento di roster talvolta non brillantissimi e la rinuncia alle ambizioni pretese dalla piazza, e che troppo spesso hanno generato qualche mugugno fra la tifoseria meno attenta, renda la semplice salvezza sul campo un risultato sostenibile per il futuro nella massima serie.

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Le pagelle dei biancorossi

Banks 7:22 punti in 33 minuti, 21 di valutazione, l’unico a non arrendersi (anzi, a rifiutarsi di farlo). E’ la comfort zone per i suoi compagni. Davis 6+: banchetta su Mascolo, spesso batte Wright in 1 contro 1, trova canestri difficilissimi ma si arena anche lui nel momento di massima difficoltà, durante il quale non riesce a dare la scossa alla squadra. Clark 5: poco impiegato, surclassato da uno scatenato Sanders, alla peggiore uscita in canotta biancorossa. Konate 4/5: limitato dai falli (spesso ingenui), viene portato a scuola da Cain e Daum, è pigro sugli aiuti. E’ nel momento di down dell’onda di rendimento, e potrebbe essere, ormai, quello definitivo. Mian 6: buon primo tempo e mezzo, si inceppa come tutti nell’ultimo quarto concedendo troppo spazio ai tiratori sul perimetro. Delia 5: buone cose alternate ad ingenuità non da lui (un doppio palleggio che non si vedeva da anni in serie A). Soffre la dinamicità di avversari apparentemente selezionati per metterlo in difficoltà sfruttando i suoi difetti fisici e tecnici. Non la partita più adatta alle sue caratteristiche. Cavaliero 5: due bombe tentate dalla “sua” mattonella, un centro in quatto minuti anonimi. Campogrande 6-: sette punti ma con un 1 su 5 da tre che dovrebbe essere la sua specialità. Prova a rifarsi in difesa, ma è travolto dallo tsunami dell’ultimo quarto. Grazulis 5: come da tradizione è surclassato da Daum, specie nell’ultimo quarto, che lo distrugge soprattutto in attacco. Passo indietro per il lettone, spesso in ritardo anche sul tagliafuori difensivo. Lever 6+: pochi minuti di impiego per il bolzanino, che quando è chiamato in causa risponde presente con sapienza tecnica offensiva e senso della posizione difensiva. Sarà sicuro protagonista dalla prossima stagione, nonché uno dei numeri quattro più promettenti in chiave azzurra. Ciani 4/5: subisce troppo passivamente il cambio di inerzia nell’ultimo quarto, non è lesto a reagire ed a trovare accorgimenti per contrastarla. E questo costa una partita fino ad allora in mano triestina e, probabilmente, i playoff.