di Guerrino Bernardis
C’era un derby nella prima giornata della Promozione, e che derby: Kras-Zaule è finito con un risultato non solo imprevedibile, ma assolutamente fuori dall’ordinario, un po’ come l’andamento della gara che ha regalato, a leggere il tabellino marcatori, due exploit: quello del carsolino Stepancic che ne ha messi dentro ben quattro e quello del viola Girardini, entrato dalla panchina e tre volte a segno. Sentiamo dall’allenatore dei viola Max Pocecco la soddisfazione per l’esordio e per il primo posto in graduatoria, scontato con la vittoria nella prima giornata…
“Non è questa – precisa il tecnico – una partita che può decretare una classifica ma è una partita che fa molto bene al morale. Perché iniziare con il piede giusto porta sempre energia e linfa nuova, un clima positivo. Abbiamo iniziato, quindi, non con il piede giusto ma con tutti e due i piedi giusti perché abbiamo disputato veramente una gran gara. I ragazzi sono stati davvero bravi, perché eravamo sotto per due volte, complici degli errori individuali, all’intervallo. Nella seconda parte ci siamo sistemati diversamente, ed abbiamo saputo far veramente male agli avversari e ci siamo portati sul 5-2. Il match era chiuso, poi negli ultimi minuti, altre disattenzioni ed abbiamo preso due gol: su questo aspetto ci sarà parecchio da lavorare.
Vincere fa sempre bene soprattutto se lo fai con una squadra che è sicuramente la favorita per vincere il campionato: oltretutto sul loro campo e giocando palla su palla. Devo proprio ringraziare i ragazzi perché sono stati molto bravi.”
C’era anche la preoccupazione per il ritorno in campo dopo tanto tempo…
“L’avevo già detto – ribadisce Pocecco – che questo handicapp l’avevano tutte le squadre: è stato una sosta più lunga rispetto le altre volte, qualcuno è ancora un passo più dietro, qualcuno spinge prima: oggi il discorso dei tre punti valeva soprattutto per poter iniziare bene e noi penso l’abbiamo fatto nel migliore dei modi. Però finisce qui: torniamo subito ad allenarci, prepariamo la partita di Coppa di mercoledìì che per noi è fondamentale per il passaggio del turno e poi, pensiamo già allo Staranzano che arriva domenica e siccome ha perso con la Pro Romans, arriverà a Muggia con il dente avvelenato.”
Preparare bene le partite: quali i punti su cui insistere?
“Sulla crescita complessiva della squadra – dice l’allenatore dei viola – come mentalità. Siamo una squadra abbastanza giovane, per non dire molto giovane: anche il fatto di prender quattro gol, anche se ne hai fatto cinque, potrebbe essere un segnale d’inesperienza da parte di qualcuno che magari ha pensato che la partita fosse già a casa, già fatta. Su questo dovrò insistere molto, perché le partite non sono mai in porto finchè l’arbitro non fischia la fine. Lavoreremo tanto sotto questo aspetto e lavoreremo di più per creare più schermo nella fase di non possesso. Però ripeto, questa è una squadra che ha valori importanti sotto l’aspetto tecnico quindi, lavorando bene, c’è solo la possibilità di crescere.”
Cos’ha cambiato la partita di domenica?
“Quando ho messo Girardini – conferma Pocecco – a fare il trequartista ed inserito Podgornik perché Cofone aveva bisogno di una mano davanti: a lui, un centrocampista, i complimenti perché ha fatto la punta centrale, causa il fatto che siamo a corto di attaccanti. Girardini trequartista ci ha fatto mettere la marcia in più e conquistare più campo. Gli avversari non sapevano dove andare a prenderlo perché non dava mai punti di riferimento. Poi è stato molto bravo, ha fatto tre gol con azioni molto belle, anche perché è stato messo nella situazione di poterli fare.”
Visti i risultati? Qualche sorpresa, qualche conferma?
“Secondo me – dice il tecnico – Romans è una bella squadra, la Juventina è una bella squadra: adesso vediamo un po’: è troppo presto per dire qualcosa, anche se ritengo che il Kras rimanga la favorita del torneo perché sono tosti, non è che siamo andati a giocarcela sul velluto, abbiamo sudato tantissimo per riuscire a portare a casa questa partita. Possono aver fatto mezzo passo falso, però penso che saranno tra le protagoniste se non la protagonista di questo girone.”
Max, quanto hai gridato?
“Pochissimo….- dice ridendo Pocecco – è una domanda scontata. Ho gridato tantissimo, come grido sempre, ma è il mio modo di essere. Prima lo facevo da giocatore, ora da allenatore. E ovvio che qualche volta esco un po’ dalle righe, però io comincio a vivere la partita tre giorni prima: poi, quando sono in campo, mi dimentico che c’è la gente, che ci sono gli arbitri, dimentico tutti perché seguo azione per azione e lavoro con i miei giocatori per cento minuti, sono lì… E’ il mio modo di essere, guai se non la vivessi così…”
Quindi, stavolta bella nottata pacifica…
“Permettimi un ringraziamento – interrompe Max – perché devo ringraziare mia moglie: oggi c’era la comunione di mio figlio, sono stato in chiesa, ma sono scappato dal pranzo per la partita. Non è una cosa tanto bella da fare e devo ringraziarla pubblicamente perché mi sopporta. Permettetemi allora, e non si offenda nessuno della squadra, che dedichi la vittoria a lei perché è stata veramente clemente.”