Risparmiare, abbassare di un grado il riscaldamento, chiudere le luci prima, consumare poca energia, risparmiare, risparmiare, risparmiare… Siamo inondati di notizie in merito ed è inevitabile parlarne, come è successo qualche giorno fa, attorno ad un caffè, assieme ad alcuni amici legati, tanto per cambiare, al mondo dello sport ed uno di loro – Franco Zadel, per la precisione e sperando non si inquieti per la citazione – ha osservato come non sentisse parlare ancora nessuno in merito agli aumenti delle bollette energetiche per il mondo dello sport e su chi, alla fine, dovrà farvi fronte.
In tutte le discipline, soprattutto andando verso la stagione fredda, si apre un problema per il momento quasi passato sotto silenzio: ci sono vasti ambienti da riscaldare, spogliatoi che necessitano di luce ed acqua calda, impianti per illuminare i campi di gioco e finora, probabilmente in pochi si son posti il problema.
Ma chi deve far fronte a queste spese correnti che, magari, non destavano particolari preoccupazioni ma che ora, rischiano di diventare un problema grandissimo. Di impianti privati non è che ce ne siano tanti, quindi il problema riguarda quelli comunali che sono tuttti dati in concessione alle varie società: in merito non ci sono dubbi su chi assolve al pagamento delle bollette, perché è il Comune che provvede. Società al riparo, quindi? Mah, forse farebbero meglio a preoccuparsi perché – da quanto capito – il Comune paga si le bollette energetiche ma… fino ad un certo limite oltre il quale – sembra – bisogna compensare…
Nel mondo dello sport dilettantistico non circola sicuramente molta disponibilità per cui, a sentire l’entità degli aumenti che tutti ritengono arriverà dopo settembre, ci saranno problemi non da poco da risolvere.
Già in passato, qualche impianto di illuminazione è rimasto spento perchè mancavano all’appello pagamenti da parte di qualche società, per cui ci si può attendere che questi episodi possano ripetersi. Come ci si può attendere che l’Amministrazione, alla luce degli aumenti “disastrosi” che arriverebbero, abbia, anche comprensibilmente, l’intenzione di ridiscutere gli accordi per le concessioni – molte delle quali da rinnovare dopo i due anni di proroga forzata per covid – richiedendo un maggior coinvolgimento economico – per queste emergenze – delle società.
Argomento, quindi, da non sottovalutare e che tutti farebbero bene ad analizzare a fondo subito per non arrivare al dunque e rischiare episodi spiacevoli
Da quel che si sente a livello nazionale, ci sono da aspettarsi ordinanze che riducano di un grado il riscaldamento, che non influirebbe più di tanto per chi fa sport in palestra visto che…solitamente si suda comunque – ma se, per esempio, si dovessero risparmiare i consumi luce chiudendo – come per l’illuminazione stradale o delle vetrine – da una certa ora in poi, ecco che per i dilettanti del calcio – per citare – abituati ad allenarsi non di rado fin dopo le 22, salterebbero sedute. Senza ricordare che sarebbero a rischio anche l’acqua calda della doccia del dopo allenamento che potrebbe venir come minimo razionata…
Scenario troppo pessimista? Mah, non sottovalutiamo il momento difficile: la Regione è intervenuta stanziando un bel gruzzolo che verrà gestito dal Coni anche per queste evenienze ma, poiché – come dice la Legge di Murphy – se qualcosa può andar male, sicuramente lo farà, sarebbe meglio preoccuparsene di questa incombente calamità.
Se non succederà, meglio, ma cominciamo pure a chiederci: chi pagherà le bollette?