Una reazione d’orgoglio era attesa, ed è finalmente arrivata. L’Allianz si ricompatta nella partita che probabilmente la spedisce ai playoff, mette in mostra tonicità, intensità difensiva, buone percentuali in attacco, capacità di far buon viso a cattivo gioco davanti alle assenze di Fernandez e Grazulis e, finalmente, di reagire alle difficoltà quando, dopo aver chiuso il primo quarto avanti di 18, era stata riagguantata nel punteggio grazie allo show balistico dell’imprendibile Justin Robinson.
Bene Laquintana e Doyle. Ancora impalpabile Myke Henry. Dominio sotto canestro
Torna a brillare l’asse play-pivot, nonostante l’assenza del regista titolare: Tommaso Laquintana, oggi è il caso di cominciare da lui, dimostra di aver ripreso fiducia, limita le sciocchezze in attacco, è tonico in difesa sui piccoli della Carpegna. Divide le responsabilità della costruzione del gioco con un Doyle più razionale, convinto e convincente in un ruolo non suo, capace di far girare la squadra a suo piacimento: l’americano abbandona le sue solite velleitarie iniziative in isolamento (in una serata in cui peraltro non erano necessarie) e si dedica a piazzare assist, ben 8 alla fine per lui. Dei tre giocatori più in difficoltà negli ultimi tempi, il solo Myke Henry non si scuote, non riesce a scrollarsi di dosso quell’aura di apparente apatia che trasmette ogni volta che il coach tenta di stimolarlo dandogli fiducia. Henry sembra con la testa già alla off season, ogni tanto mostra in modo annoiato qualche lampo di classe per poi sparire definitivamente dal match. Occasione sprecata per lui e per la squadra.
E’ però sotto canestro che Trieste, a parità di assenze (Pesaro è senza Cain e Delfino), dimostra di essere nettamente superiore agli avversari. Marcos Delia finisce con 33 di valutazione, frutto di 25 punti con il 75% al tiro da due. Il centro biancorosso conquista anche 7 rimbalzi ed in generale porta a scuola sui due lati dei 28 metri i lunghi avversari. Nei pochi minuti in cui l’argentino rifiata, DeVonte Upson tiene botta senza brillare ma anche senza particolari patemi, attaccando il ferro con autorità ben imbeccato da Doyle. Trieste alla fine vince nettamente la sfida a rimbalzo, catturando 35 carambole (di cui ben 11 in attacco) contro le 24 degli ospiti.
Primo quarto quasi perfetto, poi per 10 minuti torna la paura
Pesaro, dopo i 33 punti incassati nel primo quarto (il confronto con i 5 punti segnati dall’Allianz negli stessi minuti a Trento è suprefluo), capisce che Trieste entra nel pitturato a suo piacimento chiudendo anche qualunque spiraglio sotto canestro in difesa, ed allora si affida per dieci minuti alla vena da fuori del suo play tascabile, che dopo un primo quarto poco brillante pare posseduto al ritorno in campo: 16 punti e 3 assist per lui in un amen, e le 18 lunghezze di vantaggio toccate dall’Allianz svaniscono totalmente: pur andando al riposo lungo a quota 52, Trieste restituisce il favore agli ospiti incassando la bellezza di 34 punti nei secondi dieci minuti. L’illusione di un pomeriggio finalmente in pantofole balenata brevemente nelle menti di tifosi e giornalisti (di parte) lascia dunque nuovamente spazio alla solita tensione con la quale, loro malgrado, sono costretti a convivere da un mese a questa parte quando assistono alle partite di questa schizofrenica squadra.
Ed invece, quando tutti si sarebbero aspettati una ripresa di sofferenza, con il risultato in bilico fino alla fine (sempre che Pesaro non continui nel suo show, ed allora sarebbero guai seri), accade quello che da quattro partite non accadeva più: l’Allianz reagisce, si ricompatta, aumenta a dismisura l’attenzione difensiva soprattutto su Robinson, costringe Pesaro a trovare soluzioni spesso improvvisate a fine azione, subisce canestro quasi solo su errori sui cambi difensivi e da uno Zanotti che pare avere un conto aperto con la Pallacanestro Trieste (23 punti per lui, top scorer per la sua squadra). La controspallata arriva soprattutto grazie all’asse Laquintana-Da Ros-Alviti-Delia, vengono ripresi quei 10-12 punti di vantaggio che stavolta i biancorossi dovranno limitarsi a controllare, perché la Carpegna fa…. Trieste: non ha la forza di reagire alla maggiore intensità degli avversari ed inizia a deconcentrarsi, a pasticciare perdendo palloni ed abbassando drasticamente le percentuali di tiro da fuori, arrendendosi di fatto ad una decina di minuti dalla sirena finale. Il protagonista assoluto di questa fase è un carico Davide Alviti, autore di una delle migliori prestazioni della sua stagione triestina: le sue statistiche nei 30 minuti di impiego recitano 23 di valutazione frutto di 24 punti con il 60% da tre, cinque rimbalzi e 3 palle recuperate. Ma la qualità della sua esibizione va analizzata guardando soprattutto quello che non si vede sul referto: intensità, abnegazione difensiva, personalità nel prendersi la responsabilità di tiri importanti, anche solo la foga con cui esulta dopo ogni giocata vincente. A lungo in campo anche i triestini Cavaliero e Coronica, segno che un’orgogliosa reazione del nucleo storico era attesa ed indispensabile per dare una svolta e segnare la via per i compagni. Gli ospiti non tentano nemmeno di conservare il vantaggio nella differenza canestri, che peraltro a questo punto potrebbe avere un reale valore in funzione playoff esclusivamente a livello di remota combinazione matematica.
I playoff ora sono veramente ad un passo
Come affermato da Matteo Da Ros in sala stampa, l’Allianz spazza via qualunque voce che durante l’ultima settimana, spesso con malignità, era venuta a galla per spiegare l’atteggiamento sconcertante assunto dai giocatori in molte circostanze, a partire da Treviso, per continuare a Bologna e Trento. Spinge sull’acceleratore dall’inizio alla fine, sa soffrire, reagisce senza affidarsi ai singoli e controlla la partita con la forza del collettivo. Ora i playoff sono realmente ad un passo. La clamorosa vittoria di Cremona a Brindisi tiene accesa l’attenzione, anche se una serie di scontri diretti e di turni di riposo potrebbe consentire a Trieste di occupare un posto nella griglia della post season pur fermandosi a 24 punti.
Ma le due partite che la attendono rimangono comunque stimolanti. Quella di domenica prossima a Varese è ricca di spunti, a cominciare dalla sfida tra titani sotto canestro: i due amici e connazionali Delia e Scola sono stati di gran lunga i migliori in campo nell’ultima giornata, e poi c’è la voglia di riscatto di Arturs Strautins da cui guardarsi, così come dall’ottimo momento di forma del triestino Michele Ruzzier, vicinissimo proprio all’Allianz l’estate scorsa. Il campionato finirà poi con la sfida sempre sentita contro una Fortitudo che, assieme alle altre due maggiori delusioni della stagione, Cantù e Brescia, è ancora incredibilmente impelagata nella lotta per la salvezza. E’ troppo presto per cominciare a fare calcoli, anche perché l’ultima giornata ha dimostrato che qualsiasi risultato ormai è possibile (Cremona che sbanca Brindisi e Varese che vince segnando 103 punti contro una lanciatissima Treviso ne sono solo l’ultimo esempio). Ciò che è certo è che l’Allianz ha dimostrato di non aver finito il carburante, né quello emotivo né tantomeno quello nelle gambe. E questa è senz’altro una buona notizia se, come pare ormai certo, per i playoff verranno riaperte le porte dei palazzetti. Per cominciare a pensare alla prossima stagione, insomma, c’è ancora tempo.
PALLACANESTRO TRIESTE – VICTORIA LIBERTAS PESARO 101 – 88
Aliianz Pallacanestro Trieste: Doyle 12, Delìa 25, Laquintana 11, Da Ros 12, Alviti 24, Grazulis ne, Fernandez ne, Upson 7, Coronica 2, Cavaliero 5, Henry 3, Arnaldo ne. All. Dalmasson
Carpegna Prosciutto Pesaro: Drell 5, Tambone 9, Zanotti 23, Robinson 21, Serpilli 6, Filloy 2, Filipovity 11, Eboua 3, Massenat 8, Mujakovic ne. All. Repesa
Parziali: 33-15; 52-49; 80-68
Arbitri: Rossi, Bongiorno, Galasso