Stefano Bossi e Michele Ruzzier aprono la serie di presentazioni dei giocatori biancorossi: tocca ai veterani, accompagnati dal GM Arcieri e da coach Christian, cominciare a svelare le tappe che hanno portato alla costruzione della squadra nelle scorse settimane.
Stefano Bossi è il primo giocatore ad aver firmato il contratto: “Ero stato annunciato come nuovo GM da poche ore” racconta Mike Arcieri “e ricevo un messaggio da Stefano Bossi, che mi invitava a bere un caffè il giorno dopo. Ci siamo incontrati, lui mi ha raccontato della sua determinazione nel voler ricominciare da Trieste, ha voluto fortemente essere nuovamente a disposizione per riportare la squadra dove l’aveva lasciata un mese prima. Di lui, ma anche di Michele, mi colpiscono le doti umane, la dedizione e la serietà nel lavoro, l’etica e l’empatia, oltre che la grande motivazione: sono tutti valori che condivido con loro e che sono fondamentali anche per la proprietà“. Sulla stessa frequenza il racconto di Jamion Christian: “ci confrontavamo con Mike due, tre volte al giorno, gli raccontavo quali giocatori avrei voluto avere. Sono rimasto impressionato dal modo in cui Stefano ha chiuso la passata stagione, indipendentemente dalla retrocessione. Per cui già da subito ho cominciato ad insistere: Bossi, Bossi, Bossi, voglio Bossi e anche Ruzzier“.
Stefano è molto motivato per questa nuova avventura: “dopo qualche giorno di ‘lutto’ per elaborare la delusione, ho cominciato a raccogliere i cocci e cercare la soluzione migliore per me dal punto di vista professionale. Al primo posto fra le priorità c’è sempre stata Trieste, per cui quando ho parlato con Mike ed ho capito che la società credeva in me, non ho avuto più alcun dubbio“.
Anche Michele Ruzzier, alla fine, è felice di essere rimasto: “dopo la botta del 7 maggio mi sono preso una pausa. I miei familiari e la mia ragazza sanno quanto quel risultato mi abbia demoralizzato a quanto ci tenessi a salvare la squadra. Ci ho messo un po’ più di tempo per valutare le varie opportunità che si presentavano, e durante queste settimane ricevevo una, due telefonate al giorno da coach Christian che mi spiegava cosa avrebbe voluto da me, che soluzioni tecniche vorrebbe portare, come sarei stato coinvolto e quanto sarei stato importante nel processo di cambiamento. Alla fine, la vicinanza della città, i messaggi dei bambini, l’insistenza della società che mi voleva a tutti i costi, mi hanno portato a fare la scelta che ritengo migliore. Ora sono felicissimo di essere ancora qui“.
Entrambi sono entusiasti dei metodi e delle novità portate in dote dal coach americano: “Sulle panchine del basket italiano siedono decine di allenatori capaci, alcuni hanno grande esperienza, ma tutti propongono sempre le stesse cose da venti, trent’anni. Gli americani hanno inventato la pallacanestro, ed ora sono molto più avanti nella sua evoluzione, di cui abbiamo avuto pochi assaggi in Italia, ad esempio l’anno scorso a Varese. Noi due, ma, si legge anche negli occhi di tutti i nostri compagni, siamo entusiasti delle novità, siamo pronti a raccogliere le novità, non vediamo l’ora di divertirci e stupire“.
“Per fortuna noi abbiamo dieci giocatori tutti intercambiabili” la chiosa finale di coach Christian, che risponde a chi gli chiede se i due possano giocare anche insieme in campo “abbiamo quattro guardie delle quali sono entusiasta. Potremmo anche schierarli insieme o utilizzare altre combinazioni, quello che posso dire è che le loro caratteristiche tecniche ci permetteranno di mettere in pratica il basket che ci piace, e sarà molto divertente e spettacolare“