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Arcieri: vincere subito, sfida nuova e stimolante

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Vernissage triestino per il nuovo General Manager della Pallacanestro Trieste, che ha incontrato la stampa assieme a Mario Ghiacci per raccontare la “road map” del suo arrivo e soprattutto del futuro prossimo del club, specie in ambito sportivo. Passaggio di consegne sancito fra con colui che è stato l’assoluto protagonista del basket di vertice triestino negli ultimi dieci anni, colui che ha traghettato la squadra dalle sabbie mobili di una incerta permanenza in A2 attraverso i playoff in cinque stagioni in serie A finite dolorosamente, ed il top manager chiamato dalla nuova proprietà americana per inaugurare il nuovo corso partendo ad handicap dalla serie inferiore. Mario Ghiacci rimarrà vice presidente con delega ai rapporti con le istituzioni del basket nazionale fino all’estate 2024, per poi tornare definitivamente nella sua Reggio Emilia.

Michael Arcieri definisce fondamentale l’intercessione di Mario Ghiacci nella sua decisione di accettare la proposta di Trieste: “Per me questa è una sfida bellissima. Io, mia moglie e mio figlio di 18 mesi qui a Trieste ci siamo trovati subito a casa e Mario in pochi giorni è già diventato un amico di famiglia. Per me questa è una situazione nuova: mi era già capitato in passato di affrontare situazioni con un ambiente da ricostruire, però con un programma di tre quattro anni, mai con la necessità di vincere subito. Sento la pressione, ma è una bella sensazione”. Nel processo di scelta la categoria non ha influito più di tanto: “Avrei accettato in ogni caso, ed infatti sono qui. Non ne faccio una questione di categoria, ho cominciato a comprendere la storia, la cultura, la passione per il basket di questa città, e comunque la qualità della pallacanestro di questa regione geografica è famosa nel mondo. Me ne sono innamorato, spero di esserne all’altezza. Sono consapevole di non avere particolare esperienza di questo campionato, ma alla fine si tratta di pallacanestro, dovremo semplicemente scegliere l’allenatore ed i giocatori più adatti a risalire subito”. Parole di apprezzamento sincero per Marco Legovich: “Marco qui è più di un bravo coach, è un ambasciatore della triestinità, dell’orgoglio, del senso di appartenenza. E dunque la mia scelta è stata dolorosissima e molto difficile. Ma l’aspetto che cerchiamo in questo momento nel nuovo allenatore con cui ripartire è l’esperienza, dentro e fuori dal campo, ed anche se ho apprezzato il comportamento molto corretto di Marco, che ha atteso la mia decisione anche più di quanto fosse previsto, ho dovuto cambiare rotta”. Per quanto riguarda allenatore e giocatori “siamo nel mezzo del processo di selezione. Ci sono alcuni candidati forti per quanto riguarda il ruolo di coach ed anche di assistente, in Italia, in Europa ed anche negli Stati Uniti. E contemporaneamente stiamo ascoltando anche alcuni giocatori, sia quelli che sono ancora a Trieste che nuovi profili. Vogliamo costruire una squadra coesa, che dia l’impressione di stare bene insieme, di collaborare dentro e fuori dal campo, con una grande chimica e comunione di intenti, che si diverta giocare a basket e diverta i tifosi. E’ vero, ci avvaliamo anche di strumenti come l’analisi dei dati e delle statistiche avanzate per il processo di scelta di allenatore e giocatori, ma anche in questo caso, sembra più complicato di quello che in realtà è: il lavoro sta a monte, in verità tutta questa analisi si concentra in pochi concetti, due o tre, che l’allenatore deve essere bravo di trasferire ai giocatori. E questo si traduce in grande fisicità, attenzione alla cattura dei rimbalzi, intensità difensiva, tanta corsa, tanto contropiede e transizione. Naturalmente preferiremmo scegliere l’allenatore più adatto a questa filosofia ed i giocatori a lui più congeniali”. Per il momento, però, nessun contratto ufficialmente firmato: “In un mondo ideale venerdì prossimo volerei a Las Vegas per la Summer League assieme al nuovo allenatore ed al suo vice, di certo fare scouting con colui che alla fine i giocatori dovrà gestirli in campo sarebbe l’ideale. Ma verosimilmente potremo presentare il coach solo dopo il mio ritorno a Trieste, dopo il 17 luglio. La Summer League, tra l’altro, è importante perché ci permette di visionare giocatori americani, ma anche tanti europei ed italiani, conoscere e parlare con loro ed i loro procuratori, insomma una tappa fondamentale”.

Infine, Mario Ghiacci delinea il futuro di Daniele Cavaliero: “non facciamogli bruciare le tappe. Daniele ha grandissimo talento anche da manager, ha fiuto commerciale e sa riconoscere a prima vista i buoni giocatori. Però è nel pieno del suo processo di apprendimento, e per questo la vicinanza con Michael Arcieri sarà fondamentale. CSG ha investito e sta investendo molto su di lui, però c’è da aspettare un po’, e lui da persona estremamente intelligente lo sa”. Chiosa finale sul discorso ricorso/ripescaggio: “i nostri consulenti legali ci hanno informato che non avevamo la legittimazione per poter procedere, sia nella vicenda giudiziaria sportiva Varese-FIP, che non ci riguarda direttamente, che in via civile con il TAR del Lazio, e dunque abbiamo rinunciato. Se invece ci basiamo sulle possibilità di ripescaggio per la rinuncia di una delle squadre più in difficoltà, ed in particolare Pistoia, con la proroga dei termini concessa per reperire i fondi necessari tali possibilità non superano il 3-5%. Meglio prepararci ad una A2 difficile, anche se saremmo comunque già strutturati e pronti per una Serie A che sarebbe stata la nostra collocazione naturale quando abbiamo iniziato a pensarci”.