Sono più o meno le otto di una domenica di fine settembre con il sole che è tornato a farsi vedere dopo giornate anche difficili per il meteo: che sia anche un buon presagio? Certo, vorremmo essere nella mente di Giuseppe Marino, che tutti chiamano Geppino, prendendosi anche un po’ di libertà che magari non è nemmeno giustificata. Da poco più di quarantott’ore è stato catapultato in una realtà che magari non prevedeva, deputato a fare da traghettatore in attesa che la società decida per un nuovo allenatore della Triestina dopo aver dato il benservito a Michele Santoni, colpevole – nel calcio funziona così – delle cinque sconfitte consecutive in campionato. In fondo, l’allenatore a tempo potrebbe pensare anche che quella di Trento sia anche un’occasione irripetibile: difficile, certo, ma umanamente capibile pensare che, magari con una vittoria, si aprirebbe anche la possibilità di restare sulla panchina…
Già, perchè la società, vista da fuori, sembra nel caos più assoluto nel gestire la transizione dal vecchio al nuovo allenatore anche perchè non è facile trovare chi si carichi sulle spalle il fardello di una squadra costruita malissimo, che continua a dire che il progetto non cambia e di voler puntare a traguardi notevoli in campionato, che si ritrova – anche se potrebbe essere una condizione momentanea – in un ambiente ostile pronto alla contestazione, con la prospettiva di dover gestire un gruppo di giocatori formaslmente coeso e determinato ma, sotto sotto, con diversi elementi insoddisfatti del loro attuale ruolo.
Situazione decisamente complicata anche se la definizione è più un eufemismo.
Le voci già di qualche rifiuto alla proposta della panchina ne sono una conferma: per la situazione contingente serve un tecnico che sia per prima cosa esperto della categoria, che possa farsi capire e rispettare dai giocatori e che abbia molta personalità, fattore che deve misurarsi con la dirigenza alabardata che, da come si è mossa finora, mal digerisce chi non si piega alle sue idee, accettabili o indigeribili che siano.
Non sarà una ricerca facile quella del nuovo tecnico, con il pericolo che arrivi una figura di profilo poco deciso che si adegui al momento e non riesca minimamente ad incidere sul cambio di passo.
Che poi ci possa essere un reintegro di Attilio Tesser è quanto meno complicato: implicherebbe che il vertice societario facesse una professione di umiltà che non sembra nelle corde dei personaggi in carica, molto convinti delle loro scelte e delle loro deduzioni. Pensando a Tesser ed al suo passato,, come minimo pretenderebbe alcun vincolo di sorta, cosa probabilmente inaccettabile per l’attuale vertice alabardato.
Ma sono cose destinate forse a risolversi, in un modo o nell’altro, solo dapo la partita di Trento: ed allora, torniamo a Marino ed a quello che stamattina, appena sveglio, si sentirà girare in testa. Geppino, ormai deve averlo accettato e simpaticamente e, quasi familiarmente, lo chiamiamo anche noi così, si chiederà, come da due giorni a questa parte, come deve scegliere gli uomini da mandare in campo e come deve metterli in modo da diventare squadra.
Ci sono delle assenze, D’Urso, ,ovvia dopo la partita con il Lumezzane, Krollis già alla seconda assenza, Kiyine, Frare, Jonnson e Thordarson che si devono esser fermati in allenamento, Olivieri che non è ancora possibile schierare, ma è tornato, tra i convocati, il nome di Vallocchia, scomparso prima dell’impegno con il Lumezzane e che molti davano addirittura per fuori rosa.
Situazione insomma abbastanza emergenziale per una partita in cui nessuno può pretendere miracoli ma almeno un risultato che possa fermare l’emorragia.
Marino non ha probabilmente molte scelte: forse deciderà di ricorrere a chi è più “incavolato” degli altri ed ha voglia di farsi vedere, difficile cerchi nuovi esperimenti, probabile batta sull’esperienza di alcuni per tenere in piedi la baracca.
Roos non si discute, Germano Struna, probabilmente Rizzo più che Moretti, magari Tonetto a sinistra. Se Correia torna al suo più congeniale ruolo centrale, con lui ci potrebbero essere Voca e, perchè no, Vallocchia che tornerebbe nel suo ruolo a scapito di Braima.
Per il reparto avanzato ovvio utilizzo di Vertainen, El Azrak meriterebbe forse più fiducia, Attys e Vicario se la giocano.
Supposizioni, come sempre: sicuramente Marino l’idea se l’è già fatta e gli auguriamo sia quella giusta, in attesa delle 12.30 mentre saremo già da mezz’ora immersi nel confronto tra la Pallacanestro Trieste e l’ Olimpia Milano, irriducibili romantici di denominazioni storiche. Insomma, in questa domenica che ci mobilita all’ora dell’aperitivo, ci vorrebbe lo strabismo di Venere…