Triestina-Arzignano Valchiampo: 0-1 (40′ Piana (A))
Triestina: Pisseri, Ghislandi (82′ Lovisa), Malomo, Gori (55′ Crimi), Ganz, Adorante (55′ Felici), Germano, Minesso, Paganini (78′ Paganini), Rocchetti, Sabbione. All. Pavanel
Arzignano VC: Saio, Casini, Molnar, J.Nchama, Gemignani, Cariolato, Barba, Piana, Antoniazzi, Tremolada, Grandolfo. All. Bianchini
Arbitro: Luongo di Napoli. Assistenti: Colaianni di Bari e Fracchiolla di Bari
Note: giornata nuvolosa ma non fredda, presenti circa 1800 spettatori, di cui circa 400 paganti e 1400 abbonati.
Situazione di classifica a dir poco complicata per gli uomini di Pavanel alla ripresa dopo la pausa di fine anno, con il compito minimo di riuscire a limare il distacco dalle posizioni che permetterebbero se non altro di disputare i playoff salvezza a fine campionato (8 punti). Compito complicato dalla lunga lista di indisponibili, che limitano drasticamente le scelte soprattutto nel reparto difensivo, il cui schieramento è dettato più dalla situazione che dalla volontà dell’allenatore. La Triestina illude tutti con un avvio di gara gagliardo, costantemente riversata in fase offensiva senza peraltro rendersi quasi mai veramente pericolosa. Ma è un’Unione propositiva e determinata, davanti ad ospiti dapprima sorpresi. Poi, quando i vicentini riescono a prendere le misure alla squadra alabardata, alzano progressivamente il baricentro della manovra mettendo a dura prova la tenuta di un reparto difensivo che appare costantemente in affanno quando viene infilato in velocità, pur senza correre particolari pericoli più per l’imprecisione degli attaccanti vicentini che per organizzazione ed attenzione. Il vantaggio ospite sul finire della prima frazione non sorprende, pertanto, in quanto si tratta di una situazione che tante, troppe volte, si ripete in questa disgraziata stagione: alabardati che si spengono miseramente dopo pochi minuti volonterosi ma inconcludenti, ospiti che raccolgono il massimo risultato con il minimo sforzo. Dopo il vantaggio dell’Arzignano la Triestina sparisce letteralmente dal campo, correndo concretamente il rischio di tracollare prima del riposo, arrivato a salvare gli uomini di Pavanel proprio sul gong. Comincia la ripresa, ma il copione è il medesimo: Arzignano dapprima padrone del campo con l’Unione immobilizzata dalla paura, poi la squadra di Pavanel si scuote e diventa un po’ più determinata pur senza costruire occasioni se non su un unico colpo di testa di Ganz (il quale per il resto riesce a sbagliare tutto quanto prova a proporre). Gli ospiti, senza forzare, senza costruire, senza sforzo apparente, controllano le sporadiche folate alabardate con ripartenze prive di convinzione ma con la consapevolezza che questa Triestina, una volta sotto, non sarebbe riuscita a passare in alcun modo se non tramite un colpo di fortuna del tutto casuale.
Stavolta l’Unione non commette particolari errori difensivi (tranne in occasione del goal subito, con l’attaccante avversario lasciato libero di colpire di testa in mezzo all’area), è anche determinata per un quarto d’ora all’inizio e nella parte centrale della difesa, ma la sua perniciosa inconcludente in fase avanzata, accentuata in questa occasione da una discreta dose di sfortuna, la condanna per l’ennesima volta, la dodicesima in questa drammatica stagione. In una situazione di questo genere è inutile giudicare le prestazioni dei singoli. La prova corale incolore, totalmente anonima, con gli alabardati per lunghi tratti immobilizzati dalla paura, non avrebbe potuto portare ad un risultato diverso, ed è il vero motivo che porta la Triestina a sprofondare sempre più ultima in graduatoria, staccata di ben quattro lunghezze dalla quadra più vicina, il Piacenza, che come il Trento riesce ad andare a pescare tre punti in trasferta sul campo della Virtus Verona. Ora la retrocessione è più di uno spettro, è un destino che pare farsi più concreto ed inevitabile di ora in ora, senza che le speranze da riporre in un mercato che tarda a partire possano in qualche modo apparire meno probabile.
Primo tempo:
Triestina molto propositiva in avvio, con gli alabardati riversati concontinuità nella metà campo ospite. Al 6′ prima chiara occasione per la Triestina, con Minesso che ci prova di sinistro da centro area e pallone che finisce alto di non molto sulla traversa. Triestina padrona del campo, ma bisogna arrivare al 20′ per la prima vera grande occasione: Adorante raccoglie il pallone sulla lunetta e di prima intenzione di esterno destro colpisce il palo sinistro a portiere battuto. Sull’azione successiva l’Arzignano ottiene una punizione da una ventina di metri che però viene deviata abbondantemente sul fondo sul fondo dalla barriera. Con il passare dei minuti gli ospiti prendono coraggio ed alzano il baricentro del gioco, senza rendersi peraltro veramente pericolosi fino al 27′, quando Parigi impegna severamente Pisseri con un tiro di sinistro dal limite che il portiere alabardato neutralizza in tuffo dal centro dell’area piccola. Al 40′ arriva improvviso il vantaggio dell’Artigiano: direttamente da calcio d’angolo Piana è libero di colpire di testa e piazzare il pallone nell’angolino alla destra di Pisseri. Al 45′ Paganini lancia in area Adorante, che sfiora di testa quel tanto che basta per deviare il pallone verso la porta, con conclusione che si spegne sul fondo a pochi centimetri dal palo.
Secondo tempo:
Al 50′ una punizione dalla tre quarti sinistra di Minesso viene deviata di testa da Malomo, la cui conclusione si spegne sul fondo di poco alla destra del palo. E’ l’Arzignano, ad inizio ripresa, ad essere padrone del campo, ma la Triestina reagisce. Al 57′ grandissima occasione per Ganz, che colpisce di testa il pallone proveniente dal calcio d’angolo, ma Saio riesce a deviarlo sulla riga con un miracolo. Sulla ribattuta, viene fischiato fallo in attacco alla Triestina e l’azione si spegne. Bisogna attendere il 91′ per un’altra occasione costruita dalla Triestina: la conclusione di Felici da due passi attraversa tutta l’area piccola, viene raccolta da Ganz che devia da un metro di testa ma Saio para. I quattro minuti di recupero finiscono con l’Arzignano che spazza lontano senza badare alla qualità, la Triestina si deve arrendere per l’ennesima volta alla propria incapacità di creare.