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Triestina: ci mancava la quarantena…

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Non scappa nessuno: evidentemente, il mondo dello sport è sempre più in affanno con la nuova ondata dei contagi ed anche la Triestina non ne rimane esente: gli esami effettuati prima di rimettersi al lavoro dopo il rientro dei giocatori dalle vacanze natalizie hanno dato un’esito, forse non imprevedibile, ma decisamente pesante. Ecco il comunicato della società:

“U.S. Triestina Calcio 1918 comunica che il giro di tamponi molecolari al quale è stato sottoposto il gruppo squadra alla vigilia della ripresa dell’attività agonistica, ha fatto riscontrare la positività al Covid-19 di 18 elementi, 11 dei quali calciatori e 7 facenti parte dello staff, tutti regolarmente vaccinati. In ossequio alle disposizioni dell’autorità sanitaria e del protocollo FIGC, tutti i tesserati sono stati posti in isolamento domiciliare. I calciatori negativi riprenderanno l’attività in forma individuale almeno fino al prossimo 2 gennaio, sottoponendosi a tampone molecolare ogni 48 ore. 

In considerazione del quadro venutosi a creare in seguito al giro di tamponi, l’ASUGI (Azienda Sanitaria Universitaria Giuliano Isontina) ritiene infine necessario sottoporre il gruppo squadra a un periodo di quarantena, prescrivendo inoltre il divieto di disputa della partita di campionato in programma il prossimo 9 gennaio.” 

Quindi ripresa lontana per l’attività degli alabardati, sperando che i contagi abbiano portato poche conseguenze fisiche ai giocatori: ci si avvia, insomma, ad un nuovo periodo difficile, caratterizzato dal ritardo della ripresa degli allenamenti e dal dover recuperare poi il tempo perso, sempre confidando sul fatto che i contagi si esauriscano e i giocatori possano tornare negativi ai controlli. Se dovessero venir riscontrati nuovi focolai – quello della Triestina sembra importante – anche in altre società, ecco che si potrebbe pensare a spostare in avanti la ripresa del campionato. Per ora, altri segnali importanti non sono arrivati, ma a sentire i bollettini medici giornalieri, non è escluso che entro un paio di giorni – quasi a far pensare a dei contagi nelle ferie natalizie – possano essere individuati altri casi, un po’ come è successo e continua a succedere nel mondo del basket.