Triestina-Alcione Milano: 1-0 (45+3′ Olivieri (T, r))
Triestina: Roos, Bianay Balcot (69′ Cortinovis), Bianconi, Silvestri, Tonetto, Fiordilino (80′ Voca), Correia, Ionita, D’Urso (53′ Jonsson), Vertainen (80′ Udoh), Olivieri. All. Tesser
Alcione Milano: Bacchin, Chierichetti, Piccinocchi, Ciappellano, Bonaiti, Bright, Pirola (74′ Di Marco), Samele (74′ Marconi), Invernizzi (65′ Morselli), Stabile, Acella (20′ Renault). All. Cusatis
Arbitro: Tona Mbei di Cuneo. Assistenti: Sparato (Rossano), Di Dio (Caltanissetta)
Ora, prima della fine della stagione regolare, è necessario disputare altre 10 finali. Luogo comune abusato, e che comunque potrebbe non bastare per raddrizzare in modo clamoroso una stagione iniziata in modo tragico dal momento che la Triestina necessita anche di “aiuti” dai risultati delle avversarie dirette per poter sperare in qualcosa di più di una tranquilla salvezza. Ma se l’Unione vorrà continuare a sognare e far sognare i propri tifosi (finalmente tornati a cantare in modo compatto…l’effetto mercato di Marrakech in curva non si poteva davvero più sentire) non potrà più concedersi il lusso di abbassare la guardia e dovrà invece affrontare questo rush finale come una lunga, unica apnea.
E’ una Triestina che con il passare delle settimane assomiglia sempre di più a quella immaginata, e realizzata nel corso del mercato di gennaio, da Attilio Tesser. Sono un paio, forse tre, i giocatori in campo che avevano giocato anche nella prima parte della stagione, ed oltretutto beneficiano con gli interessi del nuovo corso tesseriano. Correia, rimessa a posto la sua posizione in campo, torna ad essere giocatore di altra categoria, fisicamente e tecnicamente superiore, cervello iniziale di ogni azione pericolosa alabardata. D’Urso e Vertainen davanti non disputano contro l’Alcione la loro miglior partita nell’ultimo mese, ma sono in un ottimo momento. Tonetto si dimostra elemento insostituibile in difesa, per sicurezza nei disimpegni e puntualità nei tackles. Olivieri è un plus in attacco, opportunista al punto giusto ma anche colpevolmente sprecone nelle numerose occasioni nelle quali è andato ad un passo dal raddoppio: d’altro lato, solo il fatto di essere potenzialmente letale sotto porta lo rende un terminale credibile per i compagni che lo cercano con continuità nel cuore dell’area. Tanta produzione offensiva, cui purtroppo non segue altrettanta prolificità, che avrebbe se non altro permesso di trascorrere un pomeriggio più rilassato a spettatori ed allenatore. Ma sono i nuovi arrivati Fiordilino (autore dell’assist vincente per Olivieri) e, soprattutto, Ionita a donare alla squadra una velocità ed una imprevedibilità che permette di tenere costantemente in apprensione le difese avversarie, risultando addirittura micidiali nelle ripartenza.
Ci sono voluti un rigore (perlomeno dubbio) e almeno cinque clamorose occasioni per raddoppiare e dilagare, incredibilmente sciupate, per avere ragione di una matricola terribile, in caduta libera in questo girone di ritorno ed incapace di costruire alcunché nell’area alabardata, ma rimasto in partita fino al 94′ facendo trattenere fino all’ultimo il sacrosanto sospiro di sollievo ai 5200 tifosi presenti al Rocco per questo anticipo di campionato. Dodici punti tutti in fila che permettono incredibilmente all’Unione, contro ogni nefasta previsione fatta fino al dicembre 2024, di mettere per la prima volta in stagione il naso fuori dalla zona playout -almeno in attesa del completamento della giornata-, approfittare della sconfitta del Caldiero per rendere sempre più improbabile la disputa stessa dei playout a causa dell’enorme differenza di punti in classifica, e mettere addirittura nel mirino un obiettivo che solo due mesi fa avrebbe suscitato ironie e sorrisi beffardi: la quota playoff è ora solo cinque punti più in alto, e per una squadra che viaggia ad un ritmo che al momento non riescono a tenere nemmeno le primissime classifica, guardare a traguardi ambiziosi non è un peccato di presunzione. La prossima partita sul campo dell’altra squadra più in forma del girone, la Virtus Verona, potrà dire moltissimo in quest’ultima attica.
La cronaca
Al 17′ prima grande occasione per la Triestina: D’Urso parte in contropiede, mette la palla sui piedi di Olivieri sulla sinistra al limite dell’area, il tiro rasoterra a colpo sicuro di piatto destro dell’attaccante alabardato viene deviato in tuffo da Bacchin con un intervento miracoloso. Al 22′ D’Urso raccoglie al limite dell’area un rinvio corto della difesa milanese ma il suo tiro da buona posizione si alza altissimo sulla traversa. Al 25′ ci prova Vertainen, che raccoglie una imbucata al vertice destro dell’area, ma il suo tiro d’esterno destro finisce di poco a lato. Al 48′, in pieno recupero del primo tempo, rigore per la Triestina: Olivieri prima si procura il penalty a tu per tu con Bachin che lo travolge, poi lo trasforma mettendo il pallone nell’angolo. Assist vincente di Fiordilino, che mette il compagno da solo in area in condizione di concludere da solo contro il portiere.
Al 62′ nuovo grande doppio miracolo di Bacchin, che per due volte riesce a respingere prima un colpo di testa, poi il successivo tap in di Ionita da pochi centimetri. Al 64′ Olivieri si divora il raddoppio: riceve palla a centro area, se l’aggiusta sul destro ma il suo tiro viene respinto dal portiere. Al 74′ altra occasione di Olivieri, che raccoglie un’altra corta ribattuta della difesa su cross dalla destra a circa 8 metri dalla porta spalancata, Vertainen sarebbe sulla traiettoria e potenzialmente potrebbe intervenire, ma non lo fa e la palla finisce di un soffio sul fondo. All’85’ tiro diagonale dalla destra di Cortinovis che potrebbe essere facilmente deviato da Udoh a porta pressoché vuota, il pallone però finisce sul fondo senza ulteriori tocchi. Vengono assegnati 4 minuti di recupero: al 91′ Udoh si fa incredibilmente parare di piede un’occasione dopo una cavalcata di 30 metri che lo mette a tu per tu con Bacchin. Un minuto dopo è nuovamente Oliveri a tirare a lato dalla sinistra, il raddoppio è stregato, ma il tempo scade ed i tre punti rimangono a Trieste.