tsportinthecity

Next Man Up

Tempo di lettura: 4 minuti

(Photo credit: profilo Facebook ufficiale Pallacanestro Trieste)

Conferenza stampa di presentazione del nuovo arrivato Sean McDermott al PalaTrieste. C’è interesse e partecipazione per ascoltare le prime parole triestine dell’ex capitano di Varese, vero colpo del mercato in LBA nell’ultima settimana, ma naturalmente, nell’attesa, a tenere con il fiato sospeso ed a passare di bocca in bocca è la notizia, arrivata ad ora di pranzo, dell’ennesima tegola abbattutasi sulla già ampiamente travagliata stagione biancorossa, il banale quanto serio infortunio che mette fuori dai giochi l’MVP dell’ultima partita Colbey Ross per la trasferta di Brescia e, ciò che più pesa, dalla kermesse torinese di Coppa Italia.
Mentre Mike Arcieri transita per andare a prendere posto dietro al microfono, in molti sono tentati di condividere sul suo smartphone la posizione della Chiesa Serbo Ortodossa di via San Spiridione, i cui mitologici -quanto eventuali- poteri taumaturgici sono ben noti a tutti i triestini. Naturalmente, non vengono condivisi particolari sull’entità del danno alla mano del play americano, dettaglio custodito come da prammatica come l’oro di Fort Knox, ma il GM biancorosso, a chi gli fa notare quanto la sfortuna si stia accanendo sui suoi ragazzi, con un sorriso a metà fra l’amaro, l’ironico e il determinato, sussurra: “in America noi diciamo….. next man up!”.
Ora, alzi la mano chi, anche fra chi si autoproclama profondo conoscitore della lingua americana al grido di “io sono un C1!”, abbia la precisa idea del reale significato di una espressione idiomatica che, sorprendentemente, riassume con disarmante precisione la filosofia della squadra biancorossa dall’ottobre 2023, e di come le abbia permesso di attraversare senza perdere la direzione anche le peggiori tempeste. Presi dalla curiosità, siamo andati on line sul Cambridge Dictionary a cercare l’interpretazione, e ciò che ne abbiamo ottenuto è una vera illuminazione:

Nel mondo dello sport, “next man up” si riferisce a una vera squadra quando un giocatore può sostituirne un altro senza generare problemi. In una situazione “next man up”, la squadra non è dominata dalle stelle, ma è caratterizzata da uno sforzo congiunto che permette di vincere o perdere come una entità unica ed unita.

Il significato del termine Next Man Up nello sport è codificato e messo scientificamente in pratica. Ad esempio, supponiamo che ci sia una squadra di football che perde il suo running back titolare. Nello scenario “next man up”, il running back di riserva entrerebbe in azione, preparato, e assumerebbe la posizione di partenza solo con un piccolissimo calo di efficienza.

In una situazione “next man up”, ogni giocatore è importante, dal quarterback titolare fino al ragazzo in fondo alla panchina.”.


E dunque, ci risiamo: resilienza, coraggio, mentalità vincente, capacità di trovare e mettere in pratica soluzioni alternative che si avvicinino all’originale, determinazione incrollabile nel fare quadrato ed ammortizzare l’ennesimo colpo assorbendolo tutti assieme, e tutti assieme reagendo. Con il rientro fragoroso di Justin Reyes e la firma di Sean McDermott parevano pregi che, pur rimanendo doveroso riconoscere alla Pallacanestro Trieste di quest’anno, eravamo tutti ben felici di relegare nel cassetto dei bei ricordi. Ed invece, quel cassetto, la squadra di Jamion Christian è costretta a riaprirlo dopo sole due partite (su 18) di abbondanza e proprio nell’immediata vigilia di due appuntamenti cruciali per la stagione, il big match contro la Germani ed il quarto di finale contro Trapani, entrambe tappe basilari per il raggiungimento di tutti e sette gli obiettivi che il club si è prefissato entro giugno. Non è dato sapere i tempi di recupero che saranno necessari per rivedere in campo il playmaker titolare, probabilmente lo scopriremo solo vivendo. Circolano voci più o meno incontrollate a tal proposito -come sempre succede in assenza di comunicazioni ufficiali esaustive- ma è inutile speculare: chi vivrà vedrà.
Di certo, pur togliendo al coach l’imbarazzo sulla scelta del giocatore da escludere, imbarazzo che probabilmente Jamion Christian avrebbe preferito conservare al posto di ridursi a dover prendere decisioni obbligate, l’arrivo dell’ala di Indiana ed il reintegro a tempo pieno del portoricano eroe della promozione consentono di mantenere un certo ottimismo in vista dei prossimi impegni, specie perché nel ruolo resosi improvvisamente vacante Trieste pare sufficientemente coperta: Ruzzier e Valentine sono ampiamente in grado di assorbire il colpo ed assumere l’intera responsabilità della costruzione del gioco, e contro squadre ben attrezzate dal punto di vista fisico fra gli esterni come Brescia e Trapani, poter schierare contemporaneamente la coppia Reyes-McDermott in grado di difendere sui “2”, sui “3” e sui “4” avversari in modo credibile appare perlopiù un lusso pur scontando l’assenza di Colbey Ross e la sua imprevedibilità soprattutto quando le fasi della partita si fanno decisive.

Sean McDermott & family presentati alla città


E’ pur sempre, però, il “giorno speciale” di Sean McDermott, che si presenta alla città assieme alla sua bellissima famiglia (moglie e figlia piccola, elemento che Mike Arcieri considera da sempre determinante per la scelta dei giocatori ben oltre le loro caratteristiche tecniche). Un anno da protagonista a Varese, dove trascina la squadra alla salvezza finendo oltretutto la stagione con i galloni da capitano, una mezza stagione in ombra in Turchia, impiegato in ruoli a lui poco congeniali a causa della partenza in corso d’opera di compagni di squadra fondamentali, ed inquadrato in un sistema di gioco che gli aveva impedito di esprimersi come avrebbe voluto. “In questi mesi sono stato l’ombra di me stesso, e di questo mi ritengo responsabile. Ma da quello che ho visto in questi primi giorni credo di aver ritrovato a Trieste quelle condizioni di coesione di squadra, organizzazione e tipo di gioco tali da farmi tornare a giocare la mia pallacanestro: per un giocatore come me la libertà di esprimersi sul campo è tutto. In Turchia l’avevo persa, qui credo di averla ritrovata” sono le sue prime parole in biancorosso: tanta motivazione e voglia di riscatto, consapevolezza di essere stato inserito in un ambiente che si adatta perfettamente al suo stile e che ha dannatamente bisogno esattamente di quello che lui sa fare meglio: difendere, conquistare rimbalzi in attacco, spostare le difese avversarie, essere un tiratore micidiale da oltre l’arco.
Next Man Up