Si sa, la trasferta sul campo di una delle due squadre di Bologna per la Pallacanestro Trieste è da sempre una delle missioni a più alto indice di fallimento, con la pressione esercitata dall’impianto di turno, Paladozza, Unipol Arena o Palafiere che sia, che grava come un macigno sulle possibilità della truppa biancorossa di tornare sotto San Giusto con due punti nel borsone. Bestia nera la Fortitudo, nerissima (anche per ovvi motivi di jersey) la Virtus, contro la quale il record, dal 2018, è di 1 vinta e 9 perse, con 4 sconfitte su 4 incontri giocati a Bologna. Unica vittoria triestina, quella dell’aprile 2023 in via Flavia che accese una illusoria speranza di salvezza, poi dilapidata nel finale di stagione.
Il vento nuovo che soffia a Trieste, che ha costruito una squadra ambiziosa, sfacciata e cocciutamente attaccata alle partite anche nelle situazioni più disperate, avrebbe fatto pensare, per una volta, ad una possibilità di invertire la tendenza senza che ciò debba per forza essere considerato un miracolo. Ovviamente, la sfida alla Virtus Bologna guidata nell’ultima decina di giorni dal tocco taumaturgico di Duško Ivanović, anche se giocata a ranghi completi, avrebbe comunque costituito per il team di coach Christian un impegno fra i due o tre più difficili dell’intero campionato. L’incertezza sulle possibilità di schierare almeno uno dei tre lungodegenti (nella fattispecie Colbey Ross, unico ad aver mostrato sensibili progressi fisici tali da accendere almeno la speranza di vederlo rientrare), con l’alta probabilità di dover rinunciare all’apporto di tutte e tre le le pedine che sarebbero state indispensabili per svolgere una miriade di compiti sia in attacco che in difesa, rende la presentazione di questo Bologna-Trieste un esercizio difficile e fine a sé stesso.
Limitare a Michele Ruzzier e Stefano Bossi, con le sporadiche quanto imprevedibili incursioni di Denzel Valentine, le rotazioni nello spot chiave della costruzione del gioco, con di fronte Pajola e Hackett a colpire come mazze sull’incudine per cercare di peggiorare il già pessimo numero di palle mediamente perse ogni 40 minuti dai biancorossi, è di per sé preoccupante, sebbene la determinazione dell’ex di turno Ruzzier e, magari, il ritorno della lucida follia da killer di Valentine potrebbero se non altro infondere coraggio ed arginare break che, se troppo pesanti, si rivelerebbero irrecuperabili. I dolori, naturalmente, arrivano nel reparto ali: Cordinier, Shengelia, il redivivo Grazulis (rivitalizzato dalla cura Ivanovic), Polonara, Clyburn (che dopo un periodo passato sulla graticola si rivela il match winner a Vitoria in Eurolega con una giocata da 4 punti sulla sirena) e l’eterno Marco Belinelli costituiscono un’onda anomala che l’assenza di Markel Brown e Justin Reyes rende pressoché inarginabile dai soli Jeff Brooks e Jarrod Uthoff, specie se questi ultimi dovessero continuare ad essere sacrificati anche da unici lunghi in campo per la rinuncia (specie nei secondi tempi) a Johnson e Candussi. Proprio i due numeri 5 triestini avranno, invece, l’ingrato compito di tentare di intasare il pitturato, dove Zizic e Diouf, il primo super tecnico di scuola croata (come il devastante Bilan della scorsa settimana), il secondo verticale, dinamico e fisicamente straripante, si stanno rivelando partita dopo partita elementi affidabili e di grande impatto sul risultato.
Sicuramente assenti Reyes e Brown, l’impressione è che Colbey Ross possa essere schierato, almeno con minutaggio ridotto, solo se tornato al cento per cento: l’inclinazione in tal senso del club è ormai ben nota, con il focus incentrato più sul medio periodo che sulla singola partita. Medio periodo che prevede per Trieste alcune sfide che torneranno ad essere accessibili e che potenzialmente potrebbero, nonostante tutto, spalancare le porte delle Final Eight di Coppa Italia. Avere nuovamente a disposizione tutti -o quasi- gli uomini migliori contro Cremona, Venezia, Pistoia e Scafati diventa, perciò, la priorità imprescindibile di questo ultimo scorcio di girone d’andata. Uscire senza le ossa rotte dal palazzo bolognese, magari mostrando il solito carattere battagliero rimanendo sempre pronti ad approfittare di una peraltro improbabile giornata negativa degli avversari o un certo atteggiamento di sufficienza nell’approccio ad un’avversaria “minore” (circostanza su cui peraltro è meglio non fare affidamento se in panchina siede un montenegrino esperto e caratterialmente esuberante come Ivanović), per questa domenica di metà dicembre potrebbe tutto sommato essere sufficiente senza che si generino inutili psicodrammi nel caso arrivi la quinta sconfitta consecutiva.
Negli anticipi del sabato, nuova sconfitta della Reyer, stavolta in trasferta sul campo di Casale contro Tortona, e vittoria dopo due overtime di Scafati su Pistoia, in una partita magari divertente ma dal tasso tecnico da serie inferiore.
Palla a 2 al PalaFiere di Bologna alle 19.00, diretta streaming su DAZN e su Radio Punto Zero Tre Venezie.