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A Trento per confermarsi nel club delle grandi

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C’è veramente un ponte (virtuale!) fra Trento e Trieste: sabato sera va infatti in scena in anticipo il big match della giornata fra le due squadre che in questo primo scorcio di stagione regolare hanno mostrato il basket più divertente e più efficace, sono parse le meglio assortite e le più preparate, hanno saputo unire i commenti di tutti gli osservatori esterni come le due migliori sorprese del campionato, anche se il ruolo di outsider vera appartenga maggiormente alla neopromossa Trieste, sebbene del solito cliché da neopromossa la squadra di Jamion Christian abbia decisamente ben poco. L’Aquila, a dire la verità, già alla fine dell’estate, quando si erano delineati in linea di massima tutti i movimenti di mercato, era parsa molto ben congegnata, a partire dalla riconferma di coach Galbiati (altro “discepolo” di Mike Arcieri durante la sua dirompente esperienza varesina) e di un paio di pezzi pregiati di un roster per il resto quasi totalmente riallestito: dalla passata stagione, infatti, sono rimasti a Trento il playmaker americano Quinn Ellis ed i due italiani Edou Niang e, soprattutto, quel monumento bianconero che risponde al nome di Toto Forray, elemento che ha ormai cucita l’Aquila sulla pelle e che ancora oggi, a 38 anni di età e dopo 13 dal suo esordio in Trentino, riesce ancora ad essere determinante in campo così come fuori, un leader dall’esperienza sterminata. Per il resto, sono partiti Andrejs Grazulis e Davide Alviti, Mattia Udom e Paul Biligha, oltre all’intera pattuglia americana. Per affrontare l’Eurocup con qualche chance sono arrivati giocatori che fanno della velocità, della verticalità, del dinamismo agonistico prima ancora che del puro talento la loro chiara cifra distintiva. Le ali Anthony Lamb e Eigirdas Zukauskas garantiscono grande produzione offensiva, ed assieme a Saliou Niang (gran presa questa, un 2004 di formazione italiana cresciuto alla Fortitudo) costituiscono un trio intercambiabile ed in grado di coprire più ruoli, Andrea Pecchia aggiunge quel briciolo di imprevedibile pazzia (del tipo di cui Trieste come noto è dotata in abbondanza), mentre i centri Selom Mawugbe e Jordan Bayehe sono dotati di peso e centimetri tali da renderli veramente intimidatori nel pitturato, dove sono in grado, letteralmente, di oscurare la vallata. Myles Cale e Jordan Ford sono gli esterni che, se messi in condizione di nuocere, sono in grado di piazzare strisce stordenti per ogni avversario.

Trento è stata protagonista finora di una stagione strepitosa: è capolista dopo aver vinto tutte e sei le partite disputate (nell’ordine contro Reggio Emilia, Venezia, Varese, Treviso, Sassari e Milano), senza mai mostrare particolare sofferenza tranne forse nella trasferta di Sassari davanti ad una squadra già alla disperata ricerca di punti in classifica. Nell’ultima settimana ha dato due dimostrazioni di forza molto diverse fra loro: domenica scorsa ha letteralmente strapazzato i campioni d’Italia dell’Armani X, che magari saranno pure stati “complici” della disfatta con una prestazione cestisticamente agghiacciante, ma che nulla hanno potuto davanti alla devastante onda d’urto bianconera, sostenuta da una prestazione corale che fa davvero impressione. In settimana, invece, l’Aquila ha superato in EuroCup la Juventud Badalona, che aveva condotto alla Il T Quotidiano Arena di Trento per 39 minuti per poi subire il beffardo ritorno finale dei padroni di casa.

Il confronto statistico fra le due squadre mostra numeri abbastanza simili, con prevalenza biancorossa per punti segnati e netta prevalenza bianconera in quanto a punti subiti, dato nel quale l’Aquila è nettamente prima in graduatoria. Trieste tira decisamente meglio dal campo (non ai tiri liberi dove è ultima in campionato), stoppa di più, piazza più assist e recupera più palloni, ma cattura meno rimbalzi dell’avversaria. Infine, una curiosità: per quanto riguarda le palle perse, Trieste è quindicesima in campionato, Trento sedicesima e ultima, segno anche che i turnover siano connaturati al tipo di gioco velocissimo messo in campo da entrambe le squadre senza influire troppo, almeno finora, sui risultati.

I precedenti fra le due squadre sono sostanzialmente in equilibrio, con Trieste in vantaggio 7-6, con entrambe le squadre sempre vittoriose in casa tranne nella Supercoppa del 2021 quando Trieste si impose in trasferta. C’è da dire che il parquet di Trento non evoca ricordi particolarmente rassicuranti: in campionato per la Pallacanestro Trieste sono sempre arrivate pesantissime batoste, tranne nel marzo del 2022 quando la squadra di Ciani e Banks condusse per gran parte l’incontro gettando alle ortiche il risultato, sul +2 a 17 secondi dal termine, con un fallo commesso da Delia sul tiro da tre di Flaccadori (l’attuale play di Milano trasformò tutti e tre i liberi regalando la vittoria alla sua squadra). Per il resto, partite senza storia, imbarcate epocali, polemiche e tristi ritorni lungo l’autostrada del Brennero. A Natale 2019, dopo un -27 che avrebbe facilmente potuto essere -50 per quanto visto in campo, Eugenio Dalmasson arrivò letteralmente ad un passo dall’esonero con Jasmin Repesa che aveva già pronta la biro per la firma sul contratto (come invece andò a finire lo sappiamo bene: Dalmasson convinse la dirigenza e rimase al suo posto), ed al termine di quell’umiliazione i sorrisi rilassati di Kode Justice non contribuirono certo a mitigare le tensioni.

Altri tempi, altra mentalità, altro rituale atteggiamento da agnello sacrificale al cospetto di squadre sulla carta più forti. Trieste oggi va a Trento ben consapevole dei propri mezzi, conoscendo e rispettando la forza dell’avversaria ma sostanzialmente infischiandosene, perchè è ormai abituata a guardare principalmente a sé stessa, a come è in grado di lavorare durante la settimana per migliorare e per smussare i difetti e per consolidare la chimica di squadra. Con tutto il rispetto dovuto a Trento, per utilizzare le parole più volte ripetute da Michal Arcieri, questi giocatori vanno in campo per vincere ogni singola partita, sono venuti a Trieste perchè sono convinti che qui potranno provare a farlo ed ogni risultato diverso dalla vittoria (che potrà anche arrivare, per carità) non fa parte del loro background mentale. Ancor prima che ai temi tecnici, dunque, con le sfide fra le ali e gli esterni che assomiglieranno a partite a scacchi giocate a 200 all’ora, a fare la differenza sarà l’approccio giusto, il rifiuto di arrendersi anche nelle peggiori difficoltà durante le fiammate degli avversari in un ambiente che si preannuncia caldissimo (sebbene certamente più corretto rispetto alle ultime due uscite), la capacità di uccidere la partita nel caso in cui se ne presentasse l’opportunità. Certamente peserà la possibilità o meno di poter contare sull’intero roster contro un’avversaria lunghissima ed adatta alle sfide europee, con Justin Reyes che presumibilmente sarà impiegato solo in caso di estrema necessità, ma la squadra ha dimostrato di saper sopperire alle assenze con la redistribuzione delle responsabilità. Certamente sarà necessario porre attenzione nel non commettere falli banali in grado di accorciare ulteriormente rotazioni già corte e non peccare in distrazione soprattutto nella metà campo difensiva, cercando di limitare i rimbalzi offensivi concessi e, soprattutto le palle perse. Francesco Taccetti, defensive coordinator, dopo l’attentissima prestazione contro Varese, privata di ogni semplice linea di passaggio finalizzata a liberare i tiratori, in settimana avrà certamente alzato ulteriormente l’asticella: il compito di Uthoff, Brooks e, se fosse presente, Reyes, sarà quello di arginare la prepotenza fisica e tecnica di Lamb, Zukauskas e Niang nel ruolo dove Trento sembra prevalere, ma la squadra ha dimostrato di possedere ancora ampissimi margini di miglioramento sotto tutti i punti di vista, anche quello di prestare in modo credibile giocatori a compiti per loro inusuali.

Coach Christian, alla vigilia, rimarca proprio questi aspetti: ”La classifica significa qualcosa in questo momento perché rappresenta il lavoro fatto. Stiamo lottando per qualcosa di speciale da raggiungere alla fine della stagione ed è molto importante per noi guardare ad ogni settimana come una tappa rispetto al traguardo finale; tuttavia, è più importante semplicemente continuare ad individuare gli aspetti fondamentali per essere la miglior squadra possibile e risolvere le cose che non stiamo facendo ad alto livello in questo momento: dobbiamo migliorare ma anche avere una sana comprensione di quello che stiamo facendo bene. Come dico sempre, le squadre che affrontiamo devono batterci senza che ci affossiamo da soli, e questo succede comprendendo quello che facciamo bene e le sfide che possiamo mettere di fronte alla squadra avversaria.”

Quella contro Trento è la prima di una serie di sfide spettacolari che potrà dire molto sulle reali potenzialità di Trieste, in una fase di campionato in cui più o meno tutte le squadre hanno presumibilmente raggiunto il loro equilibrio ed affinato la chimica facendo alla fine emergere i reali rapporti di forza in LBA. Fra una settimana arriverà a Trieste l’altra matricola terribile Trapani, e poi ci saranno Sassari e Brescia, per continuare nel periodo natalizio con Bologna e Venezia. Trieste ci arriva come membro effettivo di questo esclusivo circolo di grandi.