tsportinthecity

Affondare uno yacht per continuare a sognare

Tempo di lettura: 5 minuti

Certo parlare di yacht a motore, Bertram per l’esattezza, alla vigilia della Barcolana e con la finale di America’s Cup alle porte sembra un sacrilegio , ma sabato sera a Casale la Pallacanestro Trieste ha l’obbligo di provare a creare una falla nello scafo filante e quasi perfetto capitanato da coach Walter De Raffaele se vorrà consolidare, ed anzi rilanciare, il suo status di matricola terribile, vera mina vagante di questa stagione in Serie A.

L’anticipo della terza giornata di campionato pone di fronte due fra le capolista a punteggio pieno, la squadra pronosticata da tutti come una fra le possibili outsider candidate ad infilarsi nell’eterna lotta fra le due inarrivabili (per l’Italia) corazzate di Eurolega, e quella che ha lasciato un po’ interdetti i super esperti che la pronosticavano ad arrancare nelle retrovie alla ricerca di una tranquilla salvezza. Ovviamente due partite disputate su trenta raccontano poco di quella che sarà una stagione lunghissima e disseminata di trappole fisiche e mentali, ma qualcosa, in effetti, hanno detto. Trieste, dopo la meritata vittoria su Milano, è rimbalzata su ogni quotidiano ed ogni portale specializzato, tradizionalmente intrisi di lombardocentrismo e dunque presi in contropiede esattamente come Mirotic e Dimitrijevic sul campo. Ma se il successo all’esordio arrivava al termine di una partita ai limiti della perfezione davanti a seimila invasati capaci di infondere entusiasmo ed energia alla squadra, quello di Napoli racconta invece di due punti conquistati grazie al carattere che ha permesso di non preoccuparsi troppo dopo essere scivolati in doppia cifra di svantaggio, all’estro e l’inventiva espressi a turno dai suoi imprendibili assi, e soprattutto alla capacità di prendere le scelte giuste nel momento più importante del finale, quando l’esecuzione organizzata ed il sangue freddo fanno la differenza in modo addirittura superiore rispetto al talento fine a sé stesso, aggiungendo la giusta dose di cinismo per approfittare di una intesa di squadra ancora imperfetta degli avversari partenopei, ricchi di talento raramente, però, scaricato a terra.

Contro Tortona non sarà sufficiente né il primo né il secondo aspetto, o meglio sarà indispensabile coniugarli nei quaranta minuti: sarà infatti necessario un ulteriore upgrade contro una squadra che gioca sul proprio campo (anche se preso in prestito a Casale), davanti al proprio pubblico, che dispone di un roster completo in ogni reparto, dotato di talento molto ben espresso, guidata da un coach esperto e blasonato. Di fronte ci saranno due mondi, due filosofie di basket diametralmente opposte. Da una parte, quella biancorossa, un flow fatto di velocità e tiri nei primi secondi di ogni azione, che si basa su pochi giochi fondamentali sui quali i singoli sono liberi di inserire le proprie invenzioni, esaltare la propria individualità senza necessariamente andare a concludere a canestro ma anche, eventualmente, mettendo in ritmo i compagni. Una pallacanestro che, grazie al livello tecnico degli attori protagonisti, quest’anno risulta molto divertente per chi la guarda ed imprevedibile per chi è chiamato ad arginarla, anche perché gli esecutori sono privi di timori di qualsiasi genere, non si lasciano certo intimidire da qualche tiro sbagliato o qualche palla persa di troppo ritrovando sicurezza e pericolosità da un momento all’altro. Non è chiaro se ciò avvenga per mancanza di alternative di backup dalla panchina o perchè in questa squadra l’errore è contemplato e concesso senza conseguenti cambi punitivi, ma l’effetto ottenuto è quello di una tranquillità e di una sfacciataggine nell’affrontare qualunque avversario in ogni situazione che finora ha fatto la differenza.

Ad affrontare questo tsunami di faccia tosta c’è una squadra organizzata fin nei minimi particolari, preparata e fine esecutrice dei meccanismi ormai consolidati di Walter De Raffaele, coach arrivato in corsa l’anno scorso per sostituire l’ex eroe Marco Ramondino, accantonato a sorpresa senza troppi complimenti al culmine del primo periodo di vera difficoltà dal trionfale esordio in Serie A. Tortona, oggi, è dotata del giusto mix fra nuovi arrivati e riconferme importanti, fra quintetto base ed italiani di talento (certamente la migliore colonia tricolore in Serie A dopo Milano e Bologna: da Candi a Zerini, da Baldasso a Biligha per arrivare a Severini, sono giocatori in grado di mantenere costante il rendimento e l’efficienza del quintetto in campo con ogni rotazione). Ed in più, sotto canestro la potenza controllata di Ismael Kamagate, centro francese di 211 cm, rende il pitturato di Tortona terreno sulla carta pressoché inespugnabile per squadre di media caratura come Trieste: davvero un altro bruttissimo cliente per il processo di integrazione e crescita di Jayce Johnson. Le due guardie Vital e Kuhse hanno tanti punti nelle mani, ed oltretutto in queste prime due partite hanno tirato con micidiale precisione. I due impegni fin qui affrontati, peraltro, non sembrano test particolarmente significativi per valutare la reale caratura della squadra piemontese. L’esordio casalingo contro Cremona si è sì concluso con una vittoria, ma con qualche sofferenza inaspettata di troppo. I 92 punti di media realizzati impressionano, ma sono influenzati dalla qualità della difesa di Varese che anche alla seconda giornata ha confermato di non essere esattamente Fort Knox incassandone 105 dopo i 118 all’esordio a Brescia, e comunque i lombardi erano avanti di dieci punti, addirittura 61-51, all’intervallo. Ciò che è assodato è che il coach livornese non si farà trovare impreparato: le sue dichiarazioni sul fatto di non considerare Trieste una classica neopromossa, una cenerentola al gran ballo, non sono affatto frasi di circostanza, ed il piano partita che avrà cesellato potrà essere scardinato non solo dall’imprevedibilità delle invenzioni dei solisti biancorossi, specie dalla media e dalla lunga distanza, ma anche dalla limitazione delle palle perse, specie in rapporto alle 23 di Napoli (che se replicate a Casale significherebbero sconfitta pressoché certa), dall’intensità difensiva, soprattutto da parte di Uthoff e Brooks cui verrà affidato il compito di blindare l’area, ed anche dalla concentrazione nel non commettere falli banali che con rotazioni limitate a 7-8 uomini sarebbero un suicidio.

Sì, ma ci sarà Reyes? La domanda, sempre la stessa, è ormai il mantra recitato da tutti, tifosi, osservatori, giornalisti: posto che un giocatore capace di arricchire in modo decisivo e credibile le rotazioni degli esterni sarebbe una manna caduta dal cielo in partite di questa difficoltà, ogni previsione è totalmente inutile. La riservatezza del club in merito alle condizioni fisiche dei giocatori è ormai un dato di fatto metabolizzato ed archiviato da chiunque, ma in questo caso ogni singolo “insider” interrogato sull’argomento parla ormai da settimane di un giocatore guarito, in buona salute, che si sta allenando ed è pronto a rientrare, tenuto a riposo solo per permettergli di recuperare le energie spese in una lunghissima stagione agonistica proseguita senza sosta anche in patria: riservatezza poca dunque, ma incertezza dopo il mancato esordio del portoricano, invece, molta. Di certo c’è che la prima ed unica volta che il grande protagonista della promozione è apparso per qualche minuto sul parquet risale al 31 agosto per l’amichevole contro Cremona a Castelfranco Veneto, e da allora nessuno tranne il “gruppo squadra” all’interno delle super blindate pareti del Palatrieste, lo ha visto con un pallone in mano. Un esordio a Casale sarebbe a questo punto una versa sorpresa, e lo sarebbe in misura ancora maggiore un suo impiego superiore ai cinque minuti.

I precedenti non sembrano particolarmente rassicuranti: fra campionato, Supercoppa e Coppa Italia sono 7 gli incroci fra le due squadre, e per 6 volte a prevalere sono stati i piemontesi (unica vittoria triestina, esattamente tre anni fa, quando il team di Franco Ciani ed Adrian Banks si impose di quasi 30 punti). Gli ex in campo saranno due: fra i piemontesi Arturs Strautins, alla corte di Dalmasson per un anno e mezzo dopo la promozione del 2018, ceduto a gennaio 2020 dopo che un grave infortunio alla caviglia lo aveva fortemente limitato nella prima parte di stagione. In maglia biancorossa, invece, Colbey Ross, approdato anche lui in corsa a Tortona nella passata stagione, ma che con il coach non si è mai veramente capito. De Raffaele avrebbe voluto imbrigliarne estro e talento in un gioco organizzato totalmente fuori dalle corde del giocatore, che di conseguenza non ha espresso la sua miglior pallacanestro. Ross, da buon cavallo di razza dal carattere piuttosto marcato, vorrà certamente dimostrare quanto il suo ex allenatore si sbagiasse, oltretutto dopo una prestazione a Napoli sufficiente ma non eccezionale, limitata dai falli.

La terza giornata di campionato propone, oltre alla sfida fra Tortona e Trieste, almeno altre due partite particolarmente interessanti: al Forum di Assago va in scena la sfida fra Olimpia e Brescia, mentre al Taliercio di Mestre una Reyer ancora a zero punti attende per rialzarsi un bruttissimo cliente, la Virtus Bologna. Palla a due a Casale sabato 12 ottobre alle 19:00, diretta su DAZN e Radio Punto Zero Tre Venezia. Chi vince sarà, almeno per qualche ora, capolista solitaria. Roba da far girare la testa.