O muse, o alto ingegno, or m’aiutate;
o mente che scrivesti ciò ch’io vidi,
qui si parrà la tua nobilitate.
No, non è che siamo presi da un impeto letterario: la terzina del secondo canto dell’Inferno di Dante è una bella sintesi per quello che ci si aspetta dalla Triestina che, momentaneamente all’Inferno, deve trovare la strada , come gli predice Virgilio, che lo porti in Paradiso e lo nobiliti. Certo, quella della Triestina è soltanto una partita di calcio, però il parallelo, molto più prosaico, ci può stare.
Siamo arrivati all’epilogo: dentro o fuori, non ci sono altre alternative, non si può chiedere aiuto a nessun altro, c’è solo da raccogliere tutte le energie e indirizzarle verso l’unico obiettivo utile che è rimasto.
E, forse, è anche meglio così. L’andata senza ritorno, la sfida “all’O.K.Corral” dei più classici western, il confronto da cui uscire vincitori o vinti come vuole l’implacabile legge di ogni sport che si rispetti. Su questo tema si potrebbe continuare a lungo ma, alla fine, si arriverebbe sempre alla stessa risposta: bisogna vincerla, quest’ultima partita, che sia quella per conquistare un campionato del mondo o per evitare una retrocessione dai contorni indecifrabili e avvilenti.
E’ questa la sfida tra Sangiulianocity e Triestina, arrivata agli ultimi novanta e poco più minuti, in onda a Seregno sabato 13 maggio 2023, data che finirà in qualche modo per entrare nella storia alabardata.
Le due squadre ci arrivano con animo diverso: i padroni di casa che, dopo aver pensato di essere al sicuro, sono piombati nel marasma dei play-out, hanno richiamato il vecchio allenatore al posto di Gautieri, ma hanno trovato un po’ più di sicurezza dopo il nulla di fatto ottenuto al “Rocco” la settimana scorsa e sono, sicuramente, avvantaggiati dal poter contare su due risultati utili, ovviamente la vittoria, ma anche il più striminzito degli zero a zero.
Sull’altro fronte gli alabardati: inutile ripercorrere tappe amarissime di questa stagione perchè, in questo momento, devono letteralmente farle scomparire dalla mente: le possibilità di mettere al sicuro il patrimonio sportivo ci sono sicuramente anche se, bisognerebbe dire, mai espresse completamente, visti i risultati risicati, spesso poco convincenti, talvolta recuperati alla disperata.
L’allenatore Gentilini ha fatto bene: il suo lavoro ha portato la squadra a giocarsi le ultime carte che, al momento dell’incarico, non sembravano neppur esserci nel mazzo. La sua tranquillità ha premiato, adesso deve riuscire a completare la difficilissima opera, cosa ancora molto difficile ed appesa ad un filo neppure troppo resistente.
Che partita ci si può attendere? Probabilmente cauta, da parte delle due formazioni, nel primo tempo, più decisa nell’ultima parte quando entrambe le formazioni dovranno fare i conti con il risultato del momento e dare il tutto per tutto.
per quel che riguarda la Triestina ci potrebbero essere delle novità: non certo nel modulo cheb gentilini predilige e che ha dato i suoi discreti, anche se non esaltanti, frutti. Difesa ben piazzata davanti a Matosevic con Masi e Piacentini centrali e con Malomo probabilmente in fascia destra, Rocchetti sul fronte opposto e con Germano che avanzerebbe la sua zona operativa. Se Gentilini dovesse preferire tenere Malomo per i cambi, la presenza di Germano sulla linea dei terzini non potrebbe sorprendere certamente. Difficile che Gori e Celeghin non siano al loro posto a centrocampo, per il resto, fermi restando i compiti tattici, ci si può sbizzarrire.
Individuare i tre uomini che opereranno dietro all’unica punta diventa quasi un rebus irrisolvibile: il mister cerca continuità ma, in ogni formazione schierata, qualcosa ha sempre cambiato: se Tavernelli e Tessiore non sembrano più vivaci come al loro arrivo, potrebbe essere la volta di Minesso a giocarsi la partita che potrebbe diventare quella del riscatto di una stagione perlomeno molto sbiadita, così come toccherebbe a Felici, appena premiato dai tifosi organizzati come miglior giocatore alabardato della stagione, provare a portare brio e pericolosità sul fronte d’attacco sinistro. Resta la fascia destra: Paganini non sepre è stato lucidissimo ma la sua esperienza potrebbe far testo. Resta il ruolo di punta: di certo, chi l’avrà, sarà solo contro tutti nell’area del San Giuliano. Peserà più l’esperienza di Mbakogu o l’impeto, non sempre lucidissimo di Adorante che resta pur sempre il capocannoniere della squadra.
Non vanno certo dimenticati Pezzella, Ciofani, Lollo e forse anche Crimi: potrebbero, a partita iniziata, diventare davvero fondamentali.
Poco altro da aggiungere se non il direttore di gara che sarà Davide Di Marco di Ciampino, l’orario d’inizio, le 17.30, e la nota che riguarda i tifosi alabardati che saranno presenti probabilmente in oltre mezzo migliaio: la loro spinta sarà indispensabile e, sperabilmente decisiva.
Abbiamo iniziato il commento con dei versi importanti, chiudiamo con una frase sentita in qualche film: “Se vuoi qualcosa nella vita, allunga la mano e prendila”. Quello che tutti si aspettano faccia anche la Triestina.