E così siamo arrivati al giorno che per settimane tutti hanno sperato di scongiurare. Sarebbe stata sufficiente una piccola vittoria in uno scontro diretto, un atteggiamento meno svagato in più di un’occasione, meno senso di appagamento dopo la clamorosa vittoria sulla Virtus che pareva aver risolto tutti i problemi. Oppure, anche meno infortuni e malanni vari, o magari un po’ più di attenzione sulle compagnie contaminanti frequentate dai playmaker americani. Ci sarebbe voluta anche un po’ più di fortuna con i risultati dagli altri campi, da dove sono spesso arrivate pessime notizie figlie di situazioni rocambolesche, o anche un po’ meno benevolenza ponziopilatesca da parte di una Federazione forse influenzata anche da fattori esterni, verso club che non l’avrebbero meritata per le loro certificate malefatte.
Ma, tutto sommato, c’è ben poco da girarci intorno: se Trieste si trova a giocarsi la salvezza e gran parte del suo futuro in 40 minuti sul campo amico di via Flavia contro Verona, lo deve quasi esclusivamente a demeriti propri, ad una serie di errori commessi dentro e fuori dal campo, errori di programmazione figli anche di un budget ai limiti del possibile, errori di gestione del roster e delle partite che l’hanno portata a dilapidare quasi completamente un tesoretto di punti che ad un certo punto pareva averla messa al sicuro. Ciò nonostante, non tutto è perduto. Anche se la prevedibile vittoria di Napoli su Pesaro nell’anticipo relega dopo mesi i biancorossi sullo scomodissimo penultimo scalino in classifica, la squadra, teoricamente, ha ancora il destino nelle proprie mani: in effetti, l’unica certezza è la salvezza matematica che arriverebbe in caso di due vittorie su Verona e Brindisi. Ma comunque, al di là delle centinaia di possibili combinazioni di risultati che coinvolgono le sette squadra ancora in corsa per salvarsi (che nessuno, ormai, si azzarda a valutare come più o meno probabili fra loro), bisogna partire dal presupposto che una vittoria su Verona è, a questo punto, indispensabile. Prima di tutto perché condannerebbe definitivamente gli scaligeri risolvendo il 50% del problema, e poi perché una sconfitta potrebbe già condannare Trieste ad una giornata dal termine, riducendo in ogni caso drasticamente le probabilità residue di salvezza anche presupponendo una peraltro improbabile vittoria in Puglia all’ultima giornata.
Scafati, Treviso, Varese, Napoli, Trieste, Reggio Emilia, Verona: da queste sette usciranno le due che dovranno abbandonare la massima serie. Nelle ultime due giornate sono previsti -oltre a quello fra Trieste e Verona- solo due scontri diretti, quello fra Varese e Scafati e quello fra Verona e Napoli. Entrambi potrebbero far buon gioco agli interessi di Trieste, sebbene il match di Verona domenica prossima potrebbe essere ininfluente per la Tezenis in caso di sconfitta all’Allianz Dome ma contare infinitamente per Napoli, che si recherebbe in riva all’Adige con morale e motivazioni alle stelle. Curiosa anche la posizione di Varese, a cui la FIP ha restituito cinque punti in modo da impedirle di partecipare ai playoff ma non condannarla all’A2: non è per nulla scontato, però, l’esito delle due difficili partite che i lombardi devono affrontare, in casa con una lanciatissima Scafati e sul campo della Virtus, e senza conquistare almeno due punti la squadra di Brase sarebbe quasi certamente condannata. Occhio anche alla difficoltà del cammino di Treviso, che affronta al Palaverde la Virtus alla caccia della conferma del primo posto in classifica ed al Taliercio una Reyer in decollo verticale che ha ancora nel mirino la quarta posizione.
Ma per guardare -con un po’ di timore- i risultati provenienti dal resto d’Italia ci sarà tutto il tempo al termine della partita con Verona, sulla quale è bene destinare, ora, tutta la concentrazione. Il pubblico ha fatto la sua parte, esaurendo l’impianto di via Flavia trasformato per l’occasione in un fortino ribollente di energia e supporto. Energia supplementare che sarà indispensabile per raschiare sul fondo del barile dopo che nelle ultime due trasferte la squadra ha dimostrato di essere eufemisticamente in riserva. Sono mille le analisi con le quali si può tentare di prevedere ed analizzare i risvolti tecnici della partita contro la Tezenis, una sorta di partita a scacchi fra l’emergente Legovich e l’esperto Ramagli. Peseranno anche le assenze sui due fronti, quelle ormai consolidate di Hudson e Davis fra i biancorossi e quella di Xavier Johnson fra i gialloblu. Ma la verità vera è che dal momento in cui l’arbitro alzerà la prima palla a due ogni piano partita, ogni alchimia, ogni contromisura sfumerà sullo sfondo dell’emotività, dell’approccio e dalla solidità mentale, dell’esperienza in questo tipo di situazioni (che quasi nessuno in campo può vantarsi di possedere), delle motivazioni, della ferocia agonistica, della capacità con la quale da una parte si riuscirà ad assorbire e far proprio il supporto ambientale e dall’altra ci si riuscirà ad astrarre dalla pressione negativa e magari trasformarla in energia positiva. Palla a due che verrà sollevata alle 17:30. Poi, sarà solo adrenalina.
Questo il programma della penultima giornata per le sette pericolanti:
Varese–Scafati
Sassari-Reggio Emilia
Treviso-Bologna
Trieste–Verona
Napoli-Pesaro (98-87)
La classifica sul fondo: Scafati 22, Treviso 22, Napoli 22 (una partita in più), Varese 21, Reggio Emilia 20, Trieste 20, Verona 18