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Trieste si perde nel finale, Varese passa 80-83

Tempo di lettura: 6 minuti

TRIESTE 80 VARESE 83 (24-17, 43-38, 65-61)
PALL. TRIESTE: Davis 27 (8/12, 3/9), Bartley 12 (2/8, 2/5), Deangeli 5 (0/2, 1/5), Terry 9 (2/3), Spencer 4 (2/4). Ruzzier 8 (4/7, 0/3), Bossi 2 (1/1), Campogrande 8 (2/2 da tre), Stumbris 3 (1/2 da tre), Vildera 2 (1/2). Ne: Lever. All. Legovich.
OPENJOBMETIS VARESE: Ross 4 (2/5, 0/4), Woldetensae 20 (1/2, 6/12), Johnson 12 (2/7, 1/6), Brown 27 (3/4, 5/10), Owens 6 (3/6). De Nicolao 2 (1/2, 0/1), Librizzi 5 (1/2, 1/3), Ferrero, Caruso 7 (3/4). Ne: Virginio. All. Brase.
ARBITRI: Paternicò, Di Francesco, Marziali.
NOTE: T.l. Tri 13/17 Var 12/15. Rimb Tri 43 (Terry 11), Var 34 (Owens 10). Ass: Tri 15 (Ruzzier 6), Var 17 (Brown 7). Usciti 5 falli Ross 34’58” (70-68), Ruzzier 37’56” (78-80). Spett. 4167

Una gestione difensiva poco lucida nel finale si rivela fatale per una Pallacanestro Trieste che contro Varese regge alla grande disputando una partita giudiziosa, sufficientemente intensa nel contenere i punti di forza offensivi avversari, intelligente nell’impedire loro di sviluppare i consueti ritmi e la consueta produzione offensiva, intelligente nello sfruttare i punti deboli della squadra di Brase sotto canestro e dentro l’area. Ma non basta: contro squadre di questo livello, ed in partite con distacchi così ridotti, è necessario mantenere il rendimento alto e costante per quaranta minuti. I cali di tensione e di concentrazione, così come gli errori peggiori commessi nei momenti peggiori dentro e fuori dal campo, risultano invariabilmente e inevitabilmente per rivelarsi esiziali. “Mancanza di comunicazione” li definisce coach Legovich in sala stampa, ma possiamo definirli come preferiamo: lasciare due metri di spazio a Woldetensae e Brown quando sei in linea di galleggiamento nel risultato, cadere nella trappola di provare a raddoppiare troppo lentamente per andare a subire l’extrapass sull’angolo per qualcosa come tre azioni consecutive, significa subire la pioggia di triple in sequenza che spezzano gambe, morale e spaccano la partita portandola tutta saldamente nelle mani di avversari che per il resto avevano dovuto inseguire e subire anche dal punto di vista fisico l’esuberanza triestina. Perdere lucidità proprio sul più bello è un peccato capitale, anche perché la Varese che gli uomini di Legovich si trovano a fronteggiare non è quel gruppo di assatanati alla ricerca dell’impresa e vogliosi di reagire all’ingiustizia della penalizzazione. Anzi, la OpenjobMetis sembra a tratti svogliata, si accende a fiammate, subisce, sembra rimanere in scia agli avversari più per i pasticci in serie di Bartley & Soci che per meriti propri. Capitalizza l’ottima vena al tiro di Woldetensae e Brown, ma per il resto paga la differenza fisica sotto canestro contro ogni combinazione di lunghi schierata da Legovich (anche considerando il mancato impiego di Lever per scelta tecnica) e l’asfissiante difesa di Deangeli su un Colbey Ross nervosissimo e molto impreciso.

Varese parte forte, anche se è molto imprecisa. Ma non tanto quanto Trieste, che rimane a secco per i primi due minuti. Il basket espresso non è di qualità eccelsa, anche per tensione dovuta alla posta in palio. E’ Brown il protagonista del primo allungo ospite, con Varese che si guadagna anche sette punti di vantaggio e Trieste che con la regia di Davis fatica a trovare ritmo e organizzazione. L’entrata in campo di Ruzzier ha come sempre l’effetto interruttore. L’inerzia si inverte in un amen, Trieste raggiunge Varese, sorretta soprattutto dallo scatenato Brown in doppia cifra già prima della fine del primo quarto. E’ il play triestino l’anima della squadra in questa fase: innesca i compagni e rende loro facili le conclusioni. Si accende Davis che nel ruolo di guardia si trova maggiormente a suo agio, si mettono in proprio Campogrande e Stumbris con tre conclusioni dalla distanza, segna Terry innescato da Davis. L’unico ad incaponirsi a litigare con il canestro (e con la partita) è un irriconoscibile Frank Bartley, forse ancora sofferente al ginocchio anche se in tal caso non si comprende il suo utilizzo per ben 30 minuti. Ruzzier segna anche sul buzzer del primo quarto, che la squadra di casa chiude sul +7 (24-17). La seconda frazione è tesa ed equilibrata. Ruzzier è la luce della squadra e colpisce anche dalla media distanza, Campogrande colpisce dai 6,75 e dalla lunetta dopo aver subito fallo in un tentativo di coast to coast seguito alla sua stoppata su Colbey Ross. Brown e l’azzurro Woldentensae tengono vicina Varese, ma il vantaggio raggiunge più volte la doppia cifra e rimane a lungo fissato sui nove punti. Ma la squadra di Brase non molla e colpisce ogni singolo errore triestino. A metà gara il vantaggio è ridotto a soli 5 punti, e si preannuncia un arrivo in volata come nella partita d’andata. Nella terza frazione a farla da padrone è l’intensità fisica sui due lati del campo. I colpi proibiti (non sempre sanzionati dagli arbitri) non si contano, compreso uno di Ross che manda KO Ruzzier per qualche minuto imponendo a Legovich l’impiego di Bossi. Stefano tiene botta sebbene i piccoli avversari, consci della soluzione di ripiego, tendano ad aggredirlo sistematicamente. Trova una bella conclusione in entrata, innesca anche Vildera. Il vantaggio si amplifica e si riduce ad elastico, ma appare chiaro che nessuna delle due squadre è in grado, in questa fase, di prendere definitivamente il sopravvento. L’ultimo quarto è equilibrato, con Varese che ricuce quasi subito i quattro punti di gap con i quali aveva concluso la terza frazione. Trieste fatica tantissimo in attacco, si affida eccessivamente ad un tiro da oltre l’arco che non ne vuole sapere di entrare ignorando i tentativi di gioco a due e di pick and roll, mentre nell’attacco al ferro (con Varese prestissimo in bonus) Bartley è ben lungi dall’approfittarne perdendo banalmente sanguinosissimi palloni. Brown è incontenibile, si aggiungono alla vendemmia nel momento cruciale anche Librizzi e Johnson. Un “and one” di Brown fissa il vantaggio sul +5 ad un minuto dalla fine, un primo tentativo di ricucire parte dalle mani di Deangeli senza esito. Trieste trova il modo di ridurre a tre i punti da recuperare ed avrebbe anche modo di trovare il pareggio sulla sirena con un tiro di Davis preso velocemente ma tutto sommato in equilibrio ed in ritmo, ma il tentativo si spegne sul ferro facendo sfuggire vittoria e due punti fondamentali dalle mani triestine.

Skylar Spencer e Corey Davis a rimbalzo (photo credit sito ufficiale Pallacanestro Trieste)

Inutile rimuginare sugli esiziali errori difensivi nel finale. Inutile anche rimuginare sull’eccessivo impiego di un Bartley che una volta di più non si dimostra di certo un vincente (sono troppe le fasi cruciali di partita nelle quali sparisce completamente per non considerarla una costante, sebbene sarebbe ingiusto non attribuirgli una buona parte del merito nelle 10 vittorie conquistate finora). Inutile anche cercare di capire come mai Marco Legovich si sia incaponito nell’affidarsi così a lungo al suo top scorer in serata no e ad Deangeli che una volta portata a casa la missione di annullare Colbey Ross ed innervosirlo a tal punto da farlo uscire per raggiunto limite di falli a quattro minuti dalla fine è lasciato a prendersi responsabilità che non ha la capacità né il compito di prendersi. Inutile chiedersi come mai Roberts Strumbis, nonostante la serata positiva, sia lasciato seduto per l’intero secondo tempo, anche quando la sua pericolosità dalla distanza sarebbe servita come l’aria.

E’ inutile, perché non c’è il tempo materiale per pensarci: la trasferta di Sassari incombe (si gioca mercoledì in infrasettimanale), così come quella di Pesaro appena quattro giorni dopo. Entrambe le prossime avversarie hanno subito oggi pesanti sconfitte, la prima addirittura di 34 a Brindisi, la seconda in casa con Scafati. Provarci è obbligatorio, come quasi obbligatorio sarebbe tornare almeno con due punti dal doppio viaggio lontano da Trieste. Che Varese rimanga ultima a lungo nelle ultime quattro partite, un po’ perché ha le capacità di salvarsi in autonomia, un po’ perché è in arrivo un ricorso alla penalizzazione con una partita ancora tutta da giocare, è alquanto improbabile. Trieste, peraltro, non deve sperare nei miracoli o nei favori dagli altri campi, che hanno dimostrato di non essere particolarmente forieri di soddisfazioni. I due punti (almeno) della salvezza dovrà andare a conquistarseli da sola, possibilmente senza arrivare allo scontro diretto con Verona facendo dipendere da quella partita la permanenza nella massima serie, con tutti i rischi ed i fardelli mentali conseguenti. Intanto, le vittorie di Scafati e Reggio Emilia scombinano ulteriormente la rincorsa salvezza: queste le posizioni in classifica delle “pericolanti”:

10. Reggio Emilia (20) 11. Trieste (20) 12. Scafati (20) 13. Treviso (20) 14. Napoli (18) 15. Verona (16) 16. Varese (14). Nel prossimo turno (quartultima di campionato): Sassari-Trieste, Trento-Verona, Milano-Napoli, Scafati-Bologna, Tortona-Reggio Emilia, Treviso-Pesaro e Varese-Brindisi. Ma, come detto, è solo il programma. Meglio non guardare i risultati delle altre, se non a giornata completata.