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No, non è un incubo

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Triestina-Sangiuliano City: 0-0

Triestina: Matosevic, Gori, Tessiore, Mbakogu, Germano, Tavernelli, Paganini, Masi, Celeghin, Rocchetti, Piacentini. All. Gentilini

Sangiuliano City: Grandi, Serbouti, Volpicelli, Miracoli, Zugaro, Morosini, Metlika, Pascali, Salzano, Floriano, Alcibiade. All. Gautieri.

Arbitro: Cavaliere di Paola. Assistenti: Pedone di Reggio Calabria e Monaco di Termoli

Spettatori: 3.925

La Triestina ora rischia concretamente la retrocessione dopo la super deludente prestazione che ha portato al pareggio senza reti contro il modestissimo Sagiuliano City. Se non è ancora virtualmente condannata alla Serie D è solo grazie all’incredibile flipper sul campo di Busto Arsizio, dove il Piacenza riesce a passare in vantaggio al 97′, salvo poi subire il pareggio dei bustocchi al 99′, regalando più emozioni in tre minuti che in tutti e 93′ minuti al Rocco. Dipendere dai risultati degli altri campi è sempre piuttosto deprimente, ma il risultato della diretta inseguitrice deve perlomeno essere preso come un segno del destino irripetibile. Il Piacenza rimane dietro, i punti dalla quintultima rimangono sette, e quindi il futuro rimane ancora nei piedi dei rossoalabardati, i quali hanno ora l’obbligo assoluto e senza appelli di andare ad espugnare il capo di Crema domenica prossima per poi andare a giocarsi senza paura gli “agognati” layout.

Di certo, alla luce della prestazione confusionaria e poco produttiva (come al solito) della formazione di Gentilini, non c’è da essere particolarmente ottimisti. L’Unione costruisce pochissimo pur senza rischiare alcunchè, con le rare occasioni sprecate malamente. Da centrocampo in su gli alabardati sono volonterosi ma imprecisi, mancano sistematicamente il passaggio più importante e soprattutto non riescono mai, ma proprio mai nemmeno per sbaglio, a metterla dentro. Ancora molto deludente un inconcludente Mbakogu, sottotono Paganini in fase di costruzione, Gori si fa ammonire banalmente e non sarà a disposizione per la partita più importante del campionato. Ma, più in generale, ci sarebbe aspettati di assistere una partita costantemente all’arrembaggio, con atteggiamento aggressivo su ogni contrasto e tanta voglia di correre: nulla di tutto ciò. I sonori fischi sotto i quali l’Unione esce dal campo alla fine sono spiegabili proprio da questo particolare, più che da un risultato molto deludente ma non ancora tombale.

Ora rimangono, se andrà tutto bene, 270 minuti per raddrizzare una delle stagioni più disgraziate degli ultimi decenni. Tre partite (playout compresi) che delineeranno il futuro del calcio di vertice a Trieste, se ce ne sarà uno.

La cronaca

12′ prima vera occasione per l’Unione: Mbakogu all’altezza del dischetto raccoglie un rimpallo, si coordina e mira all’angolino sulla destra del portiere, che però ci arriva in tuffo e respinge il pallone sui piedi dei suoi difensori che riescono a liberare. 15′ Ci prova Gori di interno destro da poco fuori il vertice sinistro dell’area: la sua conclusione sorvola di pochi millimetri la traversa sopra l’incrocio dei pali con il portiere ospite totalmente immobile. Al 33′ è Germano a salvare la Triestina respingendo sulla linea di porta la conclusione di testa dell’attacco ospite. 35′ grande occasione per la Triestina: Tavernelli raccoglie l’assist di Mbakogu e conclude da pochi metri cercando il palo lontano, sfiorandolo di pochissimi centimetri con il pallone che finisce sul fondo.

57′ ci prova Tavernelli in corsa da fuori area: tiro potente ma centrale bloccato in presa senza problemi dal portiere ospite. Nella fase centrale della seconda frazione il Sangiuliano alza decisamente il baricentro dell’azione, bucando a ripetizione la difesa alabardata che riesce almeno a metterci sempre una pezza in extremis impedendo agli ospiti di concludere a botta sicura o deviandone sistematicamente i tentativi. Al 72′ Tessiore ci prova al volo dal limite dell’area con il pallone che sfiora il palo sulla sinistra del portiere: grande occasione, la buona notizia è che, almeno, qualche alabardato ci prova. L’ultimo quarto d’ora, anzichè regalare il prevedibile arrembaggio alabardato, vede i padroni di casa intimidirsi e rallentare, diventando imprecisi e lasciando via libera all’atteggiamento difensivista e conservativo degli ospiti, che non devono faticare più di tanto per conquistare il punticino.