(Photo Credit: sito ufficiale LBA)
Bossi 7+: entra a freddo nel secondo quarto, si prende responsabilità al tiro con notevole fatturato. Una bomba ed un tiro da due in soli 6 minuti, ma sono minuti spesi in campo con compagni tutti italiani (almeno due triestini) senza che nessuno fra i 5000 presenti se ne accorgesse.
Davis 8: la guardia americana è tirata a lucido dopo le tre settimane di stop ed i mali di pancia mal trattenuti sui social. Tutto alle spalle, il Corey Davis che si esibisce contro Treviso si nutre dell’energia del Dome e la traduce in sostanza, responsabilità, sfrontatezza, millimetrica gestione dei ritmi. Tira con il 75% da tre (su 8 tiri) con buzzer beater e canestri di importanza capitale, come le due bombe consecutive tagliagambe (per Treviso) nel quarto finale. Si intende a meraviglia con Michele Ruzzier. Rigenerato, anche emotivamente, dall’assenza di Gaines?
Spencer 7+: 13 punti e 7 rimbalzi con 25 di valutazione per una serata apparentemente “in pantofole” contro un reparto lunghi trevigiano in grave difficoltà numerica oltre che qualitativa (a parte Sorokas). Forse troppi rimbalzi offensivi concessi, ma si tratta di spigolature che peraltro costano abbastanza poco. Piace, oltre alla ulteriore constatazione dei suoi miglioramenti tecnici nelle conclusioni, il perfezionamento delle spaziature offensive, anche in convivenza con Terry. Il mezzo punto in più se lo merita per l’intensità e la generosità con la quale si getta al suolo per recuperare palle vaganti: un atteggiamento che è miele per il pubblico del Dome.
Rolli ng: esordiente ad un minuto dalla fine a risultato già acquisito, con avversari che non gli concedono nulla nonostante la sconfitta già certa.
Deangeli 6/7: meriterebbe 8 per la dedizione difensiva ed almeno tre azioni nel backcourt nelle quali costringe all’errore Adrian Banks. Ma a differenza del solito non è efficiente in attacco, non cerca nemmeno una soluzione da due e sbaglia entrambe le triple tentate, catturando 2 rimbalzi ma chiudendo comunque in terreno leggermente negativo nella valutazione (-2), ma il +12 nel plus/minus (che significa che nei 14 minuti da lui spesi sul parquet la squadra ha vinto di 12) la dice lunga sulla sua efficienza.
Campogrande 6+: anche lui si dedica con convinzione ed intensità alla difesa, finalmente rimane sul parquet 17 minuti, come Bossi lo fa anche in un quintetto all Italian. Si sblocca da 3: tira con il 40% dall’arco, percentuale discreta se non arrivasse in una serata nella quale la squadra tira con il 54….
Vildera 6+: consuete sportellate sotto canestro alle quali non si sottrae, anzi sono il suo pane quotidiano. Realizza 8 punti tirando con un ottimo 4/6 e si prende anche un paio di iniziative in terzo tempo, oltre a venir cercato e trovato dai compagni sotto canestro, segno che la fiducia riposta in questo ragazzone in cui pochi credevano alla vigilia della stagione è inversamente proporzionale alle sue credenziali.
Bartley 7: meno integrato del solito nel sistema, lasciato più libero di improvvisare, realizza quasi l’intero bottino in un esaltante primo tempo, nel quale diverte e si diverte, realizza da fuori, in uno contro uno lasciando letteralmente sul posto le guardie avversarie, dalla media distanza e trasformandosi anche in un assist man (5 per lui). Appare un po’ più involuto nel secondo tempo probabilmente per troppa generosità, ma il suo motore inceppato ha un costo ininfluente dato che la squadra riesce a trovare soluzioni alternative.
Lever 7: rimproverato dal coach in allenamento (e virtualmente anche da noi) per la sua scarsa intraprendenza nelle conclusioni offensive, specie da oltre l’arco, entra in campo a freddo e piazza due bombe consecutive senza far muovere la retina. Ne realizza un’altra anche nel secondo tempo, ed impersona così il giocatore di cui Trieste in questo momento ha più bisogno, il lungo pericoloso da fuori che apre l’area per i compagni di reparto. Appare in crescita esponenziale anche fisicamente, coach Legovich ha un bisogno estremo di lui a questi livelli.
Terry 6: realizza sempre entrando con l’avambraccio nel cerchio, ma quando manovra oltre tre metri lontano dal ferro non guarda nemmeno verso il canestro, costituendo la complementarietà di quanto detto per Lever. Per contro, contrapposto ad una squadra che presenta un reparto lunghi nettamente inferiore rispetto a quelli delle prime due squadre affrontate, in una serata nella quale la troppa grazia costituita dalla percentuale da tre dei compagni crea chilometri quadrati in cui pascolare all’interno del pitturato, dimostra di poter tranquillamente convivere con Spencer e di non poter essere arginabile quando viene servito sotto canestro. I 14 rimbalzi conquistati da Treviso in attacco sono però troppi, e talvolta il treccioluto lungo biancorosso appare un po’ fuori fuoco nell’esecuzione del tagliafuori. Ma sono particolari che contro Treviso sono ininfluenti.
Ruzzier 7/8: Davis II. 11 punti con 2/3 da due, 2/2 da tre e 6 assist. Cosa si vuole di più da un playmaker? Gestisce alla perfezione i ritmi quando la partita lo richiede nel secondo tempo, si guadagna di partita in partita il rispetto di un Davis che all’inizio lo considerava un suo doppione che gli sottraeva minuti e conclusioni. Anzi, è proprio Davis a spiegare l’importanza di Michele: rende le cose facili per i compagni, fa sempre la scelta giusta, conosce il gioco ed è estremamente intelligente in campo.
Legovich & coaching team 8: per la seconda volta in due mesi surclassa nella preparazione della partita Marcelo Nicola sia sul piano tecnico che nella preparazione mentale del match. Conosce a memoria ogni singolo particolare del team avversario e trasferisce questa conoscenza ai suoi ragazzi, che violentano a ripetizione una (peraltro migliorabile) zona bulgara 2-3 proposta da Treviso a più riprese. Interrompe le sporadiche fiammate di Treviso per evitare che possano diventare incendi, e riesce così a riprendersi ogni volta l’inerzia della partita. Si autodefinisce “di formazione dalmassoniana”, nel senso della maniacale preparazione difensiva: a voler essere eccessivamente perfezionisti, su questo avrebbe qualcosa da rimproverare ai suoi, che talvolta abbassano la guardia, come anche per qualche errore di troppo nei movimenti senza palla: atteggiamento fisiologico e comprensibile nell’arco dei 40 minuti, che diventa ininfluente quando il vantaggio accarezza i 20 punti, ma che potrebbe essere esiziale in partite più equilibrate. Ci si potrà comunque lavorare. Ora sotto con coach Magro, suo compagno di avventura in Nazionale Under 20.
Allianz Dome & Curva Nord 9: visivamente meno numeroso rispetto al sold out contro Milano, ma stimolato dall’importanza della posta in palio e dal fascino di un derby sempre sentitissimo, il pubblico fa ancora una volta il sesto uomo, continuando rumorosamente a sostenere la squadra in ogni singolo minuto di partita. Elaborata ed emozionante la coreografia pensata dalla Curva Nord, energia pura iniettata nelle gambe e nelle teste dei giocatori biancorossi. Settore ospiti 3: meriterebbe 1 per lo scriteriato utilizzo di fischietti pensato (peraltro inutilmente) per distrarre i triestini in campo, i due voti in più vengono elargiti per la numerosità dei “Fioi” scesi a Trieste e per il loro continuo incitamento -stasera piuttosto difficile- anche sotto di 20.